“Uno strappo che danneggia il calcio”. Così il premier britannico Boris Johnson ha commentato la nascita della Super Lega Europea (ESL), che ha come fondatrici 6 squadre della massima divisione del calcio inglese: Arsenal, Chelsea, Liverpool, Manchester United, Manchester City e Tottenham. Anche in Inghilterra la notizia ha destato scalpore e ha causato reazioni tutt’altro che entusiaste da parte dei tifosi. Si dubita che alle big interessi: la torta da spartire è troppo elevata e le partite della ESL sono concepite più per un pubblico extra-europeo (leggi: asiatico) che non per i supporter locali.
Con il suo intervento, Johnson si mette sulla stessa lunghezza d’onda della Middle England e non solo. Ai più non sono sfiggite due cose: tra le 6 inglesi che parteciperanno alla nuova Super Lega non c’è una sola squadra a nord di Manchester, in quel Red Wall, muro rosso laburista, che i Conservatori hanno conquistato alle scorse elezioni; le città che rappresentano le 6 — Londra, Liverpool e Manchester — sono nelle mani del Labour in modo piuttosto netto. Le amministrative del 6 maggio dovrebbero confermare le sindacature dei Laburisti in tutte e tre. Volendo poi andare a scandagliare i borough di Londra, i Tories sono competitivi solo nella zona di Chelsea: Tottenham (Haringey) e Arsenal (Islington) sono feudi rossi inattaccabili da Johnson.
L’uscita del premier quindi è tutt’altro che scevra da considerazioni politiche. Anche se Johnson non ha mai manifestato un chiaro amore per il calcio — a parte quando si è vestito da portiere per una partita di beneficienza in cui non ha esattamente ricordato David Seaman — il leader Tory sa che football dilettantistico e delle serie minori britanniche è stato colpito duramente dal Covid, e che proprio nelle aree in cui il calcio è la passione locale i club hanno rischiato — e rischiano — di chiudere. Guarda caso quelle aree coincidono spesso con il nord-est e il nord del paese e con le constituencies vinte clamorosamente dai Conservatori il 12 dicembre 2019.
Purtroppo, però, il Covid ha colpito anche con le revenues delle big, che si trovano a dover fronteggiare perdite notevoli soprattutto in tema di ricavi da botteghino: biglietti, medchandising e hospitality. Un problema sono anche i costi dei salari esorbitanti delle rose. Problema che con l’ingresso dei fondi, e delle banche d’affari sostenitrici della ESL, le società pensano di ovviare. Ventotto anni dopo la creazione della Premier League — la prima divisione esclusivissima del calcio inglese — la stessa Premier League critica la nascita del nuovo campionato europeo parlando dei valori sportivi alla base del calcio. Come per l’Uefa troppo tardi e troppo poco credibile. Intanto Johnson fa i suoi calcoli: da un po’ di anni tornano quasi sempre.