Il summit tra Trump e Putin, tenutosi ieri a partire dalle 21 circa ora italiana presso la base militare di Elmendorf-Richardson ad Anchorage, Alaska, si è concluso – secondo quanto ha scritto il New York Times in sintonia con gli altri media internazionali -senza progressi concreti sul conflitto in Ucraina, obiettivo principale dell’incontro.
Il primo faccia a faccia tra i due leader dal 2019 è stato caratterizzato sì da un’atmosfera di apparente cordialità, ma le posizioni inconciliabili sulla guerra hanno impedito, sottolinea la CNN, qualsiasi accordo significativo.
Il summit, inizialmente previsto per durare sei o sette ore, si è concluso inoltre in anticipo, con la cancellazione di una seconda sessione con delegazioni più ampie, alimentando speculazioni su un possibile disaccordo.
L’INIZIO CALOROSO DELL’INCONTRO FRA TRUMP E PUTIN
L’incontro è iniziato con un’accoglienza calorosa tra i leader. Trump ha accolto Putin sul tappeto rosso, applaudendo mentre si avvicinava, stringendogli la mano e posandogli una mano sulla schiena. Come riferisce Bloomberg, i due hanno poi viaggiato insieme nella limousine presidenziale, un momento che ha permesso a Putin di parlare direttamente con Trump senza assistenti, nonostante la Casa Bianca avesse annunciato un formato con più partecipanti.
Questo gesto ha sottolineato il tono amichevole adottato da Trump, che ha dichiarato, con parole riportate da Usa Today: “Ho sempre avuto un rapporto fantastico con il presidente Putin, con Vladimir”.
LE INTERAZIONI FRA TRUMP E PUTIN
Le interazioni tra Trump e Putin sono state caratterizzate da un’apparente complicità, in netto contrasto con le tensioni precedenti. Durante l’estate, Trump aveva espresso frustrazione per l’intransigenza di Putin, ma al summit ha adottato un tono conciliante, enfatizzando secondo Usa Today la loro relazione personale.
La sessione privata, durata circa tre ore, è stata descritta come un “esercizio di ascolto” dalla Casa Bianca, con Trump che ha cercato di sondare le intenzioni di Putin senza rivelare dettagli specifici. La presenza di figure come il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov e Kirill Dmitriev, inviato per la cooperazione economica, suggerisce che si sia discusso anche di opportunità commerciali, come la cooperazione nell’Artico.
Nonostante la cordialità, le dinamiche negoziali hanno rivelato un’asimmetria. Putin, forte dei successi militari russi nel Donbass, ha mantenuto una posizione rigida, mentre Trump ha cercato di bilanciare la sua immagine di “deal-maker” con la necessità di non apparire debole.
LE DICHIARAZIONI ALLA FINE DEL SUMMIT
Alla conclusione del summit, i due leader hanno tenuto una breve conferenza stampa congiunta, descritta da CNN, senza accettare domande dai giornalisti.
Trump ha definito l’incontro “estremamente produttivo”, affermando che “molti punti sono stati concordati” e che “sono stati fatti progressi”, senza però specificare quali. Ha aggiunto: “Non c’è accordo finché non c’è un accordo”, sottolineando che alcuni punti, tra cui uno “probabilmente il più significativo”, rimangono irrisolti. Ha annunciato l’intenzione di organizzare un incontro trilaterale con Zelensky: “Voglio farlo quasi immediatamente”.
Putin, parlando per primo, ha definito i colloqui “utili” e condotti in un’atmosfera “rispettosa e costruttiva”. Ha ribadito che la pace in Ucraina richiede l’eliminazione delle “cause fondamentali” del conflitto, un riferimento alle sue richieste di cedere territori ucraini, disarmare Kyiv e bloccarne l’adesione alla Nato, posizioni considerate inaccettabili dall’Occidente.
Il capo del Cremlino ha anche lodato Trump, sostenendo che la guerra non sarebbe iniziata se fosse stato presidente nel 2022: “Oggi Trump ha detto che non ci sarebbe stata la guerra, e sono sicuro che sarebbe stato così”. Trump ha definito questo commento “molto profondo”.
Putin ha chiuso invitando Trump a un futuro incontro a Mosca, proposta che Trump non ha respinto: “È interessante, potrei prenderci un po’ di critiche, ma potrebbe succedere”.
In un’intervista a Sean Hannity di cui ci parla Bloomberg, Trump ha mantenuto un tono ottimista, suggerendo che un accordo è ancora possibile: “Ci sono uno o due punti significativi, ma penso si possano raggiungere”. Ha però spostato la responsabilità sul presidente ucraino, dichiarando: “Tocca a Zelensky chiudere l’accordo”.
Nella medesima intervista ha anche indicato che le minacce di “conseguenze severe” e tariffe sui partner commerciali della Russia, come la Cina, potrebbero non essere immediate: “Per quello che è successo oggi, non dobbiamo pensarci ora”.