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Brics, Putin e la fuffa del nuovo ordine mondiale?

A Kazan, per contrastare i “metodi perversi dell’Occidente”, come li ha definiti Putin, i Brics hanno discusso, tra le altre cose, di piani per rafforzare la cooperazione finanziaria a partire dallo sviluppo di sistemi di pagamento alternativi anti-dollaro. Tutti i dettagli

 

Entusiasta per la partecipazione di leader o rappresentanti da 36 Paesi, cui si è aggiunta la significativa presenza del Segretario Generale Onu Guterres, il presidente russo Putin ha chiuso ieri la tre giorni di summit dei Brics a Kazan elogiando il ruolo del blocco come contrappeso a quelli che lui ha definito i “metodi perversi dell’Occidente”.

Il summit dei Brics

Fioccano da giorni le critiche su Guterres per aver accettato l’invito di un leader sul cui capo pende un mandato di cattura del Tribunale dell’Aja. Una colpa aggravata dal fatto di aver scientemente preso parte a quello che il Cremlino, con parole riportate dall’Associated Press, ha definito “il più grande evento di politica estera mai organizzato” dalla Russia.

Celebrato anche nel formato denominato “Brics Plus”, il vertice ha incluso i nuovi membri Iran, Egitto, Etiopia, Emirati Arabi Uniti ed è stato segnato dalla presenza di un robusto numero di Paesi che o hanno già fatto domanda di ingresso o ne hanno espresso l’interesse.

Anche Erdogan.

Non è passata inosservata in tal senso la presenza di un leader come il presidente turco Erdogan in rappresentanza del primo Paese Nato che ha palesato l’intenzione di entrare nel club e che mercoledì ha avuto un lungo bilaterale con Putin a margine dei lavori del summit.

Nuovo ordine mondiale.

L’intento di imporre un ordine alternativo a quello egemonizzato da Washington è insito in un progetto che il padrone di casa russo e l’altro grande manovratore cinese sbandierano con grande sfoggio di cifre e statistiche che documenterebbero il peso ormai raggiunto dal blocco in rapporto alla popolazione e all’economia globali e la sua maggiore rilevanza rispetto a quel forum chiamato G7 con cui ci si vuole per l’appunto contrapporre.

Ma è anche con le parole che a Kazan si sono lanciati segnali e ammonimenti specialmente quando Putin ha accusato l’Occidente di cercare di arginare il potere emergente del Sud globale con “sanzioni unilaterali illegali, sfacciato protezionismo, manipolazione delle valute e dei mercati azionari, e un’instancabile pressione apparentemente volta a promuovere le agende della democrazia, dei diritti umani e del cambiamento climatico”.

I piani.

Ed è proprio per contrastare questo dominio che a Kazan sono stati discussi piani per rafforzare la cooperazione finanziaria a partire dallo sviluppo di alternative ai sistemi di pagamento dominati dall’Occidente. Si è anzi insistito molto sulla necessità di prescindere dal sistema SWIFT in modo da schermarsi dalle ingerenze delle sanzioni occidentali.

Anche Start Magazine aveva anticipato la settimana scorsa che è allo studio l’adozione di alternative basate sulla tecnologia blockchain e sulle valute digitali.

Il comunicato finale.

Ma è Reuters a evidenziare che nel comunicato finale sono molto scarni i dettagli tecnici su come implementare questi sistemi alternativi anti dollaro. C’è solo un vago riferimento alla “necessità di riformare l’attuale architettura finanziaria internazionale … per renderla … più inclusiva e giusta”.

Si dà anche il benvenuto, almeno come auspicio, “all’uso delle valute locali nelle transazioni finanziarie tra i Paesi Brics e i loro partner commerciali”.

Non è chiaro invece se possa essere annoverato tra i grandi risultati del summit l’apprezzamento dell’iniziativa indiana di creare una Alleanza Internazionale dei Grandi Felini per favorirne la tutela.

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