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Chi sono i ricconi che appoggiano Biden e Trump

Chi sono i super-ricchi americani che stanno donando soldi a pioggia alle campagne elettorali dei due candidati alla Casa Bianca? Ecco nomi, numeri e confronti

Chi sono i super-ricchi americani che stanno donando soldi a pioggia alle campagne elettorali dei due candidati alla Casa Bianca? Da una ricerca su internet attingendo soprattutto al sito della Commissione Elettorale ma anche ai principali quotidiani Usa affiorano i nomi dei magnati e delle organizzazioni che hanno staccato cospicui assegni a favore di Biden o Trump.

CHI SOSTIENE BIDEN

Con oltre 9 milioni di dollari, il Comitato Future Forward USA Action si pone in testa tra i contributori dell’attuale presidente. Tra gli obiettivi che si prefigge il Comitato c’è la cancellazione dei tagli alle tasse per i ricchi e la difesa della riforma sanitaria introdotta in origine dal predecessore di Biden Barack Obama.

Con appena 10mila dollari in meno, al secondo posto di questa classifica si pone Greylock Partners, un’importante società di venture capital specializzata nell’investire nelle startup.

Sequoia Capital, notissima società di venture capital specializzata nel finanziare le avventure tech, ha versato nelle casse di Biden 7 milioni e 300mila dollari.

C’è il portafoglio del finanziere ungherese George Soros dietro l’assegno da 7 milioni e 300mila dollari staccato per Biden da Democracy PAC, un altro Comitato basato in Texas che si propone di cambiare il colore politico dello Stato dall’attuale rosso repubblicano al blu democratico.

Subito dopo, con una donazione di circa 5 milioni di dollari, si colloca Newsweb Corp, impero mediatico di Chicago che controlla diversi giornali e radio ed ha una solida tradizione di sostegno al Partito democratico – ingente anche il contributo fornito nel 2016 a Hillary Clinton – col primario obiettivo di tutelare e promuovere i diritti Lgbt.

Sono poco meno di 3 milioni i dollari versati alla campagna di Biden da American Bridge 21st Century, un altro Comitato vicino al Partito democratico che però ha promesso di spendere ulteriore denaro nel prosieguo della campagna.

Arista Networks – una società tech attiva nel settore del cloud e dei data center – ha contribuito con circa 2 milioni e 600mila dollari.

CHI VUOLE ABBANDONARE BIDEN

Ma la questione dell’età avanzata e delle gaffes ha spinto alcuni business leader a diffondere una lettera che chiede a Biden di fare un passo indietro.

Promossa dal Democratic Leadership Now Project, la lettera è stata firmata da 168 personalità tra cui spiccano l’erede dell’impero Walmart, l’investitore Mike Novogratz e l’ex manager di Google Ning Mosberger-Tang. 

CHI APPOGGIA TRUMP

Lo sfidante di Biden può contare sul sostegno di un uomo molto facoltoso come Elon Musk: secondo il Wall Street Journal il patron di Tesla e SpaceX donerà ben 45 milioni di dollari al mese a un Comitato elettorale che sostiene il candidato repubblicano.

Ma a dar man forte a Trump c’è anche Timothy Mellon, erede della Mellon Bank che aveva già sostenuto il tycoon nel 2020. Mellon tuttavia ha versato somme anche alla campagna del terzo incomodo Robert F. Kennedy jr.

Con la sua McMahon Ventures, la finanziera Linda McMahon ha donato oltre 5 milioni di dollari, rispettando una tradizione che l’ha vista sostenere Trump sin dalla sua prima avventura nel 2016 e che le è valsa anche un piccolo ruolo nel suo governo.

Attraverso la sua Hendricks Holding, la multimiliardaria conservatrice Diane Hendricks ha donato 5 milioni.

E la stessa cifra è stata versata dall’immobiliarista Robert Bigelow e dalla compagnia petrolifera Crownquest Operating fondata da uno storico finanziatore del Partito repubblicano come Tim Dunn.

Malgrado abbia donato solo 2 milioni di dollari, GH Palmer, una società immobiliare che possiede diversi hotel di lusso in California, spicca tra i sostenitori di Trump al punto che il suo proprietario Geoffery Palmer è stato definito dal quotidiano Politico “Trump’s Los Angeles moneyman”.

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