Skip to content

radio

Come fare la guerra al Coronavirus in Italia? Parla il prof. Parisi (presidente Accademia dei Lincei)

Sono sufficienti le misure decise dal governo anti contagi da Coronavirus? Vanno chiuse anche le scuole e allargate le zone rosse?

Sono alcune delle domande poste da Ruggero Po a Giorgio Parisi, fisico, da settembre 2018 presidente dell’Accademia Nazionale dei Lincei, considerato uno dei fisici più autorevoli del mondo secondo la scala h-index

 

 

ECCO IL PUNTO SUL CORONAVIRUS IN ITALIA AGGIORNATO AL 3 MARZO 2020:

Il decimo giorno dell’era del coronavirus in Italia fa segnare due record: il maggior numero di vittime in un giorno dall’inizio della diffusione del virus, 27, il 52% in più rispetto a ieri per un totale di 79, e il primo neonato ricoverato, in Lombardia, un piccolo di pochi giorni che “non è intubato – spiega il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro – era già in un percorso di assistenza post nascita e ha una evoluzione clinica che viene considerata normale”. Il Comitato tecnico scientifico voluto dal premier Conte ha predisposto nuove regole, valide per 30 giorni e da applicare in tutta Italia, che potrebbero integrare il Dpcm del primo marzo. Una di queste è di evitare manifestazioni, anche quelle sportive, che comportino l’affollamento di persone: in pratica si tratta di ‘sterilizzare’ lo sport, calcio compreso, con il concreto scenario delle partite a porte chiuse. C’è poi l’invito, a coloro che hanno oltre 75 anni e a chi ne ha più di 65 ed è ammalato, a non frequentare luoghi affollati. Evitare tutti, quando possibile, abbracci e strette di mano, e mantenere la distanza di almeno un metro dalle altre persone. I numeri del contagio sono chiari: a ieri i guariti sono 160 mentre i malati sono 2.263, 428 in più rispetto a lunedì, pari ad un incremento del 23%. Un aumento che è minore rispetto al picco del 50% registrato domenica 1 marzo ma superiore al 16% fatto segnare lunedì. Significa che la curva di crescita non si è ancora assestata. Così come non è costante il numero delle vittime: oggi ha fatto segnare un +52% rispetto a lunedì, ieri era arrivato ad un più 53% ma domenica si era fermato a +17% e sabato a +38%. L’unico dato che fa essere leggermente ottimisti i tecnici è che l’88% dei malati è in tre regioni: Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. (Redazione Start Magazine)

Torna su