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Ecco come la Commissione Ue fa felice Meloni sui migranti

La Commissione europea ha presentato la prima lista dei "paesi di origine sicuri", che dovrebbe permettere un'accelerazione dei processi di rimpatrio dei richiedenti asilo. Meloni ha parlato di "grande soddisfazione". Ecco perché. Estratto dal Mattinale europeo

La Commissione europea ieri ha presentato la sua prima lista di “paesi di origine sicuri”, che dovrebbe consentire agli Stati membri di anticipare l’applicazione del nuovo Patto su migrazione e asilo e accelerare le procedure per rimpatriare i richiedenti asilo la cui domanda ha alte probabilità di essere rigettata.

La Commissione accelera sul nuovo Patto su migrazione e asilo

Le procedure accelerate e le procedure di frontiera dovrebbero permettere di valutare le richieste di protezione internazionale al massimo in tre mesi. Il concetto di “paese sicuro” implica una presunzione di domanda infondata, perché i migranti non corrono rischi di persecuzione nel loro paese. La lista proposta dalla Commissione include tutti i paesi candidati all’Ue (con un’eccezione per l’Ucraina perché in guerra), il Kosovo, la Tunisia, l’Egitto, il Marocco, la Colombia, il Bangladesh e l’India. La stessa procedura sbrigativa ed accelerata si applicherà anche a migranti che provengono da paesi per i quali il tasso di riconoscimento della protezione internazionale è inferiore al 20 per cento.

Una lista di paesi sicuri non così sicuri

La lista di paesi di origine sicuri proposta dalla Commissione rischia di far discutere. Tunisia, Egitto e Marocco non sono modelli di paesi in cui vengono rispettati i diritti dei cittadini, dei dissidenti, delle minoranze religiose o etniche e della comunità LGBT. Gli stessi rapporti del Servizio europeo di azione esterna dell’Ue puntano il dito contro la mancanza di indipendenza della magistratura e gli attacchi razzisti in Tunisia, i limiti alla protezione dei diritti fondamentali in Egitto, gli arresti di giornalisti o le persecuzioni degli LGBT in Marocco.

La proposta della Commissione non prevede categorie specifiche di persone da escludere dalla presunzione di rigetto della domanda di asilo nelle procedure accelerate o di frontiera.

Anche alcuni paesi candidati all’adesione all’Ue, che rientrano nella lista, pongono seri problemi. In Turchia le persecuzioni contro i curdi sono costanti e attualmente è in corso una repressione dell’opposizione al presidente Recep Tayyip Erdogan. Anche in Georgia, oppositori, dissidenti, giornalisti e militanti pro democrazia sono perseguitati dal governo filo russo di Sogno georgiano. La Moldavia, altro paese candidato, è stata oggetto di una sentenza della Corte di giustizia dell’Ue che ha stabilito che non era possibile applicare il concetto di paese sicuro per la situazione in Transnistria.

Una lista di paesi sicuri ritagliata su misura per Meloni

“Accolgo con grande soddisfazione la proposta di lista Ue di paesi sicuri di origine”, ha detto ieri il presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni. “Un successo”, ha detto il ministro italiano dell’Interno, Matteo Piantedosi.

La lista proposta dalla Commissione include Tunisia, Egitto e Bangladesh, al centro delle battaglie tra il governo e i giudici italiani, ogni volta che questi ultimi sono stati chiamati a valutare l’applicazione del concetto del paese sicuro ai richiedenti asilo sia sul territorio italiano sia nei centri in Albania.

Ma non è detto che la lista rimanga quella proposta dalla Commissione. La proposta dovrà essere approvata dal Consiglio (dove sono rappresentati i ventisette governi) e dal Parlamento europeo. Alcuni eurodeputati potrebbero cercare di togliere dalla lista almeno Tunisia, Egitto e Marocco. La lista finale “potrebbe essere più corta”, ammette un funzionario della Commissione.

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