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Consiglio d’Europa, cos’è l’Ecri che vaneggia contro la Polizia. Il caso dell’italiano Gambino

La Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza del Consiglio d’Europa (Ecri) all’Italia: forze dell’ordine razziste su rom e africani. Tutti i dettagli, le reazioni delle istituzioni italiane e il caso del professor Gambino

ECRI NELLA BUFERA

L’ultimo rapporto dell’Ecri, l’organo anti-razzismo e intolleranza del Consiglio d’Europa, ha denunciato xenofobia, discriminazioni contro le comunità Lgbt, e attività di profilazione razziale da parte delle forze dell’ordine in Italia. L’organo ha quindi chiesto al governo italiano di istituire un organismo per le pari opportunità pienamente indipendente. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è detto “stupito” per i contenuti del rapporto e ha espresso “stima e vicinanza” al responsabile della Polizia Vittorio Pisani. Più aspra la reazione della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ha definito “ingiurie” le valutazioni dell’Ecri.

Tutti i dettagli e il caso del rappresentante italiano nell’organismo, il prof. Alberto Gambino (nella foto).

STUDIO ECRI: “RAZZISMO DALLA POLIZIA IN ITALIA”

Inoltre, indica “critiche indebite che minano l’autorità dei giudici che decidono sui casi di migrazione” tra gli esempi negativi del confronto politico che “promuove una cultura di esclusione piuttosto che di inclusione dei migranti”. Secondo l’organo del Consiglio d’Europa, queste critiche “minano l’indipendenza della magistratura che tratta di questi casi, che deve essere invece rispettata, protetta e promossa”.

“Durante la sua visita in Italia, l’Ecri ha ricevuto molte testimonianze di profilazione razziale da parte delle forze dell’ordine, soprattutto sulla comunità rom e sulle persone di origine africana”, si legge nel documento. Lo studio richiesto alle autorità italiane dovrà prefiggersi “l’obiettivo di individuare e affrontare qualsiasi pratica di profilazione razziale da parte delle forze dell’ordine”. Strasburgo valuterà quindi tra due anni se la raccomandazione sarà stata seguita.

“L’Ecri rileva con seria preoccupazione che il discorso pubblico italiano è diventato sempre più xenofobo negli ultimi anni e che i discorsi politici hanno assunto toni altamente divisivi e antagonisti, in particolare nei confronti di rifugiati, richiedenti asilo e migranti, nonché di cittadini italiani con background migratorio, rom e persone Lgbti”.

LE RACCOMANDAZIONI DELL’ECRI

L’organo anti-razzismo e intolleranza del Consiglio d’Europa, nel suo rapporto sull’Italia aggiornato ad aprile, raccomanda “che le figure pubbliche, compresi i funzionari di alto livello e i politici di tutti gli schieramenti, siano fortemente incoraggiati ad assumere una posizione tempestiva, ferma e pubblica contro l’espressione di discorsi d’odio razzisti e lgbti-fobici e a reagire con discorsi alternativi, nonché a promuovere la comprensione tra le comunità, anche esprimendo solidarietà a coloro che sono bersaglio di discorsi d’odio”. L’Ecri ritiene inoltre che “i partiti dovrebbero adottare codici di condotta appropriati che proibiscano l’uso di discorsi d’odio, invitino i loro membri e seguaci ad astenersi dal pronunciarli, appoggiarli o diffonderli e prevedano sanzioni in caso contrario”.

COS’E’ L’ECRI, COMMISSIONE EUROPEA CONTRO IL RAZZISMO E L’INTOLLERANZA

La Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza, creata nel 1993, lotta contro il razzismo, la discriminazione razziale, la xenofobia, l’antisemitismo e l’intolleranza in Europa, alla luce della Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo, dei suoi Protocolli Addizionali e della relativa giurisprudenza. Principale attività dell’ECRI è il monitoraggio, Paese per Paese, dei fenomeni di razzismo ed intolleranza, sulla base di un sistema di visite periodiche a seguito delle quali viene pubblicato un rapporto con le conclusioni dell’ECRI e le raccomandazioni rivolte allo Stato. Tale monitoraggio è svolto in cicli di cinque anni e permette di analizzare ogni anno la situazione di 9/10 paesi.

Inoltre, l’ECRI elabora delle raccomandazioni di politica generale indirizzate a tutti gli Stati membri, nell’intento di fornire linee direttrici per l’elaborazione di politiche nazionali conformi agli standards previsti dal Consiglio d’Europa. Infine, imprescindibile per il radicamento di una cultura di tolleranza è la sensibilizzazione della società civile. A tal fine, l’ECRI organizza frequenti tavole rotonde, collabora con ONG e media ed elabora programmi di formazione ed informazione rivolti ai cittadini degli Stati membri.

COME VENGONO SCELTI I MEMBRI DELL’ECRI

L’Ecri è composta da esperti indipendenti designati dai Governi degli Stati membri del Consiglio d’Europa – uno per ciascuno dei 46 Stati membri. Gli esperti, in particolare, vengono designati dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, e monitorano i problemi di razzismo, xenofobia, antisemitismo, intolleranza e discriminazione per motivi quali la “razza”, l’origine etnica, il colore della pelle, la cittadinanza, la religione e la lingua.

Il Comitato dei Ministri è organo decisionale e composto dai Ministri degli Affari esteri di tutti gli Stati membri o dai loro delegati permanenti a Strasburgo. Il Comitato dei Ministri determina la politica dell’organizzazione, approva il suo bilancio ed il programma di attività.  I membri dell’ECRI partecipano alla revisione della legislazione, delle politiche e delle altre misure degli Stati membri e formulerà raccomandazioni al fine di rafforzarle e renderle più efficaci.

CHI E’ IL PROF GAMBINO, MEMBRO ITALIANO NELL’ECRI

Ma chi è Alberto Gambino, l’uomo che rappresenta l’Italia in questa delicata istituzione e nominato in importanti organismi italiani e internazionali in questi ultimi mesi durante il governo Meloni?

GAMBINO, ESPERTO DI DIRITTO E TECNOLOGIA

Alberto Gambino è stato eletto membro dell’ECRI nel novembre 2023, scelto dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa per rappresentare l’Italia in un organismo che monitora le politiche contro il razzismo e l’intolleranza nei Paesi membri. Il Comitato dei Ministri è un organo decisionale composto dai ministri degli Affari esteri di tutti gli Stati membri o dai loro delegati permanenti a Strasburgo. Il rappresentante permanente italiano al Consiglio d’Europa è il diplomatico Roberto Martini, nominato a settembre 2023, quindi sotto la Farnesina guidata da Antonio Tajani. Se ne deduce che il via libera a Gambino, due mesi dopo, sia arrivato inevitabilmente dalle figure del nuovo corso di maggioranza di centrodestra. Persona stimata sia per la sua competenza nel campo del diritto, sia per il suo impegno nel garantire i diritti umani anche nel mondo digitale.

GAMBINO NOMINATO DURANTE IL GOVERNO DI CENTRODESTRA E SCELTO DA MELONI ANCHE PER IL COMITATO NAZIONALE BIOETICA

Oltre al suo ruolo nell’ECRI, Gambino è un giurista di fama, Prorettore vicario dell’Università europea di Roma e professore ordinario di Diritto civile. Ha maturato una vasta esperienza nel campo della protezione dei diritti fondamentali, con un particolare focus sull’uso delle tecnologie per contrastare fenomeni di intolleranza, come l’hate speech online. Durante il governo Meloni non solo ha ottenuto l’incarico all’ECRI, ma con decreto firmato dalla stessa Presidente del Consiglio è stato nominato nel Comitato Nazionale per la Bioetica, un altro importante organismo di consultazione per le questioni etiche legate alla scienza e alla tecnologia.

IL CONTRIBUTO DI GAMBINO ALL’ECRI

L’ECRI è composta da esperti indipendenti che hanno il compito di monitorare e suggerire raccomandazioni ai governi sulle questioni di razzismo, xenofobia e intolleranza. Gambino, con la sua esperienza nel diritto e nella regolamentazione delle tecnologie, rappresenta un punto di riferimento in questo dialogo.

Gambino, infatti, ha sempre avuto un approccio focalizzato sul bilanciamento tra diritti umani e sicurezza, riconoscendo l’importanza di norme che tutelino la dignità delle persone, ma anche di politiche che garantiscano la protezione sociale. In qualità di presidente dell’Accademia Italiana del Codice di Internet, ha contribuito a sviluppare modelli giuridici per contrastare abusi e violazioni dei diritti nel mondo digitale, una competenza sempre più centrale nel contrasto alla discriminazione e all’odio online. Adesso, quasi un anno dopo la sua elezione, Gambino si trova al centro di una situazione di tensione tra il governo italiano e l’ECRI di cui, siamo sicuri, avrebbe fatto volentieri a meno.

COSA DICE IL PROF. GAMBINO

Gam­bi­no, Com­mis­sa­rio ita­lia­no del­l’E­cri e Pro­ret­to­re Vi­ca­rio del­l’U­ni­ver­si­tà Eu­ro­pea di Roma, ha pre­ci­sato: “Il rap­por­to sul­l’I­ta­lia è ben più am­pio e con­si­de­re­vo­le di quan­to sta emer­gen­do nel di­bat­ti­to pub­bli­co. Il Rap­por­to – che pe­ral­tro si ri­fe­ri­sce agli ul­ti­mi otto anni di vita del no­stro Pae­se e con Go­ver­ni di co­lo­re di­ver­so – met­te in luce mol­ti aspet­ti po­si­ti­vi come po­li­ti­che edu­ca­ti­ve sem­pre più in­clu­si­ve, l’ac­ces­so ge­ne­ra­liz­za­to al­l’as­si­sten­za sa­ni­ta­ria per tut­ti gli im­mi­gra­ti, un for­te im­pe­gno isti­tu­zio­na­le nel­la lot­ta ai di­scor­si d’o­dio”.

“Inol­tre – pro­se­gue il Prof. Gam­bi­no – an­che la Rac­co­man­da­zio­ne ri­vol­ta al Go­ver­no ita­lia­no di com­mis­sio­na­re uno stu­dio in­di­pen­den­te su even­tua­li pra­ti­che di pro­fi­la­zio­ne raz­zia­le da par­te del­le for­ze del­l’or­di­ne, non de­ri­va da al­cu­na con­sta­ta­zio­ne che ciò ef­fet­ti­va­men­te si ve­ri­fi­chi in Ita­lia ma piut­to­sto è in­di­ca­to dai due Com­mis­sa­ri (ru­me­no e bul­ga­ra, ndr) che han­no re­dat­to il Rap­por­to at­tra­ver­so sin­go­le te­sti­mo­nian­ze rac­col­te du­ran­te la loro vi­si­ta in Ita­lia, te­sti­mo­nian­ze pe­ral­tro di­scu­ti­bi­li in quan­to ri­con­du­ci­bi­li agli stes­si sog­get­ti in­te­res­sa­ti da fer­mi di po­li­zia“.

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