C’è grande attesa a Samarcanda per l’apertura, prevista per il 15 settembre, del XXII summit dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (SCO) – organismo di dialogo regionale che unisce Cina, Russia, India e altri cinque Paesi dell’Asia Centrale – in un evento che sarà dominato dalle figure troneggianti di Vladimir Putin e Xi Jinping.
I partecipanti
L’alto profilo del vertice può essere desunto dal parterre dei partecipanti, che sono stati rivelati in post Facebook dall’addetto stampa del presidente uzbeko Shavkat Mirziyoyev, che ricopre la presidenza di turno della SCO.
Oltre al Presidente cinese, al suo primo viaggio all’estero dallo scoppio della pandemia, a quello russo e a quello uzbeko, ci saranno altri dodici capi di stato e di governo, sia facenti parte dell’Organizzazione sia presenti in quanto osservatori e ospiti invitati.
Ci saranno dunque, in qualità di membri SCO, il primo ministro indiano Narendra Modi, il suo collega pakistano Shehbaz Sharif, il presidente del Kazakistan Kassym-Jomart Tokayev, quello del Kirghizistan Sadyr Japarov e quello del Tagikistan Emomali Rahmon.
I leader dei Paesi osservatori includono il presidente bielorusso Alexander Lukashenko, quello iraniano Ebrahim Raisi e quello mongolo Ukhnaagiin Khürelsükh.
A rappresentare i paesi ospiti saranno poi il presidente turco Erdogan, quello azero Ilham Aliyev, quello turkmeno Serdar Berdimuhamedow e il primo ministro armeno Nikol Pashinyan.
L’agenda del summit
L’agenda ufficiale dell’incontro è stata rivelata dallo stesso addetto stampa del Presidente uzbeko e comprende i seguenti punti: “rafforzamento dei legami economici e del commercio, promozione della cooperazione industriale e tecnologica, dialogo su come realizzare la più ampia connettività; trasformazione digitale ed economia verde, consolidamento del profilo internazionale della SCO”.
Il summit visto dal Valdai Club
Per andare oltre le righe dei comunicati ufficiali, è interessante contributo del Valdai Discussion Club, think thank russo molto addentro alle cose del Cremlino, e firmato dal membro dell’Accademia Russa delle Scienze Aleksander Vorontsov; il titolo del testo è “Cosa aspettarsi dal summit Sco a Samarcanda”.
Secondo l’articolo i partecipanti saranno innanzitutto concentrati nella stessa definizione del ruolo della SCO nel contesto internazionale, un ruolo che sia la Russia che la Cina vogliono rafforzare per sottolineare l’identità dell’Organizzazione quale forum estraneo e antitetico alle priorità dell’Occidente.
Il processo di allargamento
Molta attenzione sarà prestata alle tematiche dell’allargamento della SCO, che quest’anno accetterà tra i suoi membri l’Iran, chiamato a firmare un Memorandum contenente gli impegni legati alla sua membership.
All’ordine del giorno saranno anche l’inizio del processo di adesione della Bielorussia, la domanda di accettazione come partner di dialogo da parte di Egitto, Qatar e Arabia Saudita e la richiesta di partnership presentata da Bahrein e Maldive.
I documenti che Cina e Russia vorrebbero far approvare
Ma il cuore dei lavori di questo summit, rivela l’articolo del Valdai Club, sarà legato all’adozione di un “ampio pacchetto di documenti sull’attuale e futuro sviluppo della SCO” che rispecchia le priorità di Russia e Cina.
Sono due in particolare i documenti indicati come aventi la massima priorità: uno legato alla “cooperazione nello sviluppo della mutua connettività e alla creazione di efficienti corridoi di trasporto”, tema che chiaramente ricalca l’ambizione cinese di allargare gli spazi del suo maxiprogetto infrastrutturale delle nuove Vie della Seta; il secondo documento prioritario tocca un aspetto caro tanto a Mosca quanto a Pechino e riguarda “l’incremento graduale della quota delle valute nazionali nei mutui pagamenti e il taglio dell’uso del dollaro”, secondo il noto principio della de-dollarizzazione.
Le resistenze
Ma se Russia e Cina, prosegue il testo del Valdai Club, sperano di trasformare la SCO in un “centro di resistenza agli Usa e ai suoi alleati”, non hanno fatto i conti con l’oste, rappresentato dagli stessi altri partner dell’organizzazione, decisamente più cauti nell’adottare un approccio che li ponga in conflitto con l’Occidente.
Rivelatrice in tal senso è la dichiarazione di un esperto dei Paesi dell’Asia Centrale citato nell’articolo del Valdai Club secondo cui “l’obiettivo di trasformare la SCO in una piattaforma antiamericana, come vorrebbe Mosca, non funzionerà”.