skip to Main Content

Baerbock

Come si muoverà la Germania tra Ucraina e Russia

Tutte le previsioni sull'incontro tra la ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock e l'omologo tedesco Sergej Lavrov. L'articolo di Pierluigi Mennitti

 

Chissà quali documenti porterà la ministra degli Esteri tedesca nella cartella con cui si presenterà oggi all’incontro con il suo omologo russo Sergej Lavrov. Nel mezzo della più grave crisi Est-Ovest dalla fine della guerra fredda, Annalena Baerbock ha messo in agenda un doppio, delicatissimo appuntamento. Ieri a Kiev, con la controparte ucraina, oggi a Mosca.

Faccia a faccia molto atteso fra una novizia e una vecchia volpe della diplomazia internazionale. Ma a Baerbock potrebbe venire in aiuto l’avvertimento lanciato nel fine settimana dal leader dell’opposizione interna Friedrich Merz, ormai prossimo a essere incoronato presidente della Cdu. L’ex avvocato d’affari, uomo addentro ai meccanismi della finanza internazionale e allo stesso tempo fra i politici tedeschi meno sensibili al fascino russo, ha ammonito l’occidente (e in particolare gli Usa) a mettere in pratica la madre di tutte le sanzioni economiche, e cioè l’esclusione delle banche russe dal sistema internazionale Swift, che collega più di 11.000 banche in oltre 200 paesi in tutto il mondo.

Una sanzione che Stati Uniti e Unione Europea valutano già da diversi mesi e che in queste ore di accresciuta tensione è tornata a essere richiesta con forza da una parte dei senatori democratici. “Mettere in discussione il sistema Swift potrebbe rappresentare la bomba nucleare per i mercati dei capitali e anche per le relazioni tra beni e servizi”, ha detto Merz in un’intervista all’agenzia di stampa Dpa. Un boomerang che si ritorcerebbe anche contro l’occidente. Se fosse applicata una tale misura, “causeremmo enormi contraccolpi economici anche alle nostre economie”, ha proseguito il prossimo leader Cdu: “a essere colpita non sarebbe solo la Russia, perché alla fine ci auto-infliggeremmo un danno considerevole”. Ancor più grande per quelle nazioni come la Germania (ma lo stesso discorso vale per l’Italia) con economie fortemente orientate all’esportazione.
In attesa di capire toni e modi con cui Baerbock verrà accolta a Mosca, la ministra ha svolto con una certa eleganza la prima parte della sua complicata missione, quella ucraina.

A Kiev Berlino ha assicurato la “solidarietà” di fronte ai toni aggressivi dei russi e il riconoscimento dell’intangibilità dei confini ucraini. Che vale per il Donbass e anche per la Crimea. Ma questa solidarietà si esprimerà, oltre che a parole, con passi diplomatici. Come il tentativo tedesco di riesumare assieme alla Francia il cosiddetto formato Normandia, il quartetto di potenze europee che ha tentato in questi anni di allentare la tensione a oriente e di avviare un complesso percorso di riappacificazione. Gli accordi di Minsk restano il sestante della diplomazia tedesca, un pacchetto nel quale si parla di Ucraina tenendo dentro l’Ucraina (come ha sottolineato Baerbock): a Berlino evidentemente infastidisce che i destini orientali del continente europei vengano decisi in colloqui diretti tra Washington e Mosca.

È significativo che nei discorsi ufficiali al termine della conferenza stampa con il ministro degli Esteri di Kiev Dmytro Kuleba siano spariti del tutto accenni sia alla richiesta ucraina di invio di armi da parte tedesca che ai contrasti sul Nord Stream 2.

Sul piano energetico Berlino ha assicurato a Kiev supporto finanziario e tecnico per lo sviluppo delle energie rinnovabili. Un tasto particolarmente gradito alla verde Baerbock: la diplomazia del clima è uno dei capisaldi del suo programma in politica estera e l’Ucraina sembra prestarsi alla perfezione al primo tentativo di implementarla. E d’altronde il sostegno alla svolta energetica ucraina era uno degli impegni che il precedente governo Merkel aveva preso per ottenere il via libera americano al gasdotto. In primo piano accordi per lo sviluppo dell’idrogeno: “La via delle fonti rinnovabili è anche la strada per una maggiore indipendenza energetica dell’Ucraina dalla Russia”, ha aggiunto la ministra tedesca.

Dopo Kiev Mosca. Un incontro, quello tra Baerbock e Lavrov, che molti commentatori tedeschi descrivono senza troppi giri di parole come una sorta di confronto tra la bella e la bestia. Ma al di là dei riferimenti cinematografici, il faccia a faccia tra i due ministri ci svelerà se Berlino (il cui nuovo governo mostra un profilo oscillante sui temi di politica estera ed energetica) è ancora in grado di giocare un ruolo importante in uno scenario decisivo per la sua sicurezza e per quella dell’Europa.

Back To Top