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Brexit, verso elezioni anticipate. Il Punto di Meloni

La partita della Brexit è ancora tutta da giocare. Il punto di Daniele Meloni Giovedì 12 dicembre. Questa la data prescelta dal premier, Boris Johnson, per le elezioni anticipate in Gran Bretagna e andare oltre a un Parlamento che, parole sue, “è sopravvissuto oltre la sua utilità”. Riuscirà Johnson, dato in netto vantaggio da tutti…

Giovedì 12 dicembre. Questa la data prescelta dal premier, Boris Johnson, per le elezioni anticipate in Gran Bretagna e andare oltre a un Parlamento che, parole sue, “è sopravvissuto oltre la sua utilità”. Riuscirà Johnson, dato in netto vantaggio da tutti i sondaggi, nel suo intento?

Con il nuovo Fixed Term Parliament Act del 2011 il Primo Ministro non può più chiedere alla Regina uno scioglimento anticipato della Camera dei Comuni. Prima serve un passaggio in Aula. L’Act è un retaggio del governo di coalizione Cameron-Clegg, e, oggi, un ostacolo per Johnson sulla via di una maggioranza che in casa Tory non si vede dalla vittoria di Margaret Thatcher del 1987. Per riuscire nel suo intento il leader Tory dovrà ottenere il via libera dell’opposizione laburista lunedì, quando sarà presentata la mozione pro-elezioni.

Per ora i laburisti nicchiano. Jeremy Corbyn ha affermato di essere pronto a nuove elezioni ma solo se i Tories gli daranno la garanzia che il no-deal — l’uscita disordinata dall’Ue — non sarà più un’opzione. Nella serata di ieri si è sparsa la voce su un atteggiamento di astensione che rovinerebbe comunque i piani di Johnson. Corbyn sa che i Tory perderebbero i voti dei duri e puri simpatizzanti del Brexit Party di Nigel Farage in caso di abbandono della minaccia no-deal. Allo stesso modo i deputati laburisti sanno di andare incontro a una sconfitta – e molti meno seggi – in caso di voto anticipato. Però, forse, qualcuno potrebbe essere tentato dalle elezioni per sbarazzarsi di un leader che, nonostante la grande confusione in casa Tory di questi anni, non ha mai saputo porsi in modo credibile come potenziale premier agli occhi dell’elettorato.

Gli altri partiti rappresentati a Westminster sono contrari a nuove elezioni. Compresi i Lib Dems di Jo Swinson.

Oggi, intanto, l’Europa prorogherà i termini della Brexit. La Francia vorrebbe una proroga breve ma con tutta probabilità si accoderà alla Germania e agli altri 26 per una scadenza spostata a fine gennaio 2020. La partita della Brexit è ancora tutta da giocare, tre anni e mezzo dopo lo storico voto del 23 giugno 2016.

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