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Emirati

Che cosa succederà fra Italia e Francia. L’analisi di Fabbri (Limes)

Gli Stati Uniti sono favorevoli a un avvicinamento tra Italia e Francia, in ottica anti tedesca. L'analisi di Dario Fabbri (Limes)

Lo scorso 21 aprile un gruppo di alti ufficiali dell’esercito francese, tra cui 20 generali in pensione, ha inviato e firmato una lettera aperta sul settimanale Valeurs Actuelles un settimanale legato alla destra conservatrice francese. 

Le preoccupazioni dei militari francesi

“Nella lettera si legge la richiesta a Macron e all’Eliseo di intervenire nelle banlieue e in tutti i luoghi in cui si verifica il separatismo degli immigrati di origine e religione musulmana. – dice l’analista di Limes Diego Fabbri nel suo punto settimanale -.  Di intervenire affinché il separatismo, questa distanza fra i quartieri e le parti della nazione che non sono integrati o assimiliate, possa finire in nome dei valori della civiltà francese. Altrimenti, proseguono firmatari, in Francia scoppierà la guerra civile e a quel punto proprio l’esercito e le forze armate saranno costretti a intervenire per placare la situazione se l’Eliseo non lo farà subito”. I militari francesi hanno dunque avanzato una velata, quanto abbastanza poco credibile, minaccia di golpe. 

La differenza tra assimilazione e integrazione 

Nella lettera i militari fanno riferimento ai concetti di “assimilazione” e “integrazione” ma qual è la differenza? “Assimilazione e integrazione sono concetti molto diversi – continua l’analista di Limes -. L’assimilazione prevede l’annullamento di qualsiasi alterità tra la popolazioni di origine straniera e tutte le altre parti della popolazione”. Un processo che finisce per inserire, anche in maniera forzata, obbligatoria, la popolazione di origine straniera dentro la cifra antropologica della nazione. “L’integrazione è semplicemente l’accettazione degli appartenenti di una comunità straniera come buoni cittadini – dice Fabbri -. Quindi si limita a impartire loro la lingua, le regole del vivere civile mantenendo però un aspetto di alterità culturale che poi genera quel multiculturalismo che è tipico dell’integrazione”. 

Francia: paese a sovranità limitata 

La strada obbligata per la Francia sarebbe quella della integrazione. “I paesi come la Francia, che non sono completamente sovrani perché all’interno di una sfera di influenza altrui, cioè dentro l’impero americano come tutta l’Europa, non possono assimilare perché gli Stati Uniti non sarebbero mai favorevoli a una mossa di questo tipo – aggiunge Fabbri -. L’assimilazione ha sempre un valore di luogo periodo di matrice militare. I Paesi che tendono ad assimilare lo fanno perché pensano di dover avere una popolazione tutta identica nella sua estrazione culturale, per poter poi affrontare le sfide miliari previste da uno sforzo di questo tipo”. Per cui cui assimilazione ha sempre un fine bellico e questa è la regione per cui un paese egemone, come gli Stati Uniti, non possono tollerare che i paesi che fanno parte della sua sfera di influenza assimilino popolazioni di origine straniere per timore che un giorno l’inclinazione bellica potrebbe ritorcerglisi contro. 

La terza via di Macron 

Tuttavia l’intenzione del presidente Macron sarebbe diversa e si colloca a metà strada tra l’integrazione e l’assimilazione. Per esempio attraverso la formazione di Imam che siano direttamente legati alla Francia e non formati singolarmente o, peggio, con lo sponsor di potenze straniere musulmane, una su tutte la Turchia. Questa iniziativa è valsa a Macron accuse di “oscurantismo” sebbene perseguire il l’obiettivo dell’assimilazione sia proprio di tutte le grandi potenze, a partire dagli Stati Uniti, per finire alla Cina, la Russia o la Turchia. L’intervento delle forze armate si colloca sullo stesso sentiero delle politiche intraprese da Macron. “Le Forze armate minacciano un golpe militare vero e proprio nel caso in cui lo Stato francese non rispondesse alle loro richieste – continua Fabbri -. Al di là della pericolosità di dichiarazioni come queste e della alta improbabilità che si verifichi un golpe militare in Francia la lettera ha un evidente peso nel futuro della Francia che rischia di essere dilaniata al suo interno”. 

Marine Le Pen dalla parte dei militari 

La risposta della politica non si è fatta attendere. “Il ministro per la Difesa ha annunciato dure pene per coloro che, ancora in servizio, hanno firmato la lettera che è stata condannata da tutti i partiti politici francesi con la sola eccezione di Marine Le Pen che si è detta vicina alle istanze avanzate della lettera anche se non ne condivide i termini – continua Fabbri -. La lettera è stata pubblica il 21 aprile a 60 anni precisi dal golpe di Algeri contro il generale De Gaulle in piena guerra di indipendenza d’Algeria. Allora il golpe fallì per l’intervento molto duro del Generale De Gaulle”. 

I riflessi sull’Italia 

La lettera dei militari francesi ha effetti anche su di noi. Dario Fabbri, infatti, vede un legame tra la missiva di parte dell’esercito francese e la cattura di 7 terroristi italiani che da tempo vivevano in Francia. Gli arrestati sono ex terroristi rossi legarti alle Brigate Rosse e a Lotta: Marina Petrella, Giovanni Alimonti, Enzo Calvitti, Roberta Cappelli, Giorgio Pietrostefani, Sergio Tornaghi, Narciso Manenti. L’arresto di ex terroristi va a smentire la “dottrina Mitterrand” adottata da tutti i presidenti francesi, anche da Sarkozy. “La Francia utilizza la presenza di terroristi di paesi stranieri sul suo territorio per giocarli come carta negoziale nei confronti dei governi stranieri – dice Fabbri -. L’estradizione non c’’è ancora stata, probabilmente accadrà, e segnalerà una svolta filoitaliana da parte dell’Eliseo”. 

Il Trattato del Quirinale in ottica anti tedesca 

Francia e Italia stanno trattando la stipula del Trattato del Quirinale, un accordo dovrebbe testimoniare una nuova fase nelle relazioni bilaterali tra Italia e Francia. Il trattato, secondo Dario Fabbri, servirebbe alla Francia e all’Italia “per evitate che la Germania tra qualche anno torni all’austerity, che rinneghi la svolta registrata fornendo le proprie garanzie all’emissione dei bond per il Recovery Fund e soprattuto che la Germania riesca a tradurre in sfera di influenza geopolitica la sfera di influenza economica che già gestisce all’interno del continente”. Gli Stati Uniti sarebbero nettamente favorevoli a un avvicinamento tra Italia e Francia, in ottica anti tedesca. “Il nostro Paese non ha ampi margini di manovra vista la disperazione che lo contraddistingue in questo periodo – conclude Fabbri -, vista la necessità dei soldi garantiti dai tedeschi per sopravvivere. Per questo prova a schiacciarsi sulla Francia inevitabilmente per frenare l’avanzamento della Germania”. 

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