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Come avanza il Coronavirus in Italia. Il post del prof. Maga (Cnr)

Analisi e consigli del virologo Giovanni Maga, direttore Cnr-Igm (Istituto di genetica molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche), sul Coronavirus

 

Ancora un incremento significativo di casi, indicando che non siamo ancora al picco. L’infografica dell’ISS dà un quadro della letalità che come già visto dai dati mondiali, aumenta con l’età. Tra 40 e 59 anni è 0.1-0.2%, tra 59 e 69 è 2.5%, 70-70: 6.4%, >80 13.2%. Questo deve ulteriormente farci capire che limitare la diffusione del virus ha come primo obiettivo salvare le vite di chi è più a rischio.

L’altro dato riguarda la sintomatologia. Su un campione di 2539 casi abbiamo 10% asintomatici (da vedere se progrediranno poi nei sintomi), 66% pauci-lieve sintomatico, 6% casi severi ma 19% casi critici (che penso siano distribuiti tra terapia sub-intensiva e intensiva). Su base nazionale abbiamo circa il 10% in terapia intensiva.

Questo è il secondo messaggio: anche se la maggioranza passa l’infezione senza particolari problemi, dobbiamo abbattere quel 19% che richiede cure intensive per non saturare la capacità di assistenza degli ospedali (teniamo presente che in TI vanno anche tutta una serie di pazienti non-Covid19 ma altrettanto critici). L’età mediana dei positivi è 65 anni, abbiamo un 22% tra 19-50 (mentre sotto i 19 anni l’incidenza è molto bassa, 1.4%).

Terzo messaggio: non ci sono fasce “protette” dall’infezione, i giovanissimi si ammalano meno ma tutti possono infettarsi e propagare il virus. Di qui l’importanza di diradare, i contatti, evitare gli assembramenti, seguire le indicazioni.

Un dato importante è che 583 operatori sanitari risultano positivi. Sono i più esposti, spesso in condizioni di sovraffollamento dei reparti, ma anche quelli che salvano le vite di tutti.

Quarto messaggio: se i contagi aumentano e aumenta la pressione sul sistema sanitario, aumenteranno purtroppo anche i contagi tra gli operatori, che come i posti letto non sono infiniti. E’ uno dei rischi delle epidemie: avere un impatto sugli operatori di servizi essenziali, in primis quelli sanitari. Il numero di contagi è ancora controllabile, soprattutto nelle regioni dove ancora i casi sono pochi.

Vedete dalle cartine soprattutto quella per provincia, che le zone di intensa circolazione del virus (azzurro scuro) sono ancora limitate ad aree geografiche identificabili. Siamo ancora a livello 2 di attenzione secondo ECDC (cluster identificabili), dobbiamo evitare di arrivare al livello 3 (fusione dei cluster e quindi impossibilità di contenimento locale). Non tutti si infettano.

Si guarisce. Però è necessario limitare la diffusione per i quattro motivi che ho riassunto. Bastano pochi gesti responsabili per farlo. Senza panico ma con senso civico.

(Post tratto dal profilo Facebook del prof. Maga)

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