Lo schema è antico, ideologico, quasi trentennale, e ormai suona po’ ossessivo. Allarme da sinistra per il nemico centrodestra, detto sempre e solo “destra”, alle porte. La nuova polemica, dopo quella sull’uscita di Medvedev, è sul fatto che secondo Enrico Letta in una intervista alla Cnn “se vincessero Meloni e Salvini, festeggerebbero Putin, Trump e Orban”. La presidente di FdI gli risponde secca: “Così screditi l’immagine dell’Italia nel mondo”.
In tutto questo, il cosiddetto terzo polo di Matteo Renzi e Carlo Calenda, tra un attacco a Letta per le esclusioni di “renziani” e riformisti-garantisti dalle liste Pd, e un altro al centrodestra che “si fa dettare l’agenda da Meloni” (Renzi sulle proposte di FdI) appare sballottato. Sembra un oggi qui, domani là, con il rischio che poi in politica, come nella storia è spesso accaduto, l’elettore premi l’originale di una parte o dell’altra.
Al centro della bagarre elettorale, in realtà, tra centrosinistra, che verrebbe più da chiamare sinistra, dopo che il centro è quasi sparito in un mare di candidature dem dove è centrale il rosso antico della ex ditta, ci sono due visioni opposte d’Italia. Una è quella del Pd, con proposte assistenziali – dettate dal principio della redistribuzione e non della crescita -, di nuove tasse come la “dote” per i diciottenni con un’apposita imposta di successione e altre misure di sussidi statali che potrebbero essere foriere di nuove tasse; dall’altro lato il centrodestra che punta dritto sulla “riduzione della pressione fiscale”, sottolinea Matteo Salvini. Il leader della Lega torna a spiegare come “con la flat tax, estesa anche a altri lavoratori autonomi e nei prossimi mesi a dipendenti e pensionati, si favorirebbe la crescita con nuove entrate”.
Se nel programma Pd, che ha candidato anche la sinistra radicale e ambientalista di Nicola Fratoianni, contrario all’allargamento della Nato, e Angelo Bonelli, la parola nucleare neppure esiste, nel programma del centrodestra al contrario viene vista come una via d’uscita decisiva per la grave crisi energetica. Il tema, unito a termovalorizzatori e rigassificatori, è stato rimesso al centro ieri da Silvio Berlusconi in uno dei suoi interventi social. Il Cav è tornato anche sulla riforma della giustizia, altro tema trascurato a sinistra, con la necessità della separazione delle carriere: “L’avvocato dell’accusa e l’avvocato della difesa devono confrontarsi con pari diritti e pari strumenti, come avviene in altri Paesi”.
La riduzione delle tasse, il nucleare e la riforma della giustizia sono anche nel programma del terzo polo. Ma lo scontro appare soprattutto tra i due schieramenti principali. Lo scontro si infiamma pure sulla candidatura di un giovane Pd autore di tweet anti-semiti di 5 anni fa, come attacca per primo Salvini. L’autore, Raffaele La Regina, con Letta riconoscono l’errore e l’incidente viene considerato chiuso in casa dem. “Il passato è passato”, taglia corto il segretario del Pd.
Ma il passato, appunto, sembra che per la sinistra curiosamente non passi mai quando si tratta degli avversari. Insidioso il video del Foglio con il capo di gabinetto del sindaco di Roma, Roberto Gualtieri (Pd), Albino Ruberti, che lancia minacce shock ad altri, al termine di una cena privata, con altri dem, tra cui un candidato Pd Francesco De Angelis. Quest’ultimo ritira la sua candidatura e Ruberti si dimette. Salvini twitta: “Inquietanti episodi in casa Pd”.
Ma, tornando allo scontro sulle proposte. È quello tra Letta e Meloni che ha soprattutto infiammato la giornata di ieri. La presidente di FdI rilancia la sua proposta di blocchi navali contro gli sbarchi dei clandestini e la tratta di esseri umani. “Dal 2011 ad oggi, ovvero da quando la sinistra è al governo – denuncia Meloni – sono sbarcati sulle coste italiane più di 800.000 migranti. Quasi un quinto, oltre 140.000 persone, negli ultimi due anni. Solamente l’8% di chi è sbarcato illegalmente ha ottenuto il diritto ad asilo o protezione. Gli altri, per la quasi totalità uomini soli adulti in età da lavoro, sono immigrati illegali”. Sottolinea la presidente di FdI: “Una situazione insostenibile, anche in termini di sicurezza, per l’Italia e per l’intera Europa. Proprio l’Unione europea da anni chiede agli Stati membri, e in particolare all’Italia, di difendere i confini nazionali ed europei”. Prosegue: “Nel 2017 la Commissione ipotizzava un blocco navale, per fermare la partenza dei barconi e le morti in mare, e numerose altre volte ha chiesto misure serie e concrete di rafforzamento delle frontiere esterne e di cooperazione con i Paesi terzi per il contrasto all’immigrazione illegale. È il contenuto anche del nuovo patto UE per la migrazione e l’asilo voluto da Ursula Von der Leyen. Questo è l’unico caso, in cui “ce lo chiede l’Europa” ma non piace alla sinistra e non si fa”.
Meloni propone pure “una fidejussione” a garanzia del pagamento delle tasse per “le aziende extracomunitarie apri e chiudi”. Per Letta: “Proposte folli”.
Intanto, la Lega ha chiuso le candidature. Riconfermati tutta la squadra di governo, i vicesegretari, i capigruppo. Tra le new entry Simonetta Matone. Al Senato le donne sono il 56 per cento dei candidati nei collegi uninominali .