LE ULTIME BELLONATE DELLA BELLONI
La direttrice del Dis, Elisabetta Belloni, ai giornalisti ha ribadito la sua fiducia in Luigi Di Maio: “Con il ministro Di Maio c’è un’amicizia sempre più solida. Di Maio è sempre leale”. (Fatto Quotidiano)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 1, 2022
Gli abissi mediatici del capo del Dis (Servizi segreti) continuano. Alla prossima puntata. https://t.co/OlIG66VtHS
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 1, 2022
A naso, se foto e dichiarazioni del genere come quelle di ieri di Belloni e Di Maio le avesse fatte il suo predecessore al Dis, Vecchione, magari con Conte, si sarebbe – giustamente – chiesto da molti le dimissioni di Vecchione. Invece oggi va tutto bene madama la marchesa.
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 2, 2022
LA LEGA FARA’ CENTRO?
Lega. L’idea di Salvini è quella di non tentare di inseguire il voto più connotato a destra ma quello di «moderati, federalisti e liberali». Chi non è convinto è l’economista Alberto Bagnai: «Ma siete proprio sicuri che i voti li troveremo al centro?». (Corriere della sera)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 2, 2022
IL BUSINESS DEGLI INSETTI
Anche le farine di insetti sono un alimento su cui gli investitori mondiali si stanno già misurando: si stima che nel 2023 l’industria mondiale degli insetti raggiungerà un valore di circa un miliardo di dollari, per poi arrivare a 4,6 miliardi di dollari nel 2027. (Sole 24 Ore)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 2, 2022
L’AFFARE PROSSIMO VENTURE DELLE PROTEINE ALTERNATIVE
Proteine alternative: carne derivata dai legumi, bistecche coltivate in laboratorio, impiego di insetti e alghe. Secondo Mediobanca, dovrebbero passare entro il 2035 dall’attuale 2% all’11% del mercato delle proteine, per un valore globale da 290 miliardi di dollari. (Sole)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 2, 2022
I NUOVI INTERESSI DI MEDIOBANCA
Secondo un report di Mediobanca la filiera alimentare è responsabile del 26% delle emissioni di gas serra, e di tale quota il 50% è riferibile alle sole attività di allevamento. (Sole 24 Ore)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 2, 2022
MAIRE SALVERA’ SAIPEM?
"La deriva di Saipem potrebbe riportare in auge un progetto preparato dal Tesoro già da anni, per integrare l’ex controllata Eni con Maire Tecnimont e creare, con l’aiuto della Cdp, un polo italiano dell’ingegneria". (Repubblica)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 2, 2022
PIRELLI SGOMMA SULLA SALIVA
SLURPISSIMO
Marco Tronchetti Provera?
"Un settantaquattrenne che sembra un eterno startupper".
(Il Giornale)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 1, 2022
… senza mai una caduta, è perché, come nelle celebri pubblicità, sa esprimere il massimo della potenza sapendosi però sempre fermare un millimetro prima del baratro. Cosa che riesce a fare solo chi sa anticipare i tempi. Si dice essere Previdenti. Con la «P»". (Il Giornale)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 1, 2022
CHE COSA NON SI FA PER MOURINHO
Friedkin continua a iniettare fondi nell’As Roma. In gennaio il miliardario ha versato altri 25 milioni di euro in conto finanziamento soci per sostenere il fabbisogno della squadra di calcio. Lo rende noto la comunicazione finanziaria mensile del club. (Sole)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 2, 2022
Fonti del club hanno detto al Sole 24 Ore che il gruppo Friedkin, subentrato il 17 agosto 2020 a James Pallotta, da settembre 2020 a oggi ha versato nella Magica 335,1 milioni. Sono esclusi i costi dell’acquisizione. L’azionista precedente aveva iniettato 110 milioni. (Sole)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 2, 2022
CARTOLINA DANESE
Da ieri in Danimarca non è più obbligatorio indossare la mascherina né avere il green pass per entrare in discoteche, caffè, autobus o ristoranti. (Cnn)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 2, 2022
LE ARCURATE DI INFRATEL
INFRATEL (gruppo Invitalia): DA TRASPARENTE A INVISIBILE
E tutti zitti: destra, sinistra, centro, sopra, sotto e di lato.
Complimenti.https://t.co/JJKbihYNt1
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 1, 2022
TUTTE LE ULTIME NOVITA’ SUL CASO BELLONI. ESTRATTO DI UN ARTICOLO DI STARTMAG:
Discussioni e tensioni a latere del caso di Elisabetta Belloni, il capo del Dis (il Dipartimento che coordina i Servizi Segreti, ossia Aisi e Aise) che faceva parte di una rosa di nomi per il Quirinale su cui convergevano i contiani del Movimento 5 Stelle, la Lega, Fratelli d’Italia ed Enrico Letta, segretario del Pd (partito che comunque era spaccato sul nome).
CHE COSA DICE URSO (COPASIR E FRATELLI D’ITALIA) SUL CASO BELLONI
“Temo che questa polemica sia frutto di una cultura che guarda ancora all’apparato dello Stato con sospetto. In altri Paesi democratici e occidentali, penso al Regno Unito o agli Stati Uniti, per non parlare di Israele, nessuno si scandalizza se un vertice dell’intelligence aspira a cariche pubbliche, anzi. Nel mondo anglosassone c’è una consolidata cultura dell’intelligence che vede nel servizio per la sicurezza un onore”, ha detto – rispondendo sulle polemiche nate durante le elezioni del capo dello Stato sulla compatibilità tra la guida dell’intelligence e la presidenza della Repubblica – il presidente del Copasir, il senatore di Fratelli d’Italia, Adolfo Urso, a Formiche, la rivista di Paolo Messa (top manager di Leonardo) diretta da Flavia Giacobbe che ha nominato poche settimane fa “Formica dell’anno” Elisabetta Belloni con questa motivazione: “C’è chi costruisce la carriera iscrivendosi nella categoria delle “riserve” della Repubblica. Elisabetta Belloni ha scelto un altro ruolo. Gioca da titolare. E, con la laboriosità delle formiche, conquista primati che non declina al singolare”.
LA POSIZIONE DEL PRESIDENTE DEL COPASIR SUL CASO BELLONI
La direttrice del Dis Elisabetta Belloni così come il suo predecessore Giampiero Massolo (presidente di Fincantieri e dell’Ispi di cui si è parlato nei giorni scorsi come un altro quirinabile secondo alcuni partiti) sono ”due persone con un cursus istituzionale che parla da sé. Ambasciatori di corso, già segretari generali della Farnesina, negli anni hanno dimostrato visione e lungo capacità strategica nonché una gestione imparziale del servizio pubblico – ha aggiunto il presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir) – Peraltro della Belloni, la cui nomina al Dis è recentissima, si era già parlato all’inizio della legislatura come presidente del Consiglio e anche in questa occasione come possibile sostituta di Draghi. Insomma, persona di grandissima qualità”. Che in un Paese occidentale il capo dei Servizi segreti prenda le redini dello Stato o del governo ”è già successo altrove, senza scandali o polemiche. Un caso per tutti: George Bush padre. Prima di diventare presidente degli Stati Uniti è stato direttore della Cia. Un’agenzia che a differenza del Dis, che ha un ruolo di coordinamento del comparto intelligence, ha una funzione davvero operativa. Senza contare che il presidente americano ha poteri più estesi del nostro Capo dello Stato ed è il comandante in capo. L’esperienza di Bush nell’intelligence ha contribuito a farne uno dei più previdenti e brillanti interpreti della fine della Guerra Fredda e anche per questo determinante nella caduta dell’Urss”.
COSA DI DICE NEL PD SUL CASO BELLONI
Nel Pd divampa il dibattito. Se ieri in tv, nella trasmissione condotta da Lucia Annunziata su Rai3, il segretario Letta ha detto in sostanza – incalzato dal giornalista Paolo Mieli – che non aveva nulla in contrario all’ipotesi di Belloni come presidente della Repubblica, altri non sono d’accordo. Il Pd si farà promotore di “una iniziativa legislativa che verrà sottoposta a tutte le forze politiche” per affrontare il tema delle “incompatibilità e ineleggibilità” che regolino il passaggio dai vertici dei servizi a una carica istituzionale, ha annunciato, parlando con l’Adnkronos, Enrico Borghi, responsabile sicurezza dem e membro del Copasir: “C’è un diritto dei cittadini di sapere come sono andate le cose e un nostro dovere di raccontarle”, dice Borghi, che è stato chi ha seguito passo passo nella war room ai piani del gruppo dem alla Camera le fasi della complicatissima elezione del presidente della Repubblica. E la verità è che “mai c’è stato il via libera di Letta alla chiusura di un accordo su Belloni. Quando nel vertice a tre il nome di Belloni è stato proposto da Conte – che pure era già a conoscenza di tutte le nostre avvertenze sul rischio per il sistema derivante dalla esposizione della direttrice del Dis – e caldeggiato anche da Salvini, Letta ha spiegato che ne avrebbe parlato con i ministri, i dirigenti e i grandi elettori. Non c’è mai stato un via libera a chiudere su quella candidatura”.
L’INIZIATIVA DEL DEM BORGHI (COPASIR)
Ora, sottolinea il dem Borghi, “bisogna tirare un consuntivo di questa vicenda. Innanzitutto, l’ambasciatrice Elisabetta Belloni è una figura di altissimo profilo dell’alta amministrazione dello Stato, una sincera funzionaria di una Repubblica democratica e una persona che ha reso e sta rendendo servizi molto importanti al Paese. Proprio per questo non doveva essere messa in mezzo al tritacarne e chi lo ha fatto si assume responsabilità politiche e istituzionali di una attività maldestra che non si sarebbe dovuta esercitare in questi modi e forme perché una Repubblica seria tutela i propri servitori e chi ha avuto altissime responsabilità istituzionali deve avvertire il dovere di atteggiarsi in tal modo”. Le proposte di Borghi sono state appoggiate oggi dal quotidiano Repubblica dallo specialista di Intelligence del quotidiano del gruppo Gedi; ma il giornale diretto da Maurizio Molinari nei giorni scorsi – quando la polemica e l’ipotesi era calda – si è ben guardato dal commentare negativamente lo scenario del direttore del dipartimento che coordina l’Intelligence potesse diventare capo dello Stato.
LE CRITICHE DI RENZI A IPOTESI BELLONI
Chi continua a stimmatizzare l’operazione Belloni al Colle che era stata architettata è Matteo Renzi: “Molti di voi hanno seguito i lavori di questa difficile settimana. Il momento chiave è stato per noi quando sono sceso in piazza davanti a Montecitorio per spiegare il mio no alla proposta giallo-verde-nera di mandare il capo dei servizi segreti al Quirinale”. Lo scrive il leader di Italia Viva, Matteo Salvini, nella sua enews. “Mentre scendevo le scale, pensavo che doveva perso quella battaglia perché i numeri sembravano dare ragione a Conte e Salvini e agli altri che avevano proposto la candidatura Belloni– spiega –. Ma ho pensato anche che sono momenti in cui bisogna difendere la storia, la decenza istituzionale, la credibilità anche se si è in minoranza. E, dunque, sono andato giù tranquillo. Alla fine è andata bene e l’intervento televisivo ha dato coraggio anche a chi faceva più fatica a esporsi”.