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Dantedì

Quel Dantedì che non ti aspetti, un framework per l’economia dell’Italia di oggi?

Il post dell'avvocato Angela Lupo, blogger di Start Magazine

In un corsivo dello scorso 24 aprile, tra le pagine del quotidiano «Corriere della Sera», Paolo Di Stefano ha proposto che Dante Alighieri abbia una sua Giornata sul Calendario. Di Stefano ha invitato i Ministeri e le varie Istituzioni, che si occupano del Sommo Poeta, a farsi carico della questione: fissare un Dantedì in vista delle celebrazioni, nel 2021, dei settecento anni dalla morte di Dante. “Dopo sette secoli — ha scritto Di Stefano — sembra il momento di uno scatto d’orgoglio tutto italiano”.

La proposta ha raccolto grande adesione: dall’Accademia della Crusca alla Società Dante Alighieri, dalla Società dantesca all’Associazione degli italianisti, al Comune di Ravenna, città dove è sepolto Dante.

Recentemente, con una Risoluzione dello scorso 24 giugno, il consigliere ravennate Gianni Bessi (autore del saggio “Gas Naturale L’energia di domani”, 2018, Ed. Innovative Publishing) ha impegnato la Giunta regionale dell’Emilia Romagna affinché si attivi, presso Governo e Parlamento, per istituire “tramite percorsi legislativi e normativi anche formalmente la giornata del Dantedì (sulla base di altre giornate nazionali), in modo da affiancare e sostenere la mobilitazione di media, enti, istituzioni, società culturali e studiosi, con l’obiettivo di dare a tale iniziativa un carattere internazionale, come merita la figura del Sommo Poeta celebre in tutto il mondo”. “Credo che questo sia un modo per celebrare al meglio la nostra identità — dice Gianni Bessi — e per celebrare al meglio l’illustre figura che rappresenta il simbolo della cultura italiana nel mondo”.

Al di là della data del Calendario più idonea per celebrare Dante, verrebbe da domandarsi: a chi gioverebbe tanta attenzione rivolta al Sommo Poeta? La risposta è una sola: all’Italia, alla lingua italiana, all’identità di Popolo unito intorno al più noto e prestigioso uomo di Cultura della lingua italiana. Tutto qui?

In un mondo che corre alla velocità della luce, chissà, potrebbe essere utile e vantaggioso, per l’Italia e gli italiani, fermarsi a ricordare un Danteday (con suono inglese) o un Dantedì, che, come sottolineato da Paolo Di Stefano, nel corsivo del 3 giugno scorso sul Corriere della Sera, “suona bene con la lingua del sì, cioè quella praticata, teorizzata, amata dall’Alighieri”.

Al tempo della blockchain, dei big date e dell’intelligenza artificiale Dante Alighieri (e la sua Opera) potrebbe assurgere alla stregua di un “frame cognitivo mainstream”, come puntualizzato da Gianni Bessi.

Se vogliamo avere un’identità di Nazione, un’identità culturale, sociologica e quindi economica, dobbiamo esser capaci di rivoluzionare una parte della nostra cultura di Paese, facendo diventare icona e/o frame personaggi italiani come Dante Alighieri, un Poeta la cui Opera è patrimonio non solo del nostro Paese, ma dell’Umanità intera.

Non ultimo, se si guardasse alla cultura dei Paesi angloamericani ed in particolare agli Stati Uniti, ritroveremmo molti elementi di orgoglio nazionale e identitari, perpetuati nella Storia americana e divenuti cult nel mondo intero: si pensi ad esempio all’influsso della lingua inglese, alla cultura hippies e punk, al cinema hollywodiano, alla musica pop e rock, alla tecnologia elettronica moderna, al fumetto (da Topolino ai Supereroi della Marvel), al mondo dei videogiochi, ai fast food, agli sport americani.

Perché allora non far diventare Dante Alighieri icona di un nuovo approccio culturale che identifica nella cultura e più in generale nel sapere il vero leit motiv della vita del Popolo italiano?

La proposta di istituire una Giornata celebrativa al Sommo Poeta potrebbe avere anche un’altra valenza, un significato utile per l’economia italiana troppo spesso orfana di grandi progettualità nell’ambito culturale. Da noi l’economia non è mai diventata cultura. E viceversa, mai la cultura è diventata economia.

Ecco: la Giornata dedicata a Dante Alighieri potrebbe essere un framework, una sorta di architettura logica sulla quale costruire un progetto culturale di ampio respiro che possa aiutare il Paese a ritrovare unità e valori anche attraverso la cultura e il sapere.

Certamente non basta una data celebrativa a far cambiare modus. Si può pensare, tuttavia, a cogliere l’occasione, non solo per tramandare nei secoli il nome di Dante, ma per ritrovare in Dante il motivo di identità di cultura, di lingua e di sapere italiano. Questa è in fondo la vera sovranità del Popolo, come ricorda la nostra Costituzione.

Con un occhio al business che, se ben fatto fruttare, darebbe un ritorno non solo di prestigio nazionale ma anche in chiave economica e di sviluppo.

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