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Nuova Via Della Seta

Chi sono i quattro nuovi burocrati che guideranno l’economia della Cina

Il Partito comunista ha selezionato quattro nomi che ricopriranno posizioni chiave in Cina. Ecco chi sono.

 

Il team dei burocrati del Partito comunista cinese che presiede al governo dell’economia sta per conoscere una profonda ristrutturazione. Le élite del Partito hanno infatti individuato i quattro nomi destinati a posizioni chiave nel governo del Paese che saranno sottoposti a formale quanto scontata ratifica da parte del Congresso Nazionale del Popolo, il parlamento cinese che normalmente avalla senza problemi le decisioni dei vertici.

Due giorni fa, durante la terza sessione plenaria del 14/mo Congresso nazionale del popolo, il ramo legislativo del parlamento cinese, il presidente Xi Jinping si è assicurato un terzo mandato quinquennale come presidente della Cina.

I delegati hanno votato all’unanimità (con un totale di 2.952 voti), e hanno nominato Xi anche alla carica di presidente della Commissione militare centrale.

In agenda nei prossimi giorni, in base a quanto annunciato, ci sono le elezioni di altri vertici istituzionali della Repubblica popolare, ha sottolineato Reuters.

I quattro mandarini che gestiranno l’economia

È un articolo della Cnn ad anticipare l’avvicendamento ai vertici del Partito.

Le quattro nomine partono dalla figura di Li Qiang, destinato a diventare premier, e proseguono con Ding Xuexiang, designato per il ruolo di vicepremier esecutivo, con He Lifeng quale vice premier e infine con Zhu Hexin come nuovo capo della Banca centrale.

C’è un trait d’union fra i quattro ed è il fatto di non aver studiato all’estero, a differenza di molti altri colleghi del Partito: criterio che ha orientato le scelte di Xi Jinping in funzione del rafforzamento del controllo del Partito sulle principali istituzioni economiche del Paese, fin qui gestite da personalità con lauree e dottorati conseguiti in Università straniere.

Tutti gli occhi ora sono puntati su questa nuova quaterna per capire come affronteranno le attuali sfide dell’economia cinese, che includono un rallentamento dei consumi, una crescente disoccupazione, la crisi del mercato immobiliare, la mancanza di fiducia degli imprenditori, la crisi del debito dei governi locali, l’invecchiamento della popolazione e – last but not least – un rapporto profondamente deteriorato con gli Stati Uniti.

Il nuovo team economico dovrà anche fare il possibile per raggiungere i livelli di crescita dell’economia che saranno stabiliti durante la riunione del Congresso, superando le secche degli ultimi anni che hanno visto i target di crescita smentiti da un andamento dell’economia stagnante e condizionato dal fattore Covid.

Il nuovo premier Li Qiang

L’ascesa di Li Qiang è connessa al suo ruolo di capo del Partito a Shangai, dove ha presieduto al famoso lockdown di oltre due mesi che ha innescato una crisi senza precedenti nel rapporto con la popolazione. Al Congresso di ottobre del Partito – quello che ha conferito a Xi Jinping un inedito terzo mandato ai vertici della gerarchia – Li era stato incoronato numero due del Partito, scelta che ha posto le premesse per l’odierna nomina.

63 anni, nato nella provincia orientale dello Zhejiang, Li ha cominciato la sua carriera come semplice addetto a una stazione di irrigazione. Si è formato al College della città di Ningbo e ha poi scalato gradualmente tutte le posizioni della burocrazia della sua provincia di origine.

La sua ascesa ha conosciuto una veloce accelerazione ai tempi in cui ricopriva il ruolo di capo dello staff di Xi quando quest’ultimo era capo del Partito della provincia dello Zhejiang tra il 2002 e il 2007.

Come rileva Julian Evans-Pritchard, economista senior di Capital Economics, sono proprio i legami personali tra lui e Xi ad aver fatto optare il Partito per lui a scapito di altri candidati più qualificati.

La sua gestione del Partito a Shangai è stata caratterizzata da un atteggiamento pragmatico e pro-business. Non è un caso che Tesla abbia costruito proprio lì la sua prima gigafactory al di fuori degli Stati Uniti e che alla compagnia fondata da Elon Musk sia stato permesso di possedere integralmente l’impianto.

Nel 2019 inoltre Li ha presieduto al lancio del listino dei titoli tecnologici – una sorta di Nasdaq cinese – alla borsa di Shangai.

Come hanno scritto gli analisti di Citi in un rapporto di ricerca, grazie alla nomina di Li “l’ambiente del business cinese dovrebbe diventare più amichevole nei prossimi due anni grazie al probabile sostegno del nuovo premier nei confronti delle aziende private e degli investimenti stranieri”.

Il vicepremier esecutivo Ding Xuexiang

Attuale capo dello staff di Xi, Ding non ha mai guidato una provincia né vanta particolari referenze in campo economico: una singolare anomalia per un uomo che nei prossimi due anni dovrà gestire l’economia interna e la politica fiscale del Paese.

Nato nella provincia orientale del Jiangsu, Ding ha studiato metallurgia prima di cominciare la sua carriera allo Shanghai Research Institute of Materials, dove ha trascorso 17 anni per poi essere indicato vicecapo del Partito con una nomina inusuale per un semplice ricercatore.

La sua carriera si incrocia con quella di Xi quando viene scelto come suo consigliere a Shangai al tempo in cui l’attuale Presidente era capo del Partito di quella provincia.

Arriva a Pechino nel 2013 in corrispondenza con la nomina a Presidente di Xi, di cui Ding divenne il segretario particolare.

Il vicepremier He Lifeng

La nomina di He Lifeng a vicepremier incaricato degli affari economici, finanziari e industriali arriva dopo la presidenza della potente Commissione per lo sviluppo nazionale e le riforme.

La sua formazione si distingue nettamente da quella del suo predecessore Liu He, economista con studi compiuti ad Harvard: He Lifeng non ha infatti mai studiato all’estero e si è laureato in Finanza all’Università di Xiamen.

La sua fama si deve alla gestione di un maxiprogetto urbanistico nella città di Tianjin noto come la “Manhattan cinese” al tempo in cui era al vertice del Partito di quella città.

Il nuovo governatore della Banca centrale Zhu Hexin

Zhu Hexin arriva ai vertici della Banca centrale dopo essere stato presidente del conglomerato finanziario statale Citic Grup.

55 anni, Zhu ha trascorso gran parte della sua carriera lavorando alla Bank of Communications della ricca provincia orientale del Jiangsu.

Tra il 2016 e il 2018 è stato vicegovernatore della provincia sudoccidentale Sichuan e nel 2022 è stato trasferito al Citic Group.

Anche lui non ha esperienze di studi all’estero, a differenza del suo predecessore che poteva far valere un dottorato in economia all’Università dell’Illinois.

Criticità delle nuove nomine

Questi quattro nuovi alti burocrati sono stati selezionati sulla base di un unico criterio: la lealtà nei confronti di Xi Jinping. Ma quello che per loro è un formidabile asset potrebbe celare gravi rischi per l’economia cinese.

Come spiega alla Cnn Sonia Opper, docente all’Università Bocconi, la loro selezione “privilegia la fedeltà alla competenza”.

“Il rischio”, continua Opper, “è che la leadership cinese diventi isolata e perda consapevolezza delle possibili scelte alternative per affrontare le molte sfide che attendono al varco la Cina”.

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