Gli ultimi dati della piattaforma internazionale dei pagamenti Swift confermano il terremoto in corso negli scambi commerciali globali, con la valuta cinese che per la prima volta negli ultimi due anni scalza lo yen dal quarto posto, anche se ancora a distanza di sicurezza dal dollaro che detiene saldamente il primato. Ecco cosa scrive il Financial Times su un andamento cui concorre una molteplicità di fattori a partire dai bassi tassi di interesse in Cina per arrivare alle sanzioni occidentali contro la Russia che incoraggiano i male intenzionati a sfuggire dal potere di ritorsione della finanza Usa rifugiandosi nel renminbi.
I dati Swift di novembre
Per la prima volta da due anni a questa parte il renminbi ha superato lo yen nei pagamenti globali, approfittando dei bassi tassi d’interesse in Cina che hanno incrementato il ricorso alla sua valuta per finanziare il commercio con la seconda economia al mondo.
I dati divulgati recentemente dalla piattaforma dei pagamenti internazionali Swift e riportati dal Financial Times mostrano che la quota delle transazioni globali effettuata in renminbi è salita dal 3,6% di ottobre al 4,6 di novembre, sorpassando così lo yen e diventando la quarta valuta più usata nel mondo dietro la sterlina, l’euro e il dollaro.
Festa a Pechino
Questo sviluppo, sottolinea il quotidiano della City, sarà ovviamente salutato con favore da Pechino, dove da tempo si punta a consolidare lo status internazionale del renminbi al fine di mitigare il rischio rappresentato per il Paese dal dominio del dollaro nella finanza globale.
Fattore tassi di interesse
Sono molti gli economisti a sottolineare che il risultato emerso dai dati Swift sia da attribuire a quei bassi tassi di interesse che, mentre stanno provocando forti flussi in uscita degli investitori cinesi dal mercato cinese dei bond, hanno anche reso il renminbi più competitivo in materia di finanza commerciale.
E sono proprio i dati Swift sulla finanza commerciale a mostrare come la quota del renminbi sia passata dal 5,1% sul totale di ottobre al 5,7 del mese successivo, spingendo la valuta al secondo posto davanti a un euro che per la prima volta perde il suo vantaggio rispetto al renminbi. Ambedue le valute, in ogni caso, si piazzano abbondantemente dietro il dollaro, che rappresenta oltre l’80% del totale.
Il parere di Standard Chartered
Come ha spiegato al Ft Kelvin Lau, economista senior per la Cina presso Standard Chartered, “questo nuovo fenomeno del renminbi visto come valuta dal basso tasso d’interesse schiude le porte a un accresciuto ruolo dello stesso nella finanza commerciale”.
Fattori geopolitici. E geoeconomici
Ma, come ha sottolineato allo stesso giornale il capo economista della Bank of Singapore Mansoor Mohi-uddin, in gioco ci sono anche fattori geopolitici e nella fattispecie quelle sanzioni occidentali contro la Russia che stanno incoraggiando molti Paesi refrattari a rispettarle a bypassare il dollaro e Swift per ricorrere invece al renminbi.
Ma quest’ultimo fattore, ha spiegato al Ft Carlos Casanova, economista senior per l’Asia di UBP, non può giustificare da solo un’accelerazione dei pagamenti internazionali effettuati con la valuta cinese che rimandano più che altro al fisiologico incremento di questi ultimi all’interno di un continente come l’Asia le cui economie sono fortemente dipendenti dalla domanda cinese,