La Premier Giorgia Meloni è giunta a Hiroshima in Giappone per un vertice davvero storico che si tiene dal 19 al 21 maggio 2023. La scelta di Hiroshima non è casuale, luogo di distruzione nucleare e di rinascita. I leader del G7 affronteranno contemporaneamente due minacce esistenziali per il pianeta e la sua popolazione nel suo insieme.
Il primo è il pericolo di proliferazione di armi nucleari e persino di guerra in Europa, Medio Oriente e Asia, derivante dall’invasione russa dell’Ucraina il 24 febbraio 2022, dalla spinta dell’Iran ad acquisire armi nucleari, dalla Corea del Nord dotata di armi nucleari che minaccia i suoi vicini e da un militarizzare la Cina praticando per invadere Taiwan.
La seconda minaccia è il cambiamento climatico, che spinge inesorabilmente le temperature globali verso limiti vivibili e si avvicina a punti critici oltre i quali non c’è ritorno.
Ad accompagnare questo duo mortale ci sono le crisi interconnesse di resilienza economica e sicurezza economica, energetica e alimentare, salute e sviluppo. Importanti nell’agenda del vertice sono anche l’uguaglianza di genere, i diritti umani e la democrazia, la digitalizzazione e la scienza e la tecnologia.
A ispirare l’approccio del G7 alla sua agenda ci sono due prospettive: in primo luogo, “sostenere l’ordine internazionale basato sullo stato di diritto, respingendo fermamente qualsiasi tentativo unilaterale di cambiare lo status quo con la forza o la minaccia di usare armi nucleari, come ha fatto la Russia , o l’uso di armi nucleari”, e in secondo luogo, “rafforzare il raggio d’azione verso il Sud del mondo, dimostrando i contributi del G7 alle questioni di loro interesse”
L’agenda di questo G7 è davvero impegnativa e le attese sono molto alte. I leader sono alle prese con gravi e prolungati shock frutto delle vulnerabilità dei loro paesi, ma anche del fallimento delle istituzioni internazionali.
Mai come nel 2023 serve una forte governance globale.
Chiara Oldani