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A tu per tu con i pazienti Covid-19. Il post del medico Manera

Covid-19

Che cosa ha raccontato su Facebook il medico chirurgo, specializzato in anestesia e rianimazione, dopo l’esperienza nella Rianimazione del Papa Giovanni XXIII a Bergamo. Il post di Stefano Manera

Dal dicembre 2019, diversi casi di polmonite di eziologia sconosciuta sono stati segnalati a Wuhan, nella provincia di Hubei, in Cina.

In realtà pare molto prima, infatti anche in Italia molti medici già dai primi di dicembre, hanno iniziato a segnalare casi molto frequenti di polmoniti “anomale”, anche tra i bambini.

Una percentuale significativa di pazienti si sono presentati alla valutazione clinica inizialmente con sintomi gastrointestinali atipici (vomito e diarrea/dissenteria).

Quello che noi stiamo osservando sia in ospedale, che in ambito extraospedaliero è che la stragrande maggioranza dei pazienti che vanno incontro a complicanze da Covid-19, sono pazienti con un quadro sottostante e ben evidente di infiammazione che la letteratura internazionale ormai ci ha insegnato a correlare inequivocabilmente a uno stato di infiammazione intestinale, ovvero di disbiosi.

La maggior parte dei pazienti con complicanze, anche letali, da Covid-19 sono nella maggior parte dei casi: obesi, ipertesi, diabetici o in sindrome metabolica.
Altri pazienti presentano patologie croniche così dette “autoimmuni” (artrite reumatoide, lupus, psoriasi) che sono correlate anch’esse a uno stato di disbiosi cronica intestinale.

L’osservazione anche dei cluster di diffusione, rende evidente l’esistenza significativa di concause ambientali e farmacologiche rilevanti.

Questo report del febbraio 2020 riporta in realtà tesi che molti di noi dicono e trattano (credendoci) già da molti anni.

Anche in questo caso, appare non fantasioso ipotizzare che l’intestino sia la causa o che comunque aggravi l’infezione da SARS-CoV-2.

“Il tratto respiratorio ospita il proprio microbiota, ma i pazienti con infezioni respiratorie presentano generalmente una disfunzione intestinale (disbiosi e infiammazione intestinale – nda), correlata a un decorso clinico più grave della malattia, indicando così una correlazione tra intestino e polmone”.

Questo fenomeno può anche essere osservato nei pazienti con Covid-19.

Numerosi studi hanno dimostrato che il microbiota intestinale modulante può ridurre l’enterite e la polmonite associata al ventilatore e può ridurre alcuni effetti collaterali gravi degli antibiotici, riducendo
replicazione virale nell’epitelio polmonare.

Curare il microbiota intestinale può essere una nuova opzione terapeutica o almeno una scelta terapeutica adiuvante.

Ad oggi non esiste un antivirale specifico per il trattamento di Covid-19, ma si ipotizza che i probiotici possano modulare il microbiota intestinale per ridurre i sintomi gastrointestinali, proteggendo anche l’apparato respiratorio”.

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