Sì, sotto il cielo stellato degli antipodi l’Europa pare una meteora che si è sperduta… e questo appare di una lampante evidenza. Di qui i frattali o i bradisismi che dir si voglia che continuano a operare implacabilmente a partire dall’Europa mortificata dalla gabbia d’acciaio dell’attuale UE. Perché? Le cause sono innumerevoli. Ma la principale continua a essere quella che il grande Ludwig Dehio indicava negli anni Cinquanta del Novecento per farci comprendere perché quello che allora si chiamava equilibrio europeo cinque-seicentesco (allora l’Europa era il mondo) continuamente si ricostruiva dopo guerre tremende. Poteva ricostruirsi perché ogni volta nuovi attori internazionali, prima estranei o esterni a quell’equilibrio, in esso venivano cooptati.
È questa impossibilità di cooptazione che può profilarsi, come dimostrano le astensioni all’Onu in merito alle sanzioni contro la Russia. E non si tratta della Cina e dell’India. Ma di Stati come alcuni giganti dell’Africa e delle nazioni motrici del Sud America, che nella dottrina Monroe mai si sono riconosciute. Insomma: il dominio senza egemonia è pressoché impossibile in un mondo in cui l’interdipendenza e l’interpenetrazione culturale avanzano inesorabili e sempre più rapidamente.
Attenti ai bradisismi. La Russia potrà essere saccheggiata delle sue risorse e militarmente vinta, punendo così la sua aggressività. È la guerra e gli aggressori vanno puniti. Ma si tratta di un modello non replicabile senza trasformare il pianeta in un’economia di guerra che trasformerà radicalmente tanto l’economia quanto le culture mondiali.
L’unico modo per frenare il bradisismo e isolare la Cina è ampliare l’arco delle alleanze e della cooperazione economica. Tutto il contrario di ciò che si è deciso di gran fretta a Madrid nel giugno del 2022. Ma tutto quello che è, invece, possibile, continuando nella profondità strategica antipodale, integrando le nazioni antipodali nel nuovo plesso mondiale che si oppone tanto alla dittatura cinese quanto a quella russa. Un’opposizione, però, strategica e quindi diplomatica e con la minaccia dell’uso delle armi e con il loro uso nel caso di aggressioni come quella russa all’Ucraina, ma sempre nella continuità delle relazioni economiche. Tutto il contrario della politica delle sanzioni economiche propugnata dagli Usa e da una subalterna UE: testimonianza drammatica di un disperato dominio militare senza egemonia.
Anche in questo caso il dibattito è vivissimo ed è diretto a rischiarare – con un che di terribile e di impietoso – il dilemma dinanzi a cui la storia mondiale ci ha nuovamente posto: può la guerra nucleare essere evitata minacciando la pace grazie al divampare di guerre locali che scaricano il conflitto di potenza, senza che questo tracimi in un confitto permanente e planetario?
E ancora: il mondo di oggi, sempre più dominato da ideologie sacrificali e oppositive e violente che dilagano financo negli umani comportamenti quotidiani, può fare a meno della guerra, quando il tardo capitalismo che questo stesso mondo domina giunge a sfruttare la terra e il vivente per superare le sue intime contraddizioni tra sviluppo ineguale, ricerca della centralizzazione risolvente e l’aggressività che promana dalle sue interne contraddizioni?
La riposta a questa domanda segnerà il destino dell’umanità in tempi brevissimi…