Uno storico accordo economico finanziario è stato siglato il 17 febbraio a Abu Dhabi da Vladimir Zelensky in visita ufficiale negli Emirati, accordo firmato con Mohammed bin Zayed-Al Nahyan, presidente degli Emirati Arabi.
L’accordo prevede il libero accesso al mercato degli Emirati per i prodotti ucraini : il 99% dei prodotti ucraini entrerà nel mercato degli Emirati, senza dazi.
Si tratta del primo accordo del genere in assoluto, fra Ucraina e un paese del Golfo: una vera intesa di partenariato economico. Non sono previste restrizioni, tranne che su alcuni prodotti specifici, in modalità di quote di mercato, ma comunque senza alcun dazio. È dunque un accordo di liberalizzazione del commercio che estende le relazioni commerciali ucraine con gli Emirati.
La visita di Zelensky è stata accompagnata dall’arrivo di un’ampia delegazione di imprenditori ucraini negli UAE e da un incontro fra i rispettivi ministri di industria e commercio. La priorità negli interscambi va al settore agricolo di cui l’Ucraina è, da sempre, fra i maggiori produttori nel mondo e al settore dell’energia con le relative privatizzazioni. Altro settore di interesse negli scambi è quello dell’AI, intelligenza artificiale.
Gli Emirati sono anche interessati alle concessioni portuali e a sviluppare infrastrutture. (Un punto su cui si troveranno a rivaleggiare con turchi e cinesi in prospettiva). Gli ucraini collaboreranno con Abu Dhabi anche per sviluppare un progetto con hub in Africa. L’accordo di Abu Dhabi è stato firmato tecnicamente dal ministro del commercio internazionale degli Emirati Arabi Tanya bin Ahmed Al Zeidy e dalla ministra ucraina Yulia Sviridenko. È “Un accordo unico nel suo genere” secondo la ministra ucraina, e che “ apre le porte a un mercato globale”, essendo gli UAE un paese che rappresenta un centro economico per il Medio Oriente e un paese leader nella logistica e nel commercio.
L’accordo riguarda in dettaglio beni, servizi, investimenti e commercio digitale e esportazioni di metalli e di oli vegetali, il tutto a vantaggio della bilancia commerciale positiva nel commercio delle materie prime per l’Ucraina.
Le quote contingenti tariffarie di importazione infine riguarderanno: carni di pollo, uova, olio di girasole e prodotti metallurgici. Nasce anche un Consiglio per gli investimenti Ucraina-Emirati, per aumentare gli afflussi di investimenti. Si svilupperanno poi, grazie all’accordo, le presenze di PMI ucraine in Medio Oriente. Le aziende ucraine avranno tutte accesso semplificato ai mercati degli Emirati e di altri paesi della regione collegati. Gli imprenditori ucraini potranno inoltre registrare aziende negli UAE, con quote di capitale estero fino al 70% e non più solo fino al 49% e in alcuni settori potranno avere delle quote fino al 100% (registrandosi nelle zone economiche franche degli UAE).
Quanto invece alla Cina in Ucraina si registrano decisive novità: le aziende cinesi stanno entrando in Donbass, portale industriale con Dnipropetrovsk dell’Ucraina contemporanea. Dato che la Russia non dispone di capitali idonei a sviluppare i territori occupati, sta attirando capitali e investitori cinesi. ( Lo attestano le fonti ucraine: Espresso; Tribun e The New Voice of Ukraine). I cinesi stanno investendo attivamente nell’occupazione in Donetsk dove i cinesi aiutano i russi a realizzare grandi lavori di costruzioni nella zona del Donbass. In pratica come i Coreani del Nord offrono un supporto militare e gli Iraniani un sostegno economico, così i cinesi supportano industrialmente la Nova Rossjja. Inoltre i cinesi sono in collaborazione con la Russia per realizzare la strategica autostrada del Donetsk, nell’ambito del progetto cinese di Silk and Belt Road, autostrada che si include nel corridoio intercontinentale che percorre il tratto fra Pechino e Rostov sul Don. In pratica merci cinesi ma anche mezzi tecnici o militari potranno arrivare direttamente dalla Cina all’Europa. Sfruttando questo hub che va a sostituire l’odierno arrivo a Minsk della Via della Seta stradale e ferroviaria dalla Cina e quello marittimo al Pireo con il porto di Odessa sul Mar Nero in prospettiva.
La Russia realizza pertanto l’autostrada Rostov sul Don, Mariupol, Melitopol, Simferopol, che sta costruendo con il contributo cinese e della lunghezza di 635,6 km., autostrada che attraversa gli Oblast di Donetsk, Zaporizhia, Crimea e Kherson (la autostrada della Nova Rossija). Tale via stradale sarà inclusa nel corridoio di trasporto internazionale fra Europa e Cina occidentale che procede per 9.000 km. attraverso la Russia, passando per Mosca, Samara e Kazan. La nuova Via della Seta che avrà anche una variante esterna attraverso i paesi caucasici e la Turchia e anche ferroviaria, sarà un elemento della “amicizia speciale” Russia Cina, ribadita a maggio prossimo con la visita di Stato a Mosca di Xi Jinping.
In dettaglio il piano del Cremlino prevede la attrazione di aziende e industrie cinesi a investire nelle regioni occupate, gli oblast della cosiddetta Nuova Russia Nova Rossjja, ucraina. Un’analisi di Pavlo Lysyansky, direttore dell’Istituto di Studi Strategici e della Sicurezza, lo evidenzia.
I cinesi hanno conferito già attrezzature per le miniere occupate dai russi a Torez, Shizne e Khrestovka. Già dall’inizio del 2023 beni e risorse prelevati dal Donbass occupato, sono stati esportati in Cina.
Dal 2023 l’export di Donetsk è indirizzato a Cina, Turchia, Siria, Bielorussia e Kazakistan e alla Abkhazia georgiana. Il 51% di tale export consiste in metalli e derivati, in prodotti minerari, in alimentari e in prodotti agricoli. Inoltre oltre il 60% delle importazioni nell’oblast russo ex ucraino di Luhansk provengono dal 2023 dalla Cina. I prodotti dell’export in Cina dal Luhansk sono alimentari, prodotti agricoli, macchine elettriche, prodotti chimici e pezzi di ricambio per la meccanica. Dunque intensificando gli affari le imprese cinesi sviluppano di fatto i territori occupati e beneficiano delle risorse importate.
Va anche aggiunto che da molti anni la Cina ha importanti e strategici investimenti in Ucraina anche occidentale, tanto che il 24 febbraio 2022, al momento dell’inizio della guerra “operazione speciale”, ben 11.000 tecnici e imprenditori cinesi erano presenti in Ucraina. E nell’oblast di Lviv non era infrequente vedere mezzi agricoli con scritte e marche cinesi.
La Bielorussia, a sua volta, detiene centrali e significative partecipazioni finanziarie e investimenti cinesi, tanto che, ben più della Russia, la Cina è la cassaforte del regime di Lukashenko, come attestano i frequenti viaggi del dittatore bielorusso in Cina e lo sviluppo di numerosi e intensivi accordi di cooperazione economico finanziaria. Oggi almeno 12 imprese cinesi stanno ricostruendo inoltre, delle factory industriali negli oblast ucraini occupati dai russi e supportando anche aziende locali, con forniture industriali tecnologiche. Le industrie cinesi hanno anche inviato delle delegazioni business nelle zone occupate, stabilendo joint venture e investendo nel reclutare forze di lavoro locali.
Gli investimenti cinesi riguardano il settore dell’energia e quello delle infrastrutture agricole e l’industria elettronica ed elettrica.
Nella primavera del 2023, alla fiera del Canton a Guangzhou, rappresentanti di Donetsk, della compagnia governativa Nadar, sono stati in Cina. Poco dopo la compagnia cinese Liming Heavy Industry, produttrice di macchinari, produsse per la Nadra impianti per avviare la lavorazione di minerali in Donetsk. Ancora nel 2023 la cava Karansky di Donetsk ha avviato accordi di cooperazione con due produttori cinesi di tecnologie industriali: Amma Construction Machinery di Shangai e Zhong Xin. Le aziende cinesi hanno promosso l’avvio della produzione del nuovo impianto della cava di Karansky, operativo poi dal 2024.
La Sany Heavy Industry cinese ha inoltre consegnato macchine per scavare tunnel alla Impex Don del Donetsk. Sempre nel 2023 a Mosca è stata presentata nel congresso panrusso sullo sviluppo territoriale globale, l’esperienza cinese negli sviluppi urbanistici di grandi agglomerati urbani, con un intervento di Wang Dong, direttore di Heilongjjang Construction Investment Group. Nel 2024 è stato poi organizzato il primo forum russo-cinese sulle costruzioni, ove il capo del governo del Donetsk Solntsev e la Donbas Development Corporation hanno proposto una cooperazione con i cinesi della Wisdri Engineering Limited, istituto di progetto metallurgico di Wuhan. Nel 2024 un team di manager cinesi ha visitato la zona costiera ora russa del Kherson oblast, per avviare una cooperazione per valorizzare i porti locali e l’agricoltura. L’emergente impegno economico cinese in Ucraina del sud e dell’est fa parte del più ampio accordo di “amicizia speciale” fra Cina e Russia e aumenta esponenzialmente il coinvolgimento cinese nel contesto dell’Ucraina.
La cooperazione avviene ora sia a livello statale che commerciale privato. Quanto più la Cina si coinvolge economicamente, tanto più è interessata al controllo della Russia stabile sui nuovi territori occupati.
Con una sinergia fra lobbysmo economico e strategia geopolitica Mosca favorisce lo sviluppo delle imprese cinesi interessate nei territori occupati ucraini, in cambio del sostegno incondizionato cinese alla sua strategia geopolitica e militare di neo imperialismo.
L’Ucraina finisce così per diventare avamposto economico geopolitico cinese e coreano del Nord in Europa orientale.