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Agenti Russi Antonio Talia

Chi sono gli agenti russi che spiano e trafficano in Italia

“La stagione delle spie. Indagine sugli agenti russi in Italia” di Antonio Talia letto da Tullio Fazzolari

Alberto Sordi fu sospettato di essere una spia al servizio dell’Unione Sovietica. Incredibile ma vero è successo in Svizzera sessant’anni fa e le autorità elvetiche gli negarono il permesso di costruire una casa per le vacanze nel cantone di Uri. La cosa più ridicola è che i sospetti su Sordi nacquero per l’unica volta in cui era stato comunista e cioè nel film “Una vita difficile”. Pensare che lo fosse anche fuori dal set è come credere che Johnny Depp faccia davvero il pirata nel Mar dei Caraibi. Però si era in piena guerra fredda e il timore dello spionaggio sovietico era talmente diffuso da rasentare la paranoia.
Oggi la psicosi non c’è più e neanche l’URSS. Ma le spie russe ci sono ancora, continuano ad agire nell’ombra e se ne parla soltanto quando una di loro viene scoperta. La minaccia dell’intelligence moscovita viene sottovalutata e per rendersene conto occorre leggere “La stagione delle spie. Indagine sugli agenti russi in Italia” di Antonio Talia (Minimun fax, 257 pagine, 18 euro). Il libro non è un collage di notizie già apparse sui giornali. Come è metodo di lavoro di Talia e come s’era già visto in “Statale 106” è un’inchiesta a tappeto che rivela vicende, protagonisti e retroscena finora sconosciuti. E per essere onesti tocca
ammettere che finora se ne sapeva veramente poco a cominciare da chi tira i fili dello spionaggio russo. Ai tempi della guerra fredda tutti conoscevano la pericolosità del KGB mentre oggi pochi hanno sentito nominare la sigla FSB che ne ha preso il posto e quasi nessuno sa che il GRU ha il controllo delle operazioni all’estero. Grazie al libro di Talia è possibile capire come funziona l’apparato di intelligence al servizio di Putin e qual è la capacità di risposta dei servizi segreti occidentali. Ma “La stagione delle spie” fa emergere
un aspetto ancora più importante. L’Italia è diventata sempre più il campo d’azione preferito degli agenti russi e sembra essere la chiave per penetrare più facilmente nei segreti militari della NATO. Ne era depositario l’ufficiale di marina Walter Biot condannato di recente dalla giustizia italiana per aver consegnato documenti riservati a un sedicente diplomatico russo (in realtà un agente del GRU). “La stagione delle spie” ha però molti protagonisti e in gran parte stranieri: dal colonnello francese assegnato al comando Nato di Napoli e lavora per Mosca all’enigmatico portoghese Frederico Carvalhao Gile che viene arrestato a Roma fino a una sorta di Mata Hari che si spaccia per ecuadoriana mentre è cittadina russa e ha
il compito di sedurre gli ufficiali della Nato. Non fosse tutto vero e ampiamente documentato dall’inchiesta di Antonio Talia potrebbe sembrare una bellissima spy story. Non priva di risvolti inquietanti perché quando la sorveglianza si fa più stretta lo spionaggio russo non esita a ricorrere ai servizi di un clan di narcotrafficanti serbi attivi a Milano. Non sarà il caso di tornare alla psicosi da caccia alle streghe ma forse è opportuno alzare la guardia.

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