(Elon Musk molla Trump: fine di un bromance con sprechi a catene – Estratto del Settimanale “Tech e Privacy”, la newsletter di Claudia Giulia Ferrauto)
Era partito con entusiasmo il sogno di “efficienza governativa”, ma l’idillio tra Elon Musk e Donald Trump si è sgonfiato come un palloncino a una festa di bambini difficili.
Il 29 maggio 2025, Musk ha annunciato su X di lasciare il suo ruolo di “Special Government Employee” nel Department of Government Efficiency (Doge), l’agenzia voluta da Trump per snellire la macchina federale.
“Grazie, Donald, ma passo”, ha twittato, con il tono di chi saluta un socio dopo un progetto naufragato. Motivo scatenante? Una legge di bilancio “grande e grossa” (parole di Trump) che Musk ha bollato come un “mostro di sprechi”, gonfiando il deficit e tradendo la missione di Doge.
In quattro mesi, Musk ha fatto molto, ma veramente molto rumore:
121.000 licenziamenti federali
chiusura dell’USAID e dipendenti in modalità panico.
Ma i 2 trilioni di risparmi promessi? Fumo negli occhi. La sua uscita, prevista dopo 130 giorni per limiti legali, ha visto anche Katie Miller, portavoce DOGE, fare le valigie.
Trump minimizza: “Elon resterà un amico-consigliere”.
Ma le crepe sono evidenti, con Musk che attacca il bilancio e Tesla che paga il prezzo in Borsa. Il Doge, senza il suo “migliore amico”, rischia di abbaiare senza mordere.
Ci torneremo la prossima settimana, ma una cosa è chiara: quando due First Lady condividono il palco, il sipario cala in fretta. La Tecnocrazia può sognare un governo snello, ma la politica è complessa e i fatti hanno sempre l’ultima parola.
A mio parere
In un mondo dove l’efficienza diventa un hashtag veicolato da migliaia di Tweet pompati dall’algoritmo di un Tecno-Oligarca e la politica è un reality show, la rottura tra Musk e Trump ci ricorda che anche le alleanze più acclarate hanno una data di scadenza.
(Estratto dal Settimanale “Tech e Privacy”, la newsletter di Claudia Giulia Ferrauto)