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Governo Meloni

Conservatorismo e valori spirituali

La politica non è una prassi esclusivamente istituzionale, non è soltanto fare per fare, ma è prima di tutto condivisione di un modo di pensare, di un modo di agire, di un modo interpretare il mondo. L’analisi del professore Benedetto Ippolito, storico della filosofia

 

Gli ultimi sondaggi sono inequivocabili. L’Italia si avvia rapidamente verso un mutamento sostanziale della propria politica. La ragione non è data unicamente dalla percentuale di preferenze che riscuote la coalizione di centrodestra, con in testa FDI, ma dalla volontà di cambiamento che si percepisce nella società, nelle persone comuni, nel popolo italiano.

Uno stato più snello, meno burocratico, funzionale, stabile, che permetta a chi governa di farlo rapidamente e chiaramente: questo è quanto gli italiani vogliono, ed è ciò che spinge a vedere con favore crescente anche le necessarie riforme istituzionali di tipo presidenziale o semi presidenziale che servono al Paese.

Al centrodestra è affidata ora una grande responsabilità, vale a dire saper tradurre in pratica, in modo compatto, ordinato ed omogeneo, questa spinta dal basso, facendola diventare azione politica concreta che realizzi e non tradisca questa volontà collettiva.

È importante che, oltre il programma, si vada verso un’azione che muova i suoi passi dall’interno: una politica che sia attenta, innanzitutto, alla vita reale dei cittadini, ispirata a quella sintonia di anima, nazionale e comunitaria, che sola può garantire un processo autenticamente democratico.

In questo quadro sono fondamentali i valori intimi che sorreggono e determinano l’identità italiana: valori spirituali che pongano in essere in modo preciso azioni politiche veramente conservatrici e veramente liberali, condivise nel profondo da tutti.

La politica non è una prassi esclusivamente istituzionale, non è soltanto fare per fare, ma è prima di tutto condivisione di un modo di pensare, di un modo di agire, di un modo interpretare il mondo, un trasferimento di energie umane dall’alto al basso e dal basso all’alto della società.

Credere nella risorsa suprema di una nazione è credere in ciò che una nazione è interiormente, nell’intelligenza e nella libertà popolare, indispensabile nell’affrontare i problemi e per farcela insieme. Questa sintonia non può e non deve essere tradita, essendo uno strumento di azione politica collettiva che deve convincere, riformando e adattando al sentire comune gli interessi generali, l’essenza de nostro stato democratico.

Dovremo affrontare tempi duri. Nessuno ha ricette già valide e sicure per tutto quello che accadrà e servirà. Perciò un centrodestra veramente efficace ha la necessità di saper narrare, giustificare e impersonare in azioni concrete la volontà e l’ethos del popolo italiano, se gli sarà affidato. La prima virtù politica è la fiducia e l’intima convinzione che i cittadini sentono verso chi li governa. Non perdere il contatto è essenziale.

Una concezione spirituale della politica è una visione democratica della Repubblica, mancante ormai da trent’anni, una capacità tutta politica di stabilire delle priorità che non dipendano da altro se non da ciò che si è peculiarmente come Italia nel mondo. Saper sentire e capire la gente è un atto di amore, senza il quale il bene comune diviene vuota retorica di facciata, alla fine destinata all’impopolarità.

Una concezione spirituale della politica deve saper scegliere quanto serve a tutti, muovendo da quei valori che ci costituiscono come comunità reale, principi che sono l’eredità culturale cristiana tradizionale del nostro esistere e la specificità propria del nostro essere una singola nazione, una e inimitabile, tra le altre che popolano l’Europa e il mondo intero. Di qui la centralità della persona, della socialità, della famiglia naturale, del lavoro, dell’impegno, della meritocrazia, dei doveri verso il prossimo, della passione per la verità: finalità complessive che l’Italia deve scoprire sempre meglio e vedere rappresentate senza tradimento, affinché siano fatte valere in modo netto ed intransigente da politici buoni ed onesti, consapevoli cioè della missione eroica e dell’abnegazione necessaria che tale arduo compito impone.

Una visione conservatrice non può non essere sorretta da questi permanenti valori spirituali e tradizionali tipici della propria civiltà, ideali elevati capiti e sentiti, che anche noi italiani meritiamo finalmente di veder rappresentanti e praticati nelle consequenziali azioni di governo.

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