skip to Main Content

Tutte le buone sorprese della qualità della vita al Sud

A fine 2017 come di consueto ItaliaOggi ha pubblicato la classifica sulla qualità della vita nelle 110 provincie italiane. Lo studio, giunto alla 19ma edizione, si pone l’obiettivo dichiarato di “stimolare il dibattito sui percorsi da intraprendere per incrementare il benessere  (non solo economico) delle comunità locali”. Prima di vedere la sorpresa dell’edizione 2017, un…

A fine 2017 come di consueto ItaliaOggi ha pubblicato la classifica sulla qualità della vita nelle 110 provincie italiane. Lo studio, giunto alla 19ma edizione, si pone l’obiettivo dichiarato di “stimolare il dibattito sui percorsi da intraprendere per incrementare il benessere  (non solo economico) delle comunità locali”. Prima di vedere la sorpresa dell’edizione 2017, un cenno al metodo: lo studio divide le 110 province in quattro colori: giallo, per le province dove la qualità della vita è buona; verde, dove la qualità della vita è accettabile; rosso, qualità scarsa e blu, ovvero dove il grado di soddisfazione è insufficiente.

Una mappa “semaforica” dell’Italia delle province che va tenuta a mente perché i quattro colori nella loro semplicità rivelano verità del tutto inattese.

Anzitutto, cosa si intende per qualità della vita? Lo studio si basa sulla misurazione di nove macro indicatori che spaziano da quelli prettamente economici (lavoro, affari e tenore di vita) a quelli di carattere sociale (tempo libero, criminalità, disagio sociale) senza dimenticare la Salute e l’Ambiente.

Il primo dato che non ci si aspetta ma che emerge con forza dall’analisi è che la tavolozza-Italia non è uniforme: i quattro colori sono ben sparsi su tutta la penisola. Della serie: addio vecchi cliché che vogliono il Nord ricco e produttivo, il Centro felice e il Sud arretrato. Ci sono sprazzi di blu (qualità della vita “insufficiente”)  in Liguria e ampie sacche di rosso (qualità “scarsa”) in Lombardia, Piemonte e Veneto.

E’ vero, il Sud resta dominato da vaste aree blu (Calabria e Sicilia lo sono interamente), e molto rosso. Ma c’è un elemento che rappresenta la seconda sorpresa: nel meridione c’è infatti una regione completamente verde (dove cioé la qualità della vita nel suo complesso è giudicata “soddisfacente”), ed è la Basilicata: unica regione del Sud a presentare questa caratteristica.

Più interessante ancora è il quadro che emerge andando un po’ in profondità, scorrendo le varie macro aree sezionate ulteriormente per due province lucane: Potenza e Matera.

Partiamo allora dalla macro-area Affari e Lavoro. Qui a fronte di un Sud che dal Molise in giù è tutto un desolante blu, spicca l’eccezione della Basilicata, che se proprio non brilla quanto meno si colloca su un gradino più alto, ovvero nell’area “rossa” (stessa categoria di Cremona, per intenderci). Ancora meglio con gli altri indicatori economici: la voce “Tenore di vita” rileva che a Potenza e provincia la qualità è soddisfacente, con una più che onorevole sessantaduesima posizione (Matera è al 67mo posto). Non solo. Se si va a guardare il posizionamento delle due provincie lucane nelle sotto-categorie economiche, per quanto riguarda il “Valore Aggiunto pro-capite”, Potenza raggiunge il settantunesimo posto, mentre Matera si ferma al 93mo.

Il miglior posizionamento di Potenza si può probabilmente ricondurre alla maggior presenza industriale sul territorio: l’industria automobilistica di Melfi e quella petrolifera in val d’Agri e val Camastra, e naturalmente l’indotto generato dai due insediamenti, sostengono il ranking del territorio in quanto a occupazione, stipendi, creazione di Pil e in generale per tutte le componenti economiche analizzate nel rapporto.

Ma le sorprese non sono finite. Osservando la voce “Ambiente”, lo studio evidenzia che la situazione nel Mezzogiorno (ma il discorso vale in generale in tutta Italia) è molto variegata, con aree di insoddisfazione tanto in Piemonte quanto in Sicilia. La Basilicata stessa è spaccata in due: Potenza verde, Matera Rossa. Ed ecco la sorpresa: l’area di Potenza, più industrializzata è anche qualla che vanta il miglior ranking ambientale, a dimostrazione che l’equazione industria = distruzione dell’ambiente non regge. E con un distacco notevole: Potenza è al 34mo posto, Matera al 62mo. In termini ambientali la provincia di Potenza è davanti anche Lecco, a Como, a Bergamo, a Vicenza, a Bologna, e a moltre altre città.

Un ulteriore approfondimento delle voci “Ambiente” mostra come nella categoria “concentrazione di biossido d’azoto” Potenza è al decimo posto, mentre nella “concentrazione di PM10” addirittura al  secondo (come Sondrio, per intenderci, in Valtellina). Da segnalare che Matera si piazza al primo posto assoluto nel verde pubblico e nel consumo procapite di energia elettrica.

Veniamo all’indicatore “Disagio sociale”. Anche qui emerge il dato della Basilicata (insieme a parte della Puglia), che mostraun livello di disagio sociale “soddisfacente”. La spiegazione più intuitiva è che una vasta parte del territorio della provincia di Potenza gode di royalties petrolifere (elemento differenziante rispetto al resto del Sud), che si aggiungono tra l’altro a quelle regionali, le quali spesso vengono usate, appunto, per supportare il welfare. Non a caso qui la posizione di Potenza e provincia è invidiabile, posizionandosi al 26mo posto, facendo meglio di Sondrio, di Trieste, di Trento. E un po’ meglio anche di Matera, che si piazza al ventinovesimo posto.

Anche la voce “Salute” non fa che confermare il primato di Potenza nel Mezzogiorno. Nel potentino la qualità della vita in termini di Salute è “soddisfacente” in mezzo a un mare di blu e rosso, inclusa Matera, dove la qualità della salute è giudicata “scarsa”. Anche in questo caso traspare con ogni probabilità il vantaggio derivante dalle royalties: personale ospedaliero, strutture ospedaliere, posti letto sono le voci che compongono la categoria, e sono tutti capitoli di spesa che sono supportate (anche) dalle royalties petrolifere.

Tutto bene a Potenza e dintorni insomma? Non proprio. C’è infatti un indicatore che non vuole migliorare: si tratta della “Popolazione”, che non ne vuole sapere di mostrare un saldo positivo, relegando la provincia al sessantaseiesimo posto nella classifica generale. Un neo, per altro unico, che però stride con la classifica nazionale che vede la Basilicata, e in particolare Potenza e provincia emergere in termini di qualità della vita, e non solo nel Sud: Potenza, con il suo 44mo posto, si posiziona davanti a Milano, Pavia, Ferrara, tingendo di un bel verde (speranza) l’intera Regione.

Back To Top