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Il déjà-vu di Theodoro Vontosakis in L’Altro

La lettera dell’avv. Antonio De Grazia

 

Gentile direttore,

su segnalazione di un amico fidato, ho letto un bizzarro breve romanzo, tradotto in italiano dal greco nel 2015 da una piccola casa editrice di Perugia, Episkiros.

L’autore è Theodoro Vontosakis, nome de plume di un greco-americano dalla vita avventurosa.

L’Altro, edito in Grecia nel 1999, è un déjà-vu e narra di J. in un anno imprecisato.

J. vive nelle cantine sotterranee di un parallelepipedo di cemento armato, non conosce la luce solare. La vita sociale avviene, quasi di nascosto, con timidezza collettiva, in grandi corridoi con specchi fluorescenti e passaggi perimetrati per evitare incontri ravvicinati.

J. lavora in un bugigattolo con un onnipresente neon sempre acceso (e che non può essere spento): il suo compito è verificare che le opinioni di un settimanale siano in sintonia con i principi.

Infatti, ogni giorno J. riceve istruzioni: ma i principi non sono sempre gli stessi, a volte si contraddicono. J. è zelante, quasi ossessionato nel suo lavoro di censore.

J. non ha famiglia, ogni tanto si incontra con Z. una bella ragazza un po’ più giovane di lui.

Gli appuntamenti sono sempre casti – il sesso è proibito, secondo i principi -, non è possibile alcun gesto o contatto, J. e Z. indossano una tuta variopinta e un casco aderente con segni di identificazione.

J. e Z., ogni tanto, pensano a L. che, tempo fa, aveva abbandonato la falegnameria, si era nascosto dalle ronde e poi era evaso, all’aria aperta. E qualche giorno prima J. aveva ricevuto, con uno stratagemma, un messaggio cifrato; e aveva compreso che proveniva da L. J. e Z. sono alleati e attendono altri messaggi cifrati da L.

Ma l’attesa è lunga…

Theodoro Vontosakis, con stile allusivo, crea atmosfere claustrofobiche, epigono di Anthony Burgess e Ira Levin.

Così è, se vi pare.

Un caro saluto.

Avv. Antonio de Grazia

PS: Il libro appartiene al filone borgesiano degli Apocrifi.

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