Donald Trump ha sempre considerato la guerra in Ucraina come un inciampo, lasciatogli dal suo predecessore. Gli americani, dem e rep, quindi anche Trump, convengono su un solo nemico mortale, Xi Jinping, e sono terrorizzati che lo Zar, vecchio e sconfitto ma sempre con il pollice sul pulsante rosso, possa venir cooptato, definitivamente, nella scuderia cinese.
Per Trump e per l’America, Putin è l’unico leader al mondo che considerino strategico, per un aspetto ovvio, un sottosuolo di 11 fusi orari, oltre 6.000 atomiche, e l’Artico russo, il mitico passaggio a nordovest. Probabilmente, questo gli ha fatto capire, e Lavrov glielo ha riconosciuto esplicitamente, che anche la Russia teme, di più, è terrorizzata, per i propri confini europei. Riflettiamo seriamente sul concetto delle cause profonde di ogni conflitto che Putin ripete da quattro anni. In fondo sono le stesse che rendono fragile la tregua in Palestina.
La cultura della velocità, che l’Occidente ha mutuato dalla Borsa valori, non è compatibile con le regole del compromesso alla base dei processi di pace e del far geopolitica. E quindi anche del giornalismo di guerra.
Al contempo, Trump sa benissimo che Putin non si permetterebbe mai di attaccare un qualsiasi paese europeo “Nato-protetto”, perché scatterebbe il mitico articolo 5 e la Russia verrebbe polverizzata, certo, con l’Europa a seguire. La nota posizione di “sfilarsi” di Trump, nella brutalità tipica degli Imperi, è chiara: “Tocca a Volodymir Zelensky trovare un accordo con la Russia, se non lo trova non conti più sull’Impero americano, quindi per la protezione e per i quattrini si rivolga a UE”. Quella delle sanzioni sul petrolio e risposta della Cina quando si conosceranno i dettagli potrebbe essere una sceneggiata ad usum Delphini.
Trump vorrebbe usare in Ucraina lo stesso format della Palestina, però sa perfettamente che qua non è applicabile. Benjamin Netanyahu è conscio invece che senza i missili americani l’Iron Dome ha due settimane di vita. E senza Iron Dome, e in prospettiva Accordi di Abramo, Israele è morta.






