Caro direttore,
ma lo sai che al Tg1 se stanno a mena’? Ovviamente in senso figurato, tranquillo.
Ma certo che lo scazzo è ruvidissimo all’interno del Comitato di redazione (cdr) del primo telegiornale della Rai.
La notizia è questa, secondo un antico giornalista Rai andato in pensione che ho sentito stamattina: in passato i Cdr del Tg1, pur con sensibilità politiche diverse al proprio interno, non si sono mai spaccati come oggi praticamente su ogni aspetto.
Sotto trovi i testi dei due fronti interni al Cdr e i lettori di Startmag si potranno fare un’opinione.
Io che di Rai ci capisco nulla ho chiesto a questo mio amico ex Rai di sintetizzarmi gli aspetti salienti e le differenze. Tenendo conto, mi ha sottolineato, che ad esacerbare ulteriormente gli animi è stata la nascita di Unirai, il sindacato sorto di fatto in contrapposizione a Usigrai: insomma il bipolarismo ha attecchito anche in Rai?
Ecco la sintesi dell’ex giornalista Rai che non ha mai avuto tessere sindacali:
“Dei componenti del Cdr “tendenza Usigrai” mi fa ridere che lodano il boom di promozioni e: 1) ne chiedono altre ancora per anzianità; 2) non ammettono che promozioni e prebende non sono proporzionali agli ascolti
Del componente del Cdr tendenza “Unirai” (destra) fa ridere che 1) chiedono di usare dati vecchi; 2) sono per vatuttobenemadamalamarchesa; 3) malizioso: difendono il direttore del Tg1, Gianmarco Chiocci (nella foto), ma attaccano l’amministratore delegato, Giampaolo Rossi, tornando a dare colpa al traino”.
Tu hai capito qualcosa?
Io ho solo arguito che il Cdr del Tg1 è diventato un parlamentino politico: stanno lì a minacciarsi querele tra loro. Mi chiedo a questo punto se trovano tempo anche di lavorare…
Sotto ti incollo le due letterine.
Buona lettura
Gianluca Zappa
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Care colleghe e cari colleghi,
come anche il Cda ha sottolineato, riteniamo molto preoccupante il blocco della spesa per il personale deciso per il 2025, blocco che temiamo si possa tradurre in ulteriori tagli alle risorse per la nostra testata. Abbiamo da tempo segnalato a questa Direzione la cancellazione di trasferte importanti, la carenza di troupe e la riduzione delle spese per i taxi che corrispondono nella gran parte delle volte ad una esigenza di spostamento degli ospiti in studio o di colleghi che hanno necessità di spostarsi per recarsi sul posto in casi urgenti. Il Tg1 si è sempre contraddistinto per una capillare organizzazione del lavoro che si deve tornare a considerare prioritaria e non estemporanea.
Importanti segmenti di questo telegiornale vengono esclusi o non adeguatamente supportati senza alcun motivo, nonostante il loro impegno sia costante e proficuo. Pur registrando le 17 promozioni (+4 regolarizzate provenienti dalla precedente Direzione) avvenute negli ultimi 16 mesi, è nostra priorità ricordare che ci sono colleghi che da anni attendono meritatamente un avanzamento di carriera e redazioni con buchi di Line per le quali sta diventando impossibile andare avanti.
Chiediamo a tale proposito che la regola del divieto di doppi e tripli incarichi, posta da questa Direzione, valga per tutti onde evitare discriminazioni tra colleghi, e che si rispettino i ruoli previsti dal Contratto, con la netta distinzione tra inviati e Line, per non assistere, come sempre più spesso accade, ad inviati che restano chiusi nelle redazioni.
A ciò si aggiunge la *forte preoccupazione per il calo degli ascolti* fatto registrare dalla nostra testata nel periodo “15 settembre – 26 ottobre 2024” rispetto allo stesso periodo del 2023 che vede attestarsi su un -232.735 telespettatori (studio Frasi su dati Auditel).
Stiamo inoltre aspettando – abbiamo chiesto già due volte un incontro – che ci venga presentato il piano di riassetto del telegiornale del mattino.
Il Cdr
Giovanna Cucè
Caterina Proietti
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Cari colleghi e care colleghe,
scrivo questa mail esprimendo un profondo senso di disagio: non capisco, infatti, questa ostinazione di una parte del Cdr a fare un tipo di comunicato, come quello che avete ricevuto poco fa, per ribadire concetti già espressi in precedenza, specie quando si ammette che questa direzione ha fatto più promozioni , 17, di qualsiasi altra direzione.
Stupisce poi sottolineare come parte del Cdr sottolinei la questione degli ascolti, facendo riferimento all’ultimo mese dello studio frati (rilanciato ieri da esponenti politici) anziché soffermarsi sui dati usciti una settima fa, che si riferiscono allo scorso semestre Agcom che davano il nostro Tg in ottima salute (dati fermi a fine maggio 2024), perché non tenevano conto del calo di ascolti del traino delle ore 20 che perde oltre 4 punti di percentuale rispetto all’anno scorso, cosa che influisce sulle performance anche sull’edizione delle 20. D
ispiace poi che non si sottolineano i buoni risultati delle altre edizioni. Ritengo, infine, che pur nelle difficoltà economiche già esistenti, il Tg1 abbia coperto in modo efficace i grandi fatti di cronaca, in Italia e all’estero, senza esclusione di un settore rispetto ad un altro, cercando di fornire mezzi e risorse ad ogni collega, in redazione o in trasferta. Certo, ci sono cose da migliorare, line da coprire, il Direttore ci ha detto che se ne sta facendo carico e che presto ci comunicherà anche le sue conclusioni sulla riorganizzazione del mattino.
Non c’era dunque bisogno, a mio avviso, di una mail che sembra ricalcare certe note di partito finalizzate e gettare sempre discreto sul lavoro dei colleghi del Tg1. Ricordo infine alle colleghe del Cdr che primo dovere di un Cdr è difendere i colleghi e la redazione tutta dagli attacchi strumentali di qualunque partito politico, non di sposarne la linea.
Elisabetta Abbate
Membro Cdr Tg1