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Dagospia pompa Bisignani su Striano (che strano…)

Dagospia, Bisignani, Striano e non solo. Pillole di rassegna stampa

 

LE OSSESSIONI DI DAGOSPIA

 

DAGOSPIA POMPA BISIGNANI SU STRIANO

CHE COSA LEGA DAGOSPIA E FATTO QUOTIDIANO

 

STRIANO STRANO

 

I SERVIZIETTI DI STRIANO ADOMBRATI DA TAJANI

 

IL COLABRODO DELLE BANCHE DATI

 

CURIOSITA’ SULLE AUDIZIONI DI MELILLO E CANTONE

 

PENSIERINO SU PAPA FRANCESCO E NON SOLO

 

PAPALE PAPALE IL CAPO DELLA CHIESA UCRAINA…

 

CARTOLINA DALL’AMERICA

 

CARTOLINA DALLA RUSSIA

 

CARTOLINA DALLA CINA E DA BOLOGNA…

 

IL CORRIERE DELLA SERA ELOGIA GUALTIERI

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ESTRATTO DI UN ARTICOLO DEL CORRIERE DELLA SERA SU STRIANO E DINTORNI:

Oggi il «caso Striano» compie un anno. Risale infatti al 10 marzo 2023 la perquisizione a carico del tenente della Guardia di finanza Pasquale Striano, già in servizio al «Gruppo Sos» della Direzione nazionale antimafia.

Ma appena un paio di mesi prima di quella perquisizione, a inizio 2023, il «caso Striano» è stato sul punto di morire, senza nemmeno nascere; confinato nel riserbo di un’indagine della Procura di Roma pronta per essere chiusa in poche settimane, senza le successive scoperte che adesso fanno invocare persino una commissione parlamentare d’inchiesta. Se non è successo, è stato solo per decisione dello stesso ufficiale della Guardia di finanza. E allora, oltre a interrogarsi su eventuali complici o regie occulte, c’è da chiedersi: perché il tenente Pasquale Striano ha voluto scoperchiare il «verminaio» denunciato dal procuratore di Perugia Raffaele Cantone?

Dopo l’esposto del neoministro della Difesa Guido Crosetto del 31 ottobre 2022, a seguito di tre articoli del quotidiano Domani con informazioni «precise e dettagliate» sui suoi patrimoni, la Procura di Roma impiega tre settimane a individuare nel finanziere l’autore degli accessi alla banca dati dell’Agenzia delle Entrate sull’esponente del governo. Il 21 novembre la pm titolare del fascicolo, Antonia Giammaria, chiede al sostituto procuratore della Dna Antonio Laudati, responsabile del «Gruppo Sos», informazioni sul ruolo di Striano, e nel giro di un mese — dopo altre acquisizioni sui telefoni dell’ufficiale — gli accertamenti sono terminati. L’inchiesta ha risposto alla richiesta del ministro di trovare i responsabili della «fuga di notizie» che lo riguardava, e la pm Giammaria propone al procuratore aggiunto con delega ai reati informatici di notificare a Striano l’avviso di conclusione delle indagini, che anticipa la richiesta di rinvio a giudizio. L’aggiunto però suggerisce di convocare prima l’indagato, per acquisire la sua versione dei fatti.

Se Striano (che aveva già avuto quasi due mesi di preavviso dell’inchiesta a suo carico, e dunque tutto il tempo per eventuali contromosse) si fosse avvalso della facoltà di non rispondere, come suo diritto, o si fosse limitato a fornire una qualunque giustificazione per le ricerche sul conto di Crosetto, la vicenda si sarebbe chiusa con il pressoché inevitabile rinvio a giudizio e una probabile condanna. Ma limitata agli accessi abusi relativi al ministro, con la ragionevole prospettiva di evitare la pubblicità della notizia e ulteriori approfondimenti.

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ESTRATTO DI UN ARTICOLO DI DAGOSPIA CON IL “PENSIERO” DI BISIGNANI SUL CASO STRIANO E NON SOLO:

Come mai il luogotenente Striano non è stato fermato dall’autorità giudiziaria? E come mai, nonostante sia da mesi al centro della vicenda, del finanziere distaccato alla DNA non esiste alcuna fotografia?

Nota Bisignani: “Non l’ho mai visto, non c’è un Gabibbo, non gli hanno dato il tapiro, non c’è quella cosa che i giornali fanno, con chiunque viene toccato da un’inchiesta, vanno sotto casa, il citofono, gli prendi gli amici, ecco Striano invece è coperto da un’immunità fantastica…”.

La risposta a questo singolare enigma la dà lo stesso “Bisi”: “Certamente è coperto da qualcuno”. Sì, ma da chi? C’è una regia dietro agli accessi abusivi e alla fuga di notizie? C’è il solito “grande vecchio” o è in corso uno scontro tra poteri portatori di interessi confliggenti?

Bisignani segnala un dettaglio piuttosto singolare sul “fantasma” Striano: “È stato distaccato nel 2016 dalla Guardia di finanza all’antimafia. E uno distaccato non dovrebbe avere più accesso al computer della Guardia di finanza, mentre invece lui giocava con questi dossier. All’Espresso con Lino Jannuzzi e Peppe Catalano stavamo lì a parlare della stessa cosa. E poi c’è stato Genchi, e poi c’è stato Pompa, è una pratica continua…”.

Un’altra domanda sorge spontanea: quando il procuratore capo di Perugia, Raffaele Cantone, parlando della fuga di notizie successiva all’allontanamento di Striano dalla Procura nazionale antimafia, dice “Il mercato delle Sos non si è affatto fermato […] C’era qualcuno che continuava a vendere sottobanco le Sos”, usa le parole “mercato” e “vendere” a ragion veduta? Ci sono stati passaggi di denaro? Qualcuno ha pagato per avere informazioni riservate? Che fine hanno fatto i documenti?

Dei 50mila file scaricati da Striano, solo una manciata è stata effettivamente inviata a cronisti. Come scrive “il Messaggero”, “migliaia di download eseguiti da Striano dalle banche dati non sono stati ritrovati e non ci sono tracce di trasmissione a terzi (probabilmente per l’avventata gestione del fascicolo da parte della procura di Roma che subito lo ha indagato informandolo delle contestazioni) mentre pochissime sono state mandate ai giornalisti”.

Misteri su misteri, che lascerebbero ipotizzare un’inchiesta lunga, tortuosa e dai risvolti clamorosi, eppure Bisignani ha già una sua idea su come finirà l’indagine della Procura di Perugia: “In una bolla di sapone, perché queste inchieste vanno a finire sempre così”.

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