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Crosetto non russa su Putin a differenza di Travaglio

L'intervista del direttore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio al ministro della Difesa Guido Crosetto mostra il diverso approccio della base di Fratelli d'Italia ai conflitti nei quali sono maggiormente impegnate le cancellerie italiane ed europee 

Uno dei tratti distintivi di Atreju, molto caro agli organizzatori della kermesse, è la capacità di offrire un dibattito aperto al confronto anche tra voci dissonanti. È questo il principio che ha guidato la scelta di affidare l’intervista del ministro della Difesa Guido Crosetto al direttore del Fatto quotidiano Marco Travaglio, una delle voci più ostili, nel panorama giornalistico italiano, alla politica estera del governo di Giorgia Meloni e alle politiche di riarmo europee.

CROSETTO: “LA RUSSIA HA CULTURA DELLA MORTE, VINCERÀ LA GUERRA”

Il primo “atto” dell’intervista è stato incentrato sulla guerra in corso in Ucraina. Argomento sul quale la base di Fdi è apparsa monolitica alle spalle del ministro Crosetto. “Putin è bravissimo a parlare di pace, tira più di mille missili al giorno contro scuole, ospedali e obiettivi civili da tre anni – ha detto il ministro della Difesa strappando applausi -. La guerra non si vince con chi ha ragione e cuore, ma con chi ha più risorse, armi e uomini. La Russia ha una cultura della morte, non può che vincerla la guerra. Ciò non ci esime però dal poter dare un giudizio. Il tema è chi può avviare una tregua: chi subisce mille attacchi o chi non dovrebbe farli? La tregua si può aprire solo quando decide Putin”. Secondo Crosetto, in questo contesto “l’Ucraina rischia di essere obbligata ad accettare una pace”, mentre “lì dovrà esistere un’Europa forte”. Entità che oggi non esiste perché non è in grado di “individuare una persona e mandarla a sedere al tavolo della pace”.

NEL 2025 PIÙ DI 1500 ATTACCHI IBRIDI

Le tensioni internazionali (la guerra in Ucraina su tutte) sta avendo importanti ripercussioni anche nel nostro paese. Gli “atti ostili” hanno, infatti, assunto una forma ibrida, non più solo fisica. “Le guerre ibride e cognitive sono una minaccia per tutti e per la funzionalità delle società; gli attacchi cyber possono mettere in ginocchio infrastrutture vitali e assetti cruciali di ogni Stato – ha detto il sottosegretario di Stato alla Difesa, Isabella Rauti, nell’apertura dell’intervista al ministro Crosetto -. In questo scenario di instabilità pervasiva serve una difesa attiva e integrata; con capacità di reazione in prontezza e resilienza per affrontare le sfida di un’ostilità subdola, permanente e non convenzionale”. Gli attacchi cyber “sono stati oltre 1500 dall’inizio anno, di cui 400 gravi. Il fatto che nessuno li veda è perché siamo riusciti a fermarli – ha spiegato Crosetto -. Ma cosa sarebbe successo se quei 400 attacchi gravi fossero arrivati nelle nostre banche o all’Inps e avessero cancellato tutti i vostri dati o cancellato le cartelle di una Asl?”.

I 70 MILA MORTI DI GAZA FANNO MORMORARE IL PUBBLICO DI ATREJU

Il secondo “atto”, quello sul conflitto in Medioriente, ha affrontato un argomento divisivo per la platea di Atreju, proprio nel giorno in cui Castel Sant’Angelo aveva ospitato il presidente dell’Autorità nazionale palestinese Abu Mazen. I più di 70 mila morti di Gaza, la maggior parte dei quali civili e circa un terzo minori (la popolazione di Gaza è molto giovane, secondo i dati del Palestinian Central Bureau of Statistics circa il 40% è formato da persone che hanno meno di 14 anni), hanno un peso tale da far vacillare la ragion di Stato e fanno mormorare il pubblico di Atreju quando il direttore Travaglio li ricorda. “Noi abbiamo avuto nei confronti di Israele un atteggiamento durissimo non c’è stato nessuno che ha avuto parole più dure in Occidente – ha detto Crosetto -. Non so se posso dirlo, ma ho visto e ho sentito Giorgia Meloni, nei rapporti con i leader israeliani, usare termini e toni che sono certo che nessun altro leader occidentale abbia mai avuto, mantenendo nonostante questo sempre l’idea di chi erano i nostri interlocutori, anche se in quel momento stavano facendo una cosa su cui eravamo totalmente contrari”.

CROSETTO: “FRANCESCA ALBANESE VA DIFESA, COME TUTTI I CITTADINI ITALIANI”

I mormorii, ancora più forti, arrivano anche quando vengono ricordate le intemerate di Francesca Albanese. Dalla platea parte qualche “buu” tenuto prontamente a bada da Giovanni Donzelli, responsabile nazionale di FdI, che si affaccia sul palco per rabbonire i suoi. La censura del pubblico arriva quando il direttore Travaglio chiede al ministro Crosetto se non sia il caso di difendere la relatrice speciale del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite per i territori palestinesi, in quanto cittadina italiana, dalle sanzioni imposte a lei dagli Usa. Dallo scorso luglio, infatti, Francesca Albanese è finita nella Sdn List, “Specially Designated Nationals and Blocked Persons List” gestita dall’ufficio del Dipartimento del Tesoro Usa, nella quale sono iscritti, senza contraddittorio, individui e entità soggetti a sanzioni economiche imposte dal governo Usa. La sua iscrizione è arrivata dopo la pubblicazione di un rapporto per l’Onu in cui sono elencate 45 aziende private, in gran parte americane, che sosterrebbero l’esercito israeliano e l’occupazione di Gaza. “Il governo ha il dovere di difendere tutti i cittadini, lo abbiamo fatto anche con la flottilla – ha spiegato ricorrendo a una battuta il ministro Crosetto -. Non sono per non far parlare Francesca Albanese perché tutte le volte che parla ci regala dei voti. Penso che il governo italiano ha il dovere di difendere tutti i cittadini italiani. Lo abbiamo dimostrato anche quando si è trattato di accompagnare dei cittadini italiani difendendoli in una cosa che non condividevamo come quella della Flotilla. Se in quella cosa nessuno si è fatto male e non ci sono stati incidenti è stato solo esclusivamente grazie ad un lavoro fatto mattina e sera dagli uomini e dalle donne della Difesa”.

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