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Salvini

Cosa dicono Meloni, Salvini e Berlusconi sulla premiership

Baruffe tra centrodestra, centrosinistra e terzo polo. E dibattito fra Meloni, Salvini e Berlusconi sulla premiership. La nota di Paola Sacchi

 

Scontro su tutto. Tra il centrodestra e il centrosinistra, che dà sempre più l’impressione di giocare una battaglia della paura nei confronti della eventuale vittoria degli avversari. Da parte di Enrico Letta e Luigi Di Maio, più che il lancio di proposte autonome per l’Italia, sembra tutto un cercare di cogliere il centrodestra, la “destra”, in fallo, dall’economia alla politica estera. Con al centro le accuse anche di Di Maio, dopo quelle di Letta, per le presunte ingerenze russe. Accuse alle quali Matteo Salvini replica duramente dalla “Piazza” di Affaritaliani.it, a Ceglie. Ribatte il leader leghista: ”Ho sempre difeso l’interesse nazionale del mio Paese, in Italia e all’estero. L’ultima volta che sono andato a Mosca ci sono andato da ministro. Da oggi querelo chiunque dica che io sono al servizio dei russi, perché io sono esclusivamente al servizio del popolo italiano, con l’Occidente. E questo vale per Saviano, per Letta, per Di Maio, per Renzi, per Calenda. Contestatemi su flat tax e altro ma non su questo”. Ironicamente la Lega aveva già suggerito: “Sulle spie russe Di Maio chieda al ministro degli Esteri”. L’altro ieri era stata la presidente della commissione Esteri del Senato, Stefania Craxi (FI), ad accusare Letta per una intervista al giornale spagnolo “Publico” e poi Di Maio: “Così si scredita l’immagine internazionale dell’Italia”. Il segretario del Pd insiste: sulle ingerenze russe “la destra drammaticamente ambigua”. Giorgia Meloni, presidente di FdI: un ministro degli Esteri “non può andare in giro per il mondo a screditare così l’Italia per avere un voto in più”. Di Maio l’aveva chiamata in causa anche sull’economia accusando il centrodestra di aver fatto proposte “da 100 miliardi”.

Pure sulla grave emergenza energetica il segretario del Pd respinge di fatto le proposte degli avversari: “Con quale credibilità chi 37 giorni fa ha fatto cadere il governo Draghi pretende oggi dal governo Draghi misure per la crisi energetica?”. Il “terzo polo”, schiacciato nello scontro, con Carlo Calenda insiste sulla necessità di “fermare per un giorno la campagna elettorale” per trovare soluzioni alla crisi energetica. Ma il centrodestra, vedendoci solo una mossa tattica per uscire dalle difficoltà fotografate dai non lusinghieri sondaggi terzopolisti, tira dritto e rilancia con le proposte per l’energia. Salvini torna a chiedere lo scostamento di 30 miliardi che  a suo avviso, potrebbe fare anche il governo in carica. Meloni propone di equiparare le bollette a quelle dell’anno scorso, senza oneri per lo Stato. Silvio Berlusconi insiste, come gli alleati, su quelle misure ” da sempre bloccate dalla sinistra”: rigassificatori, termovalorizzatori, avvio dei piani per il nucleare pulito. E chiede, il Cav , un decreto subito “per sterilizzare gli aumenti”.

Intanto, prosegue il dibattito nel centrodestra sulla premiership, sempre però nell’ambito delle regole che la coalizione si è data e cioè che “chi”- non è scritta la parola partito nell’accordo – prenderà più voti proporrà il premier. Meloni aveva detto: “Se vincesse il centrodestra e ci fosse l’affermazione di FdI, non ho ragione di credere che Mattarella possa assumere una scelta diversa rispetto alla mia indicazione”. Salvini a una domanda sul tema replica con toni felpati che anche lui concorre per la premiership e che comunque è a Sergio Mattarella che spetta scegliere. Dice Salvini: “Io aspetto il voto degli italiani prima di fare qualsiasi commento, poi il Presidente della Repubblica sceglierà come è giusto che sia”. Sarebbe una forzatura parlare di scontro, proprio perché la competition interna è fissata dallo stesso accordo siglato dai leader del centrodestra. “Ed io – dice Salvini – sono assolutamente orgoglioso di poter concorrere al mestiere più bello del mondo, che è il presidente del Consiglio di questo Paese”. Il coordinatore azzurro Antonio Tajani aveva ribadito che “chi avrà più voti indicherà un nome al Capo dello Stato. Poi toccherà a lui nominare il Presidente del Consiglio incaricato”. Conclusione: ” Se toccherà a Meloni, saremo felici di sostenerla”. Berlusconi, intervistato dal “Qn”, sottolinea che Meloni “non ha nessun bisogno di essere legittimata a fare il premier, anche perché la legittimazione dipende solo dal voto degli italiani”. E ricorda il patto stabilito nel centrodestra secondo cui “chi prende più voti ha diritto ad indicare al presidente della Repubblica un nome”.

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