Skip to content

tajani

Il nuovo forzismo di Forza Italia

Che cosa ha detto Antonio Tajani alla festa di Forza Italia a Telese Terme. La nota di Sacchi.

Prima di immergersi in serata con dirigenti e giovani militanti di Forza Italia in un ballo sulle note delle canzoni di Lucio Battisti, composte con Mogol, presente sul palco, Antonio Tajani dalla tre giorni della festa nazionale azzurra a Telese (Benevento) esterna il suo “canto libero” sul piano politico.

“Noi siamo garantisti, ma voteremo per la revoca dell’immunità di Ilaria Salis. Perché i reati sono stati commessi quando non era europarlamentare”, annuncia Tajani. E a sorpresa spiazza quanti, non conoscendo evidentemente bene la solidità politica del successore di Silvio Berlusconi alla guida di Forza Italia (seppur il ministro degli Esteri e vicepremier abbia voluto chiamarsi segretario “perché di presidente resta uno solo”), lo hanno denigrato. Da destra con Casapound e dalle opposizioni di sinistra insieme con i Cinque Stelle.

Tajani, dileggiato sui social perché in sostanza ritenuto o troppo cedevole verso la sinistra, mentre lui ha sempre detto che il suo obiettivo è proprio prendere voti degli elettori in libera uscita da una sinistra estremista senza più il centro, il quale centro, come disse Berlusconi “non può che essere alleato con la destra”; oppure insultato in Aula al Senato dai Cinque Stelle come “prezzolato del governo di Israele”, accusa gravissima per un ministro degli Esteri, per la quale Giuseppe Conte non ha ancora chiesto scusa, e non c’è stata neppure la solidarietà del Pd di Elly Schlein, Tajani ha confermato di che pasta è fatto. Niente neve che si scioglie al sole, come disse Matteo Renzi in una delle sue previsioni non azzeccate come il “game over” per il Cavaliere.

Dopo le polemiche e le punzecchiature che c’erano state anche da FdI e Lega per quel voto di scarto attribuito al Ppe nella Commissione Affari giuridici a favore di Salis, cosa smentita anche dal portavoce nazionale di FI Raffaele Nevi, vicecapogruppo vicario alla Camera, Tajani è perentorio: “Sulla vicenda Salis noi voteremo per la revoca dell’immunità, perché i reati sono stati commessi prima di diventare europarlamentare. Noi siamo garantisti sempre, ma proprio perché siamo garantisti rispettiamo le regole”. Prosegue: “Sulla vicenda Salis non mi faccio intimorire neanche da Casapound con i suoi manifesti, sono abituato a ben altro, e non mi faccio intimorire dai mandanti di Casapound: non so chi siano i mandanti, ma comunque un mandante c’è”, ha aggiunto Tajani. Secondo il quale, “forse sono tutti preoccupati dai sondaggi che ci indicano in crescita, forse diamo fastidio a chi vorrebbe vederci relegati in qualche angolo, ma noi siamo protagonisti e saremo sempre più forti”.

Infine, il ministro, vicepremier e segretario azzurro rivendica: “Noi siamo fieri di far parte della famiglia” del Ppe e “non ci facciamo intimorire dalla minaccia, anche di partiti alleati: il Ppe è quello che garantisce stabilità in Europa, molto di più di Patrioti e Conservatori. Non ci facciamo intimidire e insultare da altri”.

Tajani, anche alla vigilia del voto nelle Marche e alla importante prossima tornata elettorale in Veneto, Campania, Puglia, Valle d’Aosta, Calabria, Toscana, è fisiologico che come gli altri leader voglia far valere l’identità del proprio partito. Da Telese viene lanciato e “rinnovato” un nuovo Manifesto della Libertà, dall’economia alla riforma della giustizia, afferma Maurizio Gasparri, capogruppo dei senatori azzurri. E questo nell’ambito del centrodestra, coalizione in cui le formazioni politiche più che competere si completano tra loro, con la loro plurale identità, saldata dall’unità, come osserva Daniele Capezzone, direttore editoriale di “Libero Quotidiano” nel suo nuovo libro Trumpisti o Muskisti comunque ‘fascisti’ – Sinistra a caccia di nemici (Piemme). Anche i giovani azzurri e quelli di FdI, dopo l’invito della Lega a parlare dal palco di Pontida domenica scorsa, hanno chiamato Capezzone a presentarlo.

Quanto all’accusa di giustizialismo su Salis, che la sinistra è pronta a scagliargli contro, Tajani da Presidente del Parlamento Europeo, nell’ambito di una visita ufficiale in Tunisia, andò a Hammamet sulla tomba di Bettino Craxi, e parlò coraggiosamente di “esilio immeritato”. Ma a Hammamet Pd, sinistre varie finora sono gli unici non pervenuti in forma ufficiale. Craxi è nel pantheon di FI, esposto alla festa di Telese, con FI sono Stefania Craxi, presidente della commissione Esteri e Difesa del Senato, il responsabile dell’ufficio elettorale Alessandro Battilocchio, craxiano doc, presidente della Commissione di Montecitorio della sicurezza nelle città, ed altri esponenti. Il pantheon è vasto e ha come filo conduttore la libertà, il riformismo, i valori cristiani, il merito in tutti i campi, anche nello Sport, va da De Gasperi a Reagan fino al più grande bomber italiano di sempre, Gigi Riva.

Torna su