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Gruppo Lagrange

Video game e Intelligence, cosa insegna la realtà virtuale

L'articolo di Giuseppe Fiore sullo sviluppo di video giochi volti a migliorare la formazione degli analisti dell'intelligence

Una delle sfide principali che le agenzie di intelligence si trovano da sempre ad affrontare consiste nella necessità di sviluppare una comprensione univoca di un dato avvenimento indipendente dalla fonte delle informazioni disponibili a riguardo.

Per rispondere a questa sfida, nell’arco degli ultimi anni, una serie di progetti (Serious Games) ovvero video games, hanno proposto alle agenzie di intelligence e alle forze di polizia giudiziaria un’innovativa metodologia di apprendimento finalizzata a migliorare quelle capacità e competenze necessarie all’analisi di intelligence.

L’Iarpa (Intelligence Advanced Research Projects Activity) ha lanciato nel 2011 un’iniziativa di ricerca – programma Sirius  – da 10.5 milioni di dollari finalizzata allo sviluppo di questa tipologia di video giochi dimostrando un particolare interesse per il loro uso al fine di migliorare la formazione degli analisti dell’intelligence e ridurre i bias cognitivi (CBs): ovvero meccanismi psicologici involontari automatici e sistematici che influenzano tutti noi. Nella fase iniziale la comunità di intelligence Usa ha convocato gli esperti del settore e alcune università per individuare i sei bias cognitivi più comuni e creare dei video games per meglio contrastarli – (1) Confirmation Bias, (2) Fundamental Attribution Error, (3) Bias Blind Spot, (4) Anchoring Bias, (5) Representativeness Bias, and (6) Projection Bias.

Una di queste realtà virtuali sviluppate in seguito dal programma Iarpa si chiama Macbeth (Mitigating Analyst Cognitive Bias by Eliminating Task Heuristics) – lanciato nel 2013. Qui il giocatore impersona un analista di intelligence incaricato di prevenire un imminente attacco terroristico con la variabile tempo che incombe. Il gioco contiene una sezione specifica dedicata a mitigare l’errore, in cui il giocatore deve esaminare i file pregressi e fare valutazioni delle minacce sui profili di individui della vita reale.

A livello europeo invece nel 2014 è stato lanciato dalla Commissione europea il progetto Leila (Law Enforcement Intelligence Learning Application), il quale si propone di migliorare le competenze degli analisti di intelligence, sviluppandone le capacità cognitive razionali e creative a livello individuale e di gruppo.

L’innovazione radicale introdotta da Leila consiste nell’approccio multidisciplinare adottato, il quale va a toccare i fattori psico-sociologici e cognitivi che influenzano i processi decisionali.

Il consorzio che supporta Leila è caratterizzato da un’ampia copertura geografica, con partner di 4 diversi Paesi europei tra cui l’Italia. Le organizzazioni partecipanti rappresentano Ministeri della Difesa, Think Tank specializzati in strategia e difesa, provider e integratori di tecnologie.

I percorsi formativi basati sui video games consentono ai giocatori di esplorare diversi scenari e prendere decisioni, incluse quelle sbagliate, e a realizzarne i possibili effetti in sicurezza. Attraverso i video giochi gli utenti possono avere accesso a situazioni che sarebbe difficile riproporre per vincoli di costo, sicurezza e tempo. La loro popolarità come strumento di formazione deriva dalla capacità di simulare situazioni del mondo reale e favorire l’acquisizione di abilità altrimenti difficili da sviluppare senza conseguenze.

Potrebbero rappresentare un mezzo ideale per la formazione degli analisti di intelligence perché sono uno strumento efficace per acquisire conoscenze, modificare comportamenti e migliorare le competenze professionali.

Uno degli scopi di questa tipologia di addestramento è di migliorare la qualità dell’analisi dell’intelligence riducendo i cosiddetti bias cognitivi: i quali non devono essere confusi con pregiudizi o stereotipi. Le difficoltà di sfuggire ai bias cognitivi impediscono agli analisti, anche nel caso di esperti ben preparati, di elaborare risposte razionali adeguate al caso specifico.

Ulteriori ricerche sul potenziale formativo di tali tecnologie, potrebbero portare, in un prossimo futuro, a nuove opportunità nel campo dell’intelligence e delle forze dell’ordine così come in molti altri campi in cui l’analisi delle informazioni rapida e accurata rappresenta un aspetto fondamentale.

Con una generazione più giovane che ha già familiarità con la tecnologia di gioco dei video games e costituirà la nuova forza lavoro, ci si dovrebbe aspettare che questa tipologia di formazione diventi più diffusa in un prossimo futuro.

 

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