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State A Casa

Caro diario, rischiamo la saluscrazia?

Tra poco ci ritroveremo dentro una saluscrazia in cui la salute verrà prima della libertà, dell’uguaglianza, della fratellanza e anche della vita. Il diario della quarantena a cura di Carla Falconi

Giorno numero 48 dall’inizio della quarantena.

Caro diario, sono sempre qui, davanti al computer, al centro del tavolo della cucina, accanto al cesto dei limoni, esercitando un accurato autocontrollo sul mio umore. L’ordine è ancora quello di vivere in ritirata, docili, impotenti in una resistenza domestica, in un circuito di sentimenti misurati e medi.

Il timore più grande, ormai da giorni, non è più il timore del contagio, ma quello di doverci adattare a un nuovo mondo dominato da un virus che ci trasforma in milioni di monadi disposte a distanza di sicurezza, vicine ma inaccessibili le une alle altre.

Continuiamo a sentirci inermi e impotenti, subiamo gli eventi, subiamo le decisioni e gli errori di altri. Ma eravamo così anche prima.

Solo che prima eravamo troppo distratti per rendercene conto. Eravamo pieni di svaghi, di interessi, di relazioni e impegni che attutivano “nei più” questa consapevolezza che in questi giorni è diventata più chiara, via via che la santa alleanza tra scienza e potere controlla le nostre vite, in nome del bene supremo della salute.

Tra poco ci ritroveremo dentro una saluscrazia in cui la salute verrà prima della libertà, dell’uguaglianza, della fratellanza e anche della vita.

Che non è la stessa cosa della salute.

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