Se lo Spirito Santo ci aiuta, il nuovo Papa sarà molto diverso da Benedetto e da Francesco ma, ne sono certo, sarà in continuità strategica con i loro due pontificati, come aveva previsto nel 1969 un giovane teologo bavarese. Il Papato old style otto-novecentesco è finito con Giovanni Paolo II. Questa la mia assunzione.
La nuova Chiesa si sta ispirando a quella disegnata, appunto nel 1969, in una serie di interventi radiofonici condotti da un allora giovane teologo bavarese che insegnava Dogmatica a Ratisbona (sarà il futuro Benedetto XVI): “Una Chiesa più piccola, una Chiesa particolare, che ripartirà con pochi fedeli, mettendo la fede al centro di tutto”. Per uno studioso del modello organizzativo su tre livelli come me, fu musica per le mie orecchie! Sarebbe stato il mondo in cui mi sarebbe piaciuto vivessero nel XXI secolo i miei nipoti.
Così il Vaticano sarebbe diventata la prima delle Abbazie del cattolicesimo, il Papa avrebbe abbandonato questo titolo patrizio, avrebbe cancellato la Curia, sarebbe tornato ad essere semplicemente il Vescovo di Roma, come fu con Pietro. E il Vaticano il museo del mondo.
Il monaco benedettino Elmar Salaman (secondo alcuni la persona vivente più intelligente) ha fatto la sintesi organizzativa suprema: “Un Convento saggio elegge sempre un abate che abbia caratteristiche opposte al suo predecessore”. In questo modo il “cambiamento discenderà, e sarà un tutt’uno, con il nuovo Abate, tagliando fuori la Curia (leggi anche Board) che sappiamo essere, per definizione, conservatrice.
Occuparsi degli Ultimi come ha fatto Francesco, era esattamente ciò che volevano i Primi: sedare la Plebe. Ma lui lo sapeva che sarebbe stato strumentalizzato dal Patriziato, a partire da uno dei suoi principi, Eugenio Scalfari. E così fu.
Identificare le Periferie come Chiesa (come ha fatto durante il suo pontificato Francesco) era esattamente ciò che volevano quelli delle ZTL (dove trascorrono le loro serate quelli che occupano durante il giorno la Curia e i Board). Ma lui lo sapeva. E sorrideva, come sanno sorridere i gesuiti sudamericani. Per questo aveva scelto di vivere nel residence di Santa Marta.
Questo doveva essere fatto per salvaguardare la Plebe. E Francesco, pur con umane scivolate, questo ha fatto. Sempre è stato, nel profondo, uno della Plebe e mai del Patriziato, neppure di complemento, come molti altri sui confratelli. La formazione tipica dei gesuiti sudamericani ha portato Francesco ad una critica serrata dello schema occidentale “democrazia liberale-CEO capitalism” teorizzato e impostoci dalle varie Curie laiche. Purtroppo, partito per combatterle, da esse verrà sconfitto: la fine di un sogno impossibile di un prete di periferia venuto dalla fine del mondo.
La strada l’aveva indicata Benedetto il giorno prima di entrare in Conclave ed essere eletto Papa. Parlò di “sporcizia della Chiesa”. Lui sapeva che la “sporcizia” era il problema della Chiesa di Roma, del Vaticano, della Curia.
Francesco sintetizzò il suo pensiero con una frase simbolo “La Chiesa è piena di Santi ma in certi casi è diventata una Chiesa viziosa, perché il clericalismo è vizioso”. Clericalismo vuol dire Curia, Curia vuol dire Board. Entrambi significano Patriziato. Da un paio di secoli confondiamo il significato di alcune parole chiave, addirittura le sostituiamo con sinonimi dal significato volutamente alterato. Quando capiremo che sulla confusione culturale si basa la strategia comunicazionale del Patriziato?
Da qua deve partire il XXI secolo della Chiesa e dell’Occidente tutto.
Noi laici perbene dell’Occidente perbene dobbiamo dedicare tutte le nostre energie, specie quelle giovanili, per eliminare tutte le sporcizie che i modelli politici, economici, culturali degli ultimi due secoli, e relative leadership, ci hanno lasciato. Un’immensa quantità di spazzatura ideologica e operativa che temo scopriremo neppure riciclabile.
Gettiamo i tappeti, illuminiamo gli angoli, gli anfratti, facciamo una pulizia in profondità, diamo il bianco alle pareti, aumentiamo la luce, diminuiamo gli arredi, soprattutto cominciamo ad aggiornare i posti a tavola, e gestire in modo corretto la dispensa! Nelle antiche “pulizie di Pasqua, è cosa buona e giusta cominciare sempre dalla dispensa e dai posti a tavola. Se lo faremo Benedetto e Francesco non sono vissuti invano.
Personalmente non ho dubbi, il nuovo Vescovo di Roma continuerà nell’opera di pulizia iniziata da loro due.