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Centrodestra

Con Schlein il Pd diventerà un partito della sinistra radicale

Per la prima volta le primarie di un partito stabiliscono un leader diverso da quello che avevano votato gli iscritti e cioè Bonaccini. Ferma restando la chiara vittoria di Schlein, un bel rebus scuote la sinistra. La nota di Paola Sacchi

 

Vince a sorpresa Elly Schlein. La ex ditta rossa si butta sempre più a sinistra. Una sinistra sempre più radicalizzata che rincorre i grillini nel tentativo di impedirne l’Opa. Seppur una vecchia regola della politica dica al contrario che l’elettore premia di solito l’originale.

Resta scoperto con la sconfitta del governatore emiliano Stefano Bonaccini, ex renxiano, che aveva fatto discorsi da realpolitik anche nei rapporti con il governo Meloni, il cosiddetto “centro” riformista a sinistra.

Il “terzo polo” di Matteo Renzi e Carlo Calenda non può che esserne soddisfatto e mettere l’accento sullo spazio di manovra che ora intravede. “È una bella giornata per la chiarezza del quadro politico. Dopo anni di ambiguità, il principale partito di centrosinistra assume una chiara fisionomia: la stessa di Ocasio-Cortez, di Corbyn, di Melenchon. Ora tocca a noi tutti costruire con altrettanta chiarezza la nostra identità”, twitta il renziano Luigi Marattin, ipotizzando per il Pd, con una serie di paragoni con la sinistra estera, un futuro radicale e come tale residuale. Maria Elena Boschi parla subito degli ampi spazi che si aprono “a una politica riformista”.

Ma anche Giuseppe Conte, il leader pentastellato e ex premier, trae una sua soddisfazione dell’affermazione di Schlein, mettendoci in qualche modo il cappello sopra. Auguri a Elly Schlein e come fosse una sua rivincita afferma: “Gli elettori Pd hanno chiesto un cambiamento rispetto a chi ha barattato le misure del Conte 2 su lavoro, ambiente, povertà, sostegno a imprese e ceto medio con la vuota agenda Draghi”. Ma, avverte Conte: “Su questi temi noi abbiamo già da tempo progetti chiari”.

Il Pd con il suo nuovo, anzi la sua nuova segretaria è nel mezzo di una dialettica politica in cui ora è chiamato alla prova di essere ancora il partito perno dell’opposizione.

A Schlein vanno gli auguri del governo di centrodestra, con il premier Giorgia Meloni e il vicepremier Matteo Salvini, che riconoscono all’avversaria la vittoria ottenuta ai gazebo attraverso il valore politico in generale della mobilitazione territoriale : per il premier l’affermazione di “una giovane donna” è d’auspicio al fatto che la sinistra “possa guardare avanti e non indietro”; per il leader della Lega, ministro delle Infrastrutture e Trasporti l’auspicio è che “anche a sinistra ora rispettino il voto popolare”.

Ma le prime parole della leader del Pd sono di contrapposizione frontale al governo: “Saremo un gran problema per il governo Meloni. Il popolo di sinistra è vivo ed è pronto a rialzarsi, questa è la prima risposta all’astensionismo”. Il programma è di dare risposte alle fasce più povere e emarginate, di giovani soprattutto.

Parole dure di Schlein sulla tragedia dell’immigrazione a Crotone, chiamando in causa la politica del centrodestra: “È disumano fare un decreto per rendere più difficili i salvataggi in mare”. E sugli scontri di Firenze accusa la destra.

Insomma, come era prevedibile già nel suo programma del resto, la linea è quella di una sinistra radicale, di istanze identitarie che trova consenso soprattutto nei centri urbani. Il Giornale diretto da Augusto Minzolini parla di Pd che “si chiude nel salotto” e di “una nuova Rifondazione comunista” che vince “con l’aiuto dei 5s”.

Se finirà che per cercare di egemonizzare, secondo la vecchia teoria gramsciana, il Pd finì egemonizzato, lo vedremo nel tempo.

Un fatto è certo: per la prima volta le primarie di un partito stabiliscono un leader diverso da quello che avevano votato gli iscritti e cioè Bonaccini. Ferma restando la chiara vittoria di Schlein, un bel rebus scuote la sinistra.

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