skip to Main Content

Come trovare l’identikit giusto per il Quirinale

“Capi senza Stato”  di Marzio Breda (Marsilio) letto da Tullio Fazzolari

 

L’augurio fondamentale da rivolgere al prossimo presidente della Repubblica è che non debba affrontare due anni di pandemia con in mezzo anche una crisi di governo. Poi, se per caso non “andrà tutto bene” (frase a cui ormai non crede più nessuno), c’è sempre la speranza che il nuovo capo dello Stato sappia superare le difficoltà con lo stesso equilibrio e lo stesso coraggio di Sergio Mattarella. Qualità che sicuramente saranno indispensabili anche per il suo successore perché su una cosa c’è assoluta certezza: negli ultimi decenni il compito del presidente della Repubblica è diventato sempre più centrale nella vita politica italiana ma anche, anzi soprattutto, sempre più complesso.

Capi senza Stato di Marzio Breda (Marsilio, 224 pagine, 18 euro) racconta con efficacia un cambiamento di enorme importanza che è iniziato durante il mandato al Quirinale di Francesco Cossiga ed è proseguito inesorabile con i quattro suoi successori, da Oscar Luigi Scalfaro fino a Sergio Mattarella, e nulla lascia supporre che sia finito qui. Perché Capi senza Stato? Se a qualcuno il titolo dovesse sembrare un po’ apocalittico basterà ricordare quante crisi si sono susseguite in questi anni. I partiti tradizionali della prima Repubblica, in gran parte travolti dalle inchieste giudiziarie, si sono dissolti. La nuova politica che avrebbe dovuto prenderne il posto non ha convinto più di tanto e lo dimostra il fatto che circa metà degli italiani non va più a votare. E anche fra quelli che ancora ci vanno dilagano populismi di vario genere che spesso non sono altro che una riedizione del solito qualunquismo. Ad aggiungere malessere ci hanno pensato crisi economiche a raffica che hanno ridotto il potere d’acquisto delle famiglie. L’elenco delle calamità potrebbe continuare fino all’attuale emergenza pandemia ma sembra già sufficiente a far capire che, alla fine, anche le istituzioni hanno perso prestigio e credibilità. Tutte tranne una, almeno fino a questo momento, ed è il presidente della Repubblica.

La grande verità che Marzio Breda ben racconta nel suo libro è che agli ultimi cinque presidenti va riconosciuto il merito di aver saputo interpretare il ruolo di capo in uno Stato che perdeva pezzi. Certo ciascuno di loro lo ha fatto con il proprio stile e i propri valori di riferimento. Per le sue esternazioni Cossiga fu definito il picconatore ma, visto quello che è successo dopo, si può dire sia stato profetico. E nessuno meglio di Carlo Azeglio Ciampi ha saputo ribadire il concetto di unità nazionale contrapponendo un sano patriottismo alle beghe da cortile della politica. Insomma, se siamo sopravvissuti a una serie di calamità, è anche perché abbiamo avuto la fortuna di avere alcuni presidenti di grande statura morale. Però è un po’ rischioso scegliere un nuovo capo dello Stato affidandosi solo alla fortuna. Non sarebbe male se i grandi elettori per trovare l’identikit giusto leggessero Capi senza Stato prima di iniziare le votazioni.

Back To Top