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Quando sono le opposizioni a fare gli spot al governo

Come sono andate le ultime battute della campagna elettorale per le Europee. La nota di Paola Sacchi.

Se il centrodestra, pur alle prese con una inevitabile conta interna dovuta alla corsa con il proporzionale per le Europee, con tutte le sue sfumature e differenze, chiude la campagna elettorale in una cornice rimasta sempre sostanzialmente unitaria all’insegna dei risultati e delle proposte di governo e con la promessa che l’esecutivo Meloni durerà fino alla fine, la sinistra appare quasi esclusivamente all’ inseguimento affannoso della maggioranza. Con un programma contro ma senza vere autonome proposte alternative.

Restano in mezzo gli ex terzopolisti Matteo Renzi e Carlo Calenda, che, pur da divorziati, restano uniti da un’immagine che rischia di andare a ricasco del Pd e della sinistra. Anche loro, senza vere proposte per l’immigrazione, si uniscono al coro anti-Meloni contro l’accordo con l’Albania. Del resto Renzi è candidato di punta di Stati Uniti d’Europa con +Europa di Emma Bonino e Riccardo Magi, al cui show è andata tutta la sua solidarietà. Un po’ difficile da queste premesse vedere nella renziana Iv il “perno riformista” che, come promette Renzi, uscirebbe da questa tornata elettorale. A fronte di un Pd radicalizzato la cui segretaria Elly Schlein critica anche, pur non nominandolo, le politiche dell’ex ministro dem dell’Interno Marco Minniti che diminuirono gli sbarchi.

Con tutto il rispetto per quello che qualcuno ha accostato forse un po’ esageratamente a un gesto provocatorio pacifista di pannelliana memoria, suggello di questa campagna elettorale di una sinistra priva di una sua autonoma proposta alternativa è proprio lo show a rischio di incidente diplomatico di Magi in Albania contro il premier Giorgia Meloni e il suo accordo con il presidente Edi Rama. Il segretario azzurro Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri, lo bolla come “uno sguaiato tentativo di ricerca di pubblicità”.

Sia Tajani, che ha chiuso la campagna elettorale a Napoli, che Matteo Salvini, a Roma sul palco insieme con il generale Roberto Vannacci, avvertono le opposizioni di “mettersi l’anima in pace perché il governo arriverà fino al termine della legislatura”. Sia Tajani, che a Bonino suggerisce un ripasso delle “regole comunitare” quando afferma che l’Ungheria di Orban non può guidare la Ue, sia Salvini rispondono con nettezza al ministro della Difesa tedesco, Boris Pistorius, secondo il quale ci sarebbero da prepararsi alla terza guerra mondiale. Tajani: “Bisogna prepararsi alla pace”. E con Salvini: “Non un soldato italiano andrà a combattere a Kiev”.

Il leader leghista, vicepremier e ministro Infrastrutture-Trasporti annuncia che la Lega senza la sicurezza che il sostegno militare all’Ucraina sia solo utilizzato a scopi di difesa, non voterà più a favore. Meloni, che aveva chiuso la sua campagna elettorale già sabato scorso a Roma, a piazza del Popolo, annuncia, in tv a “Porta a Porta”, di voler scalare la classifica dei governi più longevi. E fa un video sulla social card per le famiglie meno abbienti. Un provvedimento del governo che non può fermare la sua attività perché si è in campagna elettorale, aveva risposto Meloni alle accuse delle opposizioni di fare spot o “spottoni”. Ma di fatto così è l’opposizione che gli spot al contrario ha invece rischiato di farli proprio al governo.

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