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Allarme per guerre e violenza? L’Italia è vaccinata dal terrorismo

I 40 anni di Aiviter, associazione delle vittime degli anni di piombo, delle stragi e degli attentati che hanno fatto 622 vittime dal 1961

 

In Italia, tra 1969 e 2003, ci sono stati 365 morti per stragi e attentati individuali, migliaia di feriti e invalidati e innumerevoli attentati violenti dimostrativi. In soli sette anni, tra il 1975 e il 1982, a Torino venne uccisa una ventina di persone e si contarono decine di tentati omicidi: Arbasino scherzava amaramente su “una città dove se stai in casa ti spari e se esci ti sparano”. I dati sono stati diffusi a Torino nell’incontro che ha celebrato i 40 anni di AIVITER, l’Associazione Italiana Vittime del terrorismo, la più rappresentativa su questo argomento.

I tragici avvenimenti che hanno insanguinato l’Italia negli anni di piombo condizionano il nostro giudizio odierno, portandoci talvolta a un allarme esasperato per l’attualità, ma possiamo anche dire che ci hanno vaccinato contro la violenza, come e più di altri Paesi. Sono la premessa di cui tenere conto, mentre assistiamo alle complicazioni opposte ai tentativi di ricerca della pace, al pericolo rappresentato da Hamas e dagli integralisti islamici, alla polarizzazione politica in Italia, al clima violento e rissoso che spesso percepiamo nelle piazze e non solo. “Occorre conservare il ricordo, diffondere la conoscenza e fare in modo che anche le giovani generazioni facciano tesoro di quelle tragiche esperienze affinché non si ripetano mai più” è quanto si propone del presidente di AIVITER, Roberto Carlo Della Rocca.

Alla giornata della “memoria” tra “ieri” e “oggi” sono giunti partecipi messaggi del presidente della Repubblica e di quello del Senato. Hanno partecipato Miguel Gotor con la relazione “Una tragedia nazionale, Il partito armato e gli anni di piombo in Italia”, Roberto Arditti e Giovanni Fasanella sulle “Testimonianze delle vittime”, moderati da Luciano Borghesan. Letizia Bossini dell’Università di Siena ha trattato “Il disturbo post traumatico da stress”, Giacomo Fassina le “valutazioni-medico-legali delle invalidità delle vittime del terrorismo”, Vincenzo Marino, Andrea Bava e Fabio Pisani le criticità applicative del legislativo.

Tra gli elementi ricordati, il legame tra terrorismo rosso e ala massimalista del PCI che considerava l’accettazione del sistema democratico costituzionale un tradimento della resistenza. Ma anche il terribile trauma PDSD nei parenti e testimoni di attentati. E l’epidemia di certificati per sindrome ansioso-depressiva che hanno ostacolato la formazione delle giurie popolari chiamate a pronunciarsi sui terroristi sotto processo.

Colpisce che allo stato non sia disponibile un elenco completo e generale delle vittime del terrorismo. Per questo AIVITER ha fortemente voluto e progettato la realizzazione del censimento unico, dal 1961 ad oggi, di tutte le persone decedute a seguito di attentati in Italia e dei cittadini italiani uccisi all’estero che annovera 622 nominativi, per ciascuno dei quali è stata predisposta una scheda personale.

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