skip to Main Content

Giorgetti

Tutte le amorevoli sintonie fra Berlusconi e Conte

Che cosa sta succedendo fra Conte e Berlusconi dopo le ultime carinerie politiche fra premier e fondatore di Forza Italia? I Graffi di Damato

Ci sono due Io sulle prime pagine dei giornali di questa penultima domenica di aprile, e terzultima delle restrizioni imposteci dall’emergenza virale, in attesa della cosiddetta fase 2 su cui si stanno accapigliando tecnici e politici per definirne le modalità applicabili dal 4 maggio: non prima, come ha appena avvertito il presidente del Consiglio frenando i frettolosi governatori del Nord.

I due Io sono quelli di Eugenio Scalfari sulla “sua” Repubblica di carta e di Giuseppe Conte sul Giornale della famiglia Berlusconi, da cui si è lasciato intervistare per ricambiare le carinerie personali e politiche riservategli negli ultimi tempi dal Cavaliere in prudente ritiro antivirale in Provenza, ma sempre vigile su quel che resta di Forza Italia. Di cui è arcinoto il dissenso dal cosiddetto sovranismo delle altre componenti del centrodestra e dei loro leader, Matteo Salvini e Giorgia Meloni, recentemente attaccati in diretta televisiva dal presidente del Consiglio come sabotatori virtuali dei tentativi che egli sta facendo per rendere l’Europa più generosa con l’Italia in questa crisi epocale.

L’Io di Scalfari, pur presentato come “una brutta bestia”, è tuttavia più autentico e diretto dell’altro, riguardando davvero lui in un editoriale filosofico, proiettato tutto su se stesso nei panni dell’Ulisse di Dante, messosi “per l’alto mare aperto”. L’Io di Conte è invece un derivato che gli attribuisce nel titolo il Giornale per fargli dire “non mollo” nelle pur tante difficoltà che gli stanno creando, contemporaneamente, il coronavirus e le forze della sua notoriamente variegata maggioranza giallorossa fra le preoccupazioni del Quirinale, Dove si teme una “crisi al buio”, come avverte nel titolo di prima pagina La Stampa, non certamente fra gli ultimi giornali italiani.

Nonostante la fiducia, l’ottimismo e quant’altro coltivato non foss’altro per dovere d’ufficio sulla tenuta della sua maggioranza di fronte alla concreta prospettiva che dal Consiglio Europeo del 23 aprile non escano gli eurobond, o coronabond, ma un più accessibile e vantaggioso ricorso al fondo salva-Stati, notoriamente indigesto ai pentastellati come alla destra sovranista, Conte si è aperto anche a formule ministeriali – sempre politiche, non tecniche – diverse da quella realizzata nella scorsa estate. In particolare, egli ha detto, consentendo appunto al Giornale di scrivere di “governo diverso” nella presentazione dell’intervista: “Se questo governo non fosse forte e determinato, sarei il primo a sollecitare una nuova soluzione per non compromettere la realizzazione del bene comune, tanto più in questa difficilissima sfida” al coronavirus, all’Europa o, più in generale, alla “sfiga”, come direbbero a Roma.

Se si uniscono questa disponibilità e l’apprezzamento per la posizione “costruttiva” di Forza Italia viene fuori la sagoma di un fantasma: “Berlusconte”, direbbe la buonanima di Giampaolo Pansa, autore del “Dalemoni” degli anni Novanta del secolo scorso. Vi lascio immaginare con quali e quanti trambusti nella redazione quasi stellata del Fatto Quotidiano, fermi al reggente grillino Vito Crimi che dice “Conte non si tocca”, non certo pensando anche ad un governo a partecipazione forzista.

Crimi tuttavia deve anche qualche spiegazione al giornale di Marco Travaglio, che si chiede abbastanza nervosamente perché mai per i vertici dei 5Stelle Descalzi non sia “mai stato davvero in bilico” al vertice operativo dell’Eni, nonostante le sue pendenze giudiziarie, destinato addirittura ad essere ora affiancato decorativamente come presidente da una quasi editrice del Fatto Quotidiano: una specie di contrappasso.

Back To Top