Gli Stati generali della natalità, in corso all’Auditorium della conciliazione a Roma dall’11 al 13 maggio, sono dedicati all’inverno demografico che sta attraversando l’Italia e che mette a rischio il futuro del paese.
Nel 2022 si è registrato un nuovo record negativo di nascite, solo 392.598, contro i più di 700mila decessi.
Una situazione che preoccupa molto il Governo tanto da mettere nero su bianco nel Def la necessità di immigrazione del nostro paese.
Non c’è traccia di questi riferimenti, però, nel discorso che Giorgia Meloni ha tenuto sul palco degli Stati generali della natalità accanto a Papa Francesco. La premier ha preferito concentrarsi sui risultati del suo governo e sull’impostazione ideologica che l’ha portata a ribadire il valore della famiglia naturale e il “no” alla pratica della gestazione per altri.
NATALITÀ PRIORITÀ DEL GOVERNO MELONI
La Premier nel corso del suo intervento ha sottolineato che è un preciso impegno del Governo adempiere alle promesse fatte in campagna elettorale su questo tema. “Perché alla fine la democrazia si sostanzia in questo. Nel vincolo che esiste tra gli impegni che assumi e gli atti che porti avanti. Fin dal nostro primo giorno di lavoro, il governo ha messo i figli, i genitori, le mamme e i papà, in cima all’agenda politica – ha detto la Premier -. Abbiamo fatto della natalità, e della famiglia, una priorità assoluta della nostra azione. Lo abbiamo fatto perché vogliamo che l’Italia torni ad avere un futuro, a sperare e a credere in un futuro migliore rispetto a questo presente incerto”.
MELONI: “FIGLI SONO LA PRIMA PIETRA DELLA COSTRUZIONE DI QUALSIASI FUTURO”
A conferma dell’impegno del Governo la “natalità” è finita nella titolazione di un Ministero, quello affidato alla signora Ministro Roccella, accorpato insieme a quello della famiglia e delle pari opportunità. “Non è una scelta nominalistica. Non è, cioè, una scelta di forma, ma di sostanza. È la sintesi di un programma di governo che vuole affrontare con determinazione le grandi crisi che l’Italia, e non solo l’Italia, affronta – sottolinea Giorgia Meloni -. E tra queste crisi, è innegabile quella demografica, perché, banalmente, i figli sono la prima pietra della costruzione di qualsiasi futuro. E Il lavoro che questo obiettivo richiede investe moltissimi ambiti”.
I RISULTATI DEL GOVERNO MELONI PER LA NATALITÀ, DALLA LEGGE DI BILANCIO AL DECRETO LAVORO
E poi la Premier passa a rivendicare i risultati del suo Governo in relazione alle politiche per la famiglia. A iniziare dalla legge di bilancio: “l’aumento dell’assegno unico, il rafforzamento del congedo parentale, il rinnovo degli interventi di agevolazione nei confronti delle giovani coppie per l’acquisto della prima casa”. Ma non solo, la Premier ricorda anche gli ultimi interventi contenuti del decreto Lavoro. “Il diritto, per esempio, per chiunque abbia un mutuo a tasso variabile di convertirlo in mutuo a tasso fisso e poi le norme recenti del 1° maggio in tema di lavoro, con l’assegno di inclusione per le famiglie con redditi medio-bassi che abbiano minori o anziani o disabili a carico, la previsione di rendere strutturale l’erogazione volontaria del datore di lavoro a favore del lavoratore che è completamente detassata, il cosiddetto fringe benefit, che vogliamo mantenere a 3mila euro, dando però la priorità a chi ha figli a carico – continua la Premier – . E poi l’inserimento nei principi della Legge delega fiscale della composizione del nucleo familiare e dei costi sostenuti per la crescita dei figli, fino alla revisione del sistema degli incentivi alle imprese, e molto altro ancora”.
DENATALITÀ NON DIPENDE SOLO DA QUESTIONI ECONOMICHE
Giorgia Meloni aggiunge che la denatalità, però, non dipenda solo dalla retribuzione ma anche dalla presenza, o dall’assenza, di servizi, asili, sanità, e “dall’armonizzazione specialmente per le donne tra vita e lavoro”. Dipende, però, anche “dalla capacità che una società ha di percepirsi come vitale. Di immaginare il proprio futuro, di “pensarsi” nei decenni a venire, di saper guardare oltre il qui e ora”. E questa, secondo la Premier, la sfida più grande che deve affrontare il nostro paese. “E vogliamo portarla avanti non con l’impostazione dirigista e fallimentare di chi ci ha detto in passato che, ad esempio, con un decreto si potevano creare dal nulla posti di lavoro e ricchezza. No. Noi vogliamo cogliere questa sfida con un approccio diverso: l’approccio sussidiario – scandisce Meloni -. L’approccio di chi crede che il compito dello Stato sia creare le condizioni favorevoli con l’ambiente normativo e, soprattutto, sul piano culturale, alla famiglia, all’iniziativa, al lavoro e allo sviluppo”.
MELONI: “NATALITÀ E GENITORIALITÀ NON SIANO FUORI MODA”
Meloni, al culmine del suo intervento, sottolinea il valore sociale della genitorialità. “Vogliamo restituire agli italiani una Nazione nella quale essere padri non sia fuori moda ed essere madri non sia una scelta privata, ma un valore socialmente riconosciuto – spiega la leader di Fratelli d’Italia – . Una Nazione nella quale tutti, uomini e donne, riscoprano la bellezza di diventare genitori, di accogliere, custodire e nutrire un figlio. Una Nazione nella quale fare un figlio è una cosa bellissima che non ti toglie niente, che non ti impedisce di fare niente e che ti dà tantissimo”.
MELONI: “I FIGLI NON SONO PRODOTTI DA BANCO”
Infine, l’ultima invettiva è dedicata al fermo contrasto alle pratiche di gestazione per altri. “Vogliamo una Nazione nella quale non sia più scandaloso dire che, qualsiasi siano le legittime scelte e inclinazioni di ciascuno, siamo tutti nati da un uomo e una donna – scandisce la Premier trovando condiscendenza dalla platea -. Nella quale non sia un tabù dire che la maternità non è in vendita, che gli uteri non si affittano, che i figli non sono prodotti da banco, che puoi scegliere sullo scaffale come se fossi al supermercato e magari restituire se poi il prodotto non corrisponde a quello che ti aspettavi”. Del resto, la maggioranza ha adottato in commissione Giustizia una proposta di legge per vietare la maternità surrogata anche all’estero, rendendola reato universale. La prima firma è quella di Carolina Varchi, parlamentare di Fratelli d’Italia, amica di Giorgia Meloni, antiabortista e già prima firmataria della proposta sull’istituzione della giornata della vita nascente. “Vogliamo ripartire dal rispetto della dignità, dell’unicità, della sacralità di ogni singolo essere umano, perché ognuno di noi ha un codice genetico unico e irripetibile e questo, piaccia o no, ha del sacro”, aggiunge in conclusione la Premier.