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Sidney, scivolone di Uber. Prezzi alle stelle nella zona del rapimento

Imbarazzo per Uber, a Sidney nella zona circostante al bar in cui sono state tenute in ostaggio 50 persone il prezzo delle corse è quadruplicato Secondo le agenzie per abbandonare la zona sono stati richiesti 100 dollari australiani (corrispondenti a 65 euro) contro un prezzo di 25 dollari richiesti per godere dello stesso servizio in…

Imbarazzo per Uber, a Sidney nella zona circostante al bar in cui sono state tenute in ostaggio 50 persone il prezzo delle corse è quadruplicato

Secondo le agenzie per abbandonare la zona sono stati richiesti 100 dollari australiani (corrispondenti a 65 euro) contro un prezzo di 25 dollari richiesti per godere dello stesso servizio in una condizione di normalità.

All’immediata indignazione degli utenti che ha trovato sfogo su Internet e sui social network, sono seguite le immediate scuse della società. Uber promette rimborsi per tutti i clienti che hanno subito un simile trattamento offrendo inoltre corse gratuite per chi scappa da Martin Place.

La società ha imputato le responsabilità dell’accaduto al software che genera in automatico i prezzi in base alle richieste, aumentando il prezzo a seconda dell’aumento delle domande. Le critiche degli utenti non si sono tuttavia placate, perché rimproverano la start up di avere atteso l’ondata di indignazione per intervenire.

Un altro duro colpo per l’immagine della società americana che negli ultimi tempi è impegnata in un braccio di ferro con governi e tassisti di vari paesi. I problemi sono legati principalmente al fatto che nella maggior parte dei paesi in cui Uber è attivo, il servizio di trasporto a pagamento è regolamentato in base al possesso di una regolare licenza fornita dalle autorità; la concorrenza di Uber pare abbia costretto molti tassisti a restringere le loro possibilità di guadagno.

Uber è attivo in 50 paesi e il 250 città. In Francia la lotta contro la smart-up ha visto protagonisti numerosi tassisti che durante le prime ore della mattinata hanno bloccato le strade tra gli aeroporti di Parigi Charles de Gaulle e di Orly. In tutta risposta il governo francese ha dichiarato che il servizio di ride-sharing sarà considerato illegale dal primo gennaio.

In Spagna il servizio è stato sospeso in seguito a una sentenza del tribunale e lo stesso è accaduto in Olanda, Thailandia, Germania, Belgio. In India addirittura si è levato un polverone per un autista di Uber accusato di aver stuprato una passeggera ventiseienne.

Anche in Italia Uber ha trovato il serrato disappunto della lobby dei tassisti ma è riuscito tuttavia a restare attivo ed è operante in città con Roma, Milano e Genova. L’unione Radiotaxi Italiana ha risposto al fenomeno attraverso il lancio dell’app ItTaxi che permetterà ai clienti di prenotare il proprio taxi e effettuare pagamenti tramite paypal.

Intanto, in tempi di vacche magre chi ha voglia di prendere il taxi?

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