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Liguria Bucci Orlando

Come finirà in Liguria fra Bucci e Orlando

Elezioni in Liguria: fatti, nomi, numeri e scazzi. Il punto di Damato

 

E pensare che mentre Nando Pagnoncelli scriveva per il Corriere della Sera il resoconto e l’analisi del suo sondaggio sulle vicinissime elezioni regionali in Liguria, in cui il candidato del centrodestra Marco Bucci è avanti di tre punti sul candidato del cosiddetto centrosinistra Andrea Orlando, il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte si lasciava intervistare dal genovese Secolo XIX per vantarsi di avere ridato vigore alla coalizione di Orlando espellendone i renziani.

All’intervistatore che, quasi presagendo ciò che Pagnoncelli aveva appena rilevato e stava scrivendo per il Corriere, gli prospettava il rischio di un indebolimento della candidatura di Orlando senza il sostegno dei renziani Conte rispondeva, quasi stizzito: “Al contrario, l’ha rafforzata, perché non saremmo stati seri né credibili se avessimo imbarcato esponenti politici che fino a ieri erano nella Giunta di Bucci, oggi candidato a rappresentare la continuità con la Giunta uscente di Toti”.

La Giunta Bucci è naturalmente quella comunale, la Giunta di Toti quella regionale dissoltasi con le dimissioni del presidente presentate dopo una novantina di giorni di arresti domiciliari proprio per riottenere la libertà, a costo dello scioglimento del Consiglio regionale e delle elezioni anticipate del 27 e 28 ottobre. Più che uscente, quindi, è uscita quella giunta. Della quale quella eventuale di Bucci non potrà essere la “continuazione” indicata, e deplorata, da Conte perché a parlare della “fine dell’era Toti”, dopo il suo patteggiamento per evitare il processo per corruzione, è stato Antonio Tajani in veste di segretario di Forza Italia. Che della coalizione raccoltasi attorno a Bucci è un partito più consistente di quel che rimane in Liguria delle truppe raccolte a suo tempo da Toti rompendo appunto con Forza Italia. E lasciandone gli esponenti fuori dalla giunta regionale “uscente”, come la chiama Conte.

Sembrano sfuggite all’ex presidente del Consiglio e presidente, ora, solo del MoVimento 5 Stelle, e di ciò che potrebbe rimanerne in caso di scissione promossa questa volta addirittura dal fondatore, garante e consulente Beppe Grillo, le novità intervenute nel centrodestra dopo il patteggiamento a sorpresa scelto da Toti per evitare un processo per corruzione che aveva dato invece la sensazione di volere affrontare su posizioni irremovibili di difesa.

Del sondaggio di Pagnoncelli va detto anche che, mentre le originarie distanze di Andrea Orlando da Marco Bucci si sono rovesciate a vantaggio di quest’ultimo, le previsioni di voto per le 5 Stelle sono rimaste ferme al non esaltante 7,8 per cento delle precedenti elezioni regionali, nel 2020: tre volte meno del Pd. Cui Conte vorrebbe fare concorrenza per contendergli la leadership a sinistra con l’aiuto dei verdi e dei rossi di Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni. Una Liguria amara, insomma, per l’ex premier.

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