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Che cosa sta succedendo davvero fra Usa e Cina? Parla Sisci

Usa-Cina: rapporti, tensioni e scenari. Conversazione di Marco Mayer con il sinologo Francesco Sisci

 

Negli ultimi giorni la tensione tra USA e Cina sembra aumentata in modo esponenziale. È una percezione corretta? Ieri la Cina ha imposto una nuova tassa alle navi di compagnie di navigazione la cui proprietà azionaria é al 25% statunitense. Cosa sta succedendo nelle ultime 24 ore?

Al Congresso USA tra l’altro tira aria a favore di un vero netto decoupling. Comunque, c’è una situazione generale che va considerata. Tirando a indovinare la Cina potrebbe pensare che ora è  un momento in cui può contrattare e avere dei vantaggi perché ha forza negoziale. L’America non ha capacità di produrre magneti di terre rare che sono essenziali in praticamente ogni prodotto industriale. Ma fra qualche anno, due, tre, quattro gli Usa potranno avere questa capacità di produrre terre rare. Esse non sono affatto rare, sono inquinanti, e bisogna assumersi l’onere di inquinare dietro casa per produrle, cosa che si può fare. Quindi tra qualche anno la Cina potrebbe non avere alcun vantaggio negoziale con gli Usa. Se la Cina può estrarre qualche vantaggio nella trattativa oggi.

Ciò non significa che Pechino non si renda conto che la trattativa è delicata,  ma sa che nel gioco del rilancio dei dazi lanciato qualche mese fa Trump, gli Usa hanno fatto un passo indietro. Quindi possono pensare che gli Usa attualmente senza alternative sui magneti faranno di nuovo una giravolta o meglio una retromarcia. In effetti  uno showdown americano con la Cina oggi potrebbe esporre il paese a una crisi economica, quindi un crollo di Borsa.

Tutte cose di breve termine, che possono essere “digerite” in un anno o due, ma il problema è: l’amministrazione è disposta a rischiare questa crisi interna per uno scontro vero, diretto, anche se solo commerciale con la Cina? e poi lo scontro rimarrebbe commerciale o potrebbe estendersi? Oggi su queste cose decide solo il presidente Donald Trump e non credo alcuno sia sicuro di come lui reagirà. In generale, in passato, non ha mai èpagato prezzi di beve termine per vantaggi eventiali di lungo termine. Se oggi fosse la stessa cosa, Trump potrebbe fare marcia indietro. Ma questo comunque sarebbe non sarebbe gratis, sarebbe sale sulle già molte ferite tra le due parti.

In ogni caso questa esplosione di tensione dimostra che la Cina aveva e ha un piano a lungo termine, gli Usa forse invece sono più disordinati. Ma poi gli Usa ricordano e portano prima o poi all’incasso, se non si risolve in altro modo.

C’é una crescente  distanza tra Washington e Pechino?

Forse questo retroscena ‘strategico’ non era perfettamente chiaro in Usa o forse l’America sta pensando in altri termini. Perché dopo avere chiuso una prima trattativa a Madrid gli Usa hanno preparato una lista nera di aziende e personaggi cinesi colpevoli di commerciare con Russia o Iran. Per Usa sicuramente si trattava di due questioni separate, una è un accordo generale sui dazi, uno invece sono le ritorsioni per gli aiuti in delle guerre dove Stati Uniti e Cina si trovano su fronti diversi.

Per la Cina invece sicuramente si tratta sempre della stessa cosa, sanzioni commerciali a sue aziende, comunque definite e qualunque sia la ragione. A questo punto Pechino ha reagito imponendo sanzioni commerciali a 360° contro la vendita di terre rare ad aziende statunitensi, anche attraverso paesi terzi. Lo stato della controversia a questo punto dimostra la profonda distanza tra i paesi che pensano alle loro differenze in modi completamente diversi. Per la Cina il commercio e il commercio, e tutto messo in uno stesso conto.

Per gli Stati Uniti invece si tratta di “contabilità diverse“ perché ci sono guerre in corso e la Cina che aiuta paesi ostili agli USA come Russia e Iran deve essere selettivamente punita, attraverso le aziende e le persone coinvolte, per questo tipo di rapporti commerciali siamo fuori dai canoni del commercio bilaterale. Il problema a questo punto è se gli USA accetteranno la logica cinese o viceversa, la Cina accetterà la logica americana. se nessuno dei due si piegherà all’altro, o si troverà un compromesso, certamente le tensioni sono destinate ad aumentare.

Ma anche nel caso di un cedimento di una parte o di un compromesso, resterà il fatto che la frattura bilaterale si sarà approfondita, cosa che potrebbe indurre un aumento di tensioni più facili nel prossimo futuro riguardo le 1000 controversie bilaterali sul tavolo fra i due paesi.

Gli USA hanno individuato e sanzionato 15 imprese cinesi perché loro componenti elettroniche sono state trovate nei droni utilizzati da Hamas a Gaza e dagli Houti in Yemen. L’ipotesi è che siano arrivati via Iran. Come vedi le relazioni tra Pechino, Mosca e Teheran in questa fase?

Pechino finora è stata più prudente con Teheran rispetto a Mosca. Sappiamo che la Cina ha aiutato e sta aiutando lo sforzo di reindustrializzazione bellica della Russia, che ha incrementato i propri rapporti commerciali e di supporto tecnico con Mosca. Invece Pechino, quando Teheran è stata attaccata da Israele, si è tenuta più distante.qui possono esserci tanti calcoli. Il fatto che la Cina già impegnata a sostenere la Russia, non volesse infilarsi nell’appoggio di una causa persa con l’Iran .potrebbe esserci il fatto che Israele ha ottenuto in appena due giorni il controllo dello spazio aereo iraniano, segno già di vittoria militare, e quindi la Cina non ha appoggiato un perdente.

Comunque, Pechino si è tenuta più distante dall’Iran di quanto non abbia fatto con la Russia. non vedo in futuro un cambiamento radicale della posizione cinese anche perché l’Iran ha dimostrato la sua profonda debolezza in questi due anni. I suoi alleati regionali sono stati uno ad uno eliminati o fatti arretrare. D’altro canto però il regime di Teheran è più solido di quello di Mosca. Infatti ha resistito e sta resistendo nonostante una sconfitta militare importante. Il regime di Mosca è diverso, è personale. In Iran il regime è imperniato sugli ayatollah, caduto uno se ne fa un altro. A Mosca c’è Putin, se cade Putin non è chiaro cosa succede al paese. Quindi da un punto di vista strategico cinese Mosca e più fragile e va più sostenuta rispetto a Teheran.

Un altro fronte è rappresentato dall’acquisto  da parte cinese di ingenti quantitativi di petrolio russo. I recenti accordi tra Cina e Arabia Saudita in campo energetico ridurranno la dipendenza di Pechino da Mosca?

In realtà non c’è mai stata una dipendenza vera della Cina rispetto alla Russia, prova sia la trattativa sul gasdotto oleodotto che dovrebbe portare gas e petrolio russo alla Cina. I cinesi non hanno chiuso la trattativa perché non hanno ancora trovato un accordo sul prezzo. Se i cinesi fossero dipendenti dai russi sul petrolio, la trattativa si sarebbe chiusa. C’è tuttavia una visione strategica cinese di sostegno al governo di Putin in Russia. Questo è un elemento  centrale.

Detto ciò questo appoggio cinese finora, pur importante, non è stato totale. Il mancato accordo sul petrolio è un caso, altro caso è finora la mancanza di forniture militari dirette della Cina alla Russia. La Cina non ha interesse per ora a cambiare questa alchimia delicata, perché come si è visto potrebbe avere un impatto diretto con i propri commerci con gli Stati Uniti, fonte principale del suo surplus commerciale, essenziale alla sua crescita economica. Ma certo se il surplus crolla, cambia la formula alchemica e allora cosa succede tra Cina e Russia, tra Cina e Iran? Alcuni a Pechino o Washington potrebbero poi essere contenti che il tempo delle scaramucce a distanza sia finito e si passa ai ferri corti.

Cosa intendi per forniture militari dirette dalla Cina alla Russia, solo componenti per droni o altro?

Se si passasse ai ferri corti, tutto l’apparato industriale cinese potrebbe essere messo al servizio della Russia. Ma questo accenderebbe fuochi non solo con l’America ma anche con Corea del Sud e Giappone, che si sentono più direttamente minacciati dalla Russia e dal suo alleato nord coreano. A quel punto salta ogni conto tradizionale.

Il blocco sulle terre rare cinesi  incide sulle capacità dell’industria militare degli Stati Uniti?

Credo di sì, anche se non so in che misura e per quanto tempo. Però certamente non mi è chiaro oggi c’è un blocco delle forniture cinesi attuali impedirebbe agli Stati Uniti di sostenere una guerra a lungo termine. Questo è un punto strategico molto importante e delicato e certamente li usa non ce lo diranno. Di certo le cose cambierebbero tra qualche anno, il che apre una finestra strategica per Pechino.

Prevedi la cancellazione del vertice Trump Xi Jiping come minacciato dalla Casa Bianca?

È possibile anche se i due possono avere vari interessi che ciò non avvenga. Xi Jinping potrebbe avere un interesse a farsi vedere forte al suo pubblico interno e rifiuta l’incontro. In fondo la foto di lui in mezzo a Putin e Kim della Nord Corea è proprio questo. D’altro canto Trump stesso potrebbe avere interessi analoghi. La pace trovata a Gaza, senza coinvolgere Russia o Cina, lo rende già molto forte, come uomo di pace, e potrebbe avere meno voglia di inseguire Pechino. Oppure i due non vogliono esasperare gli animi ancora, cercano uno spazio, prendono le misure reciproche. è possibile che l’incontro si farà, anche se siamo su un filo di rasoio.

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