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Puglisi Tv

Tv, ecco cosa succederà da settembre 2021

Il ministero ha pubblicato la roadmap per il rilascio della banda 700 e novità per le tv locali. L'articolo di Andrea Secchi 

È definitivo il calendario che porterà al grande cambiamento nella televisione digitale terrestre italiana. Nei giorni scorsi il ministero per lo Sviluppo economico ha pubblicato la nuova roadmap, l’aggiornamento di quella rilasciata nell’agosto dello scorso anno. E c’è la conferma della data in cui si vedranno i primi effetti: il primo settembre del 2021. A quel punto molte famiglie italiane dovranno aver cambiato tv o decoder perché le emittenti nazionali passeranno a una codifica più avanzata del digitale terrestre, dall’mpeg2 al 4.

Anche le televisioni locali passeranno alla nuova codifica, ma in questo caso avverrà gradualmente per le quattro aree in cui è stata suddivisa l’Italia a partire dalla Valle d’Aosta. Il tutto proseguirà fino al 20 giugno 2022, poi in 10 giorni ci sarà l’attivazione del digitale terrestre di seconda generazione, Dvb-t2, la tecnologia che consente di mantenere (quasi) tutti i canali attuali in uno spazio frequenziale ridotto. Per fine giugno 2022 dovrà adeguare i propri apparecchi un’altra bella fetta di famiglie italiane: anche chi andrà liscio a settembre 2021 (perché ha un televisore in grado di ricevere i programmi in hd, segno che usa la codifica Mpeg4) sarà a rischio black out a meno che il proprio dispositivo non sia dei più recenti che adottano il Dvb-t2.

La televisione terrestre sta per entrare quindi in un periodo transitorio che comincerà già il primo gennaio del prossimo anno perché i cambiamenti raccontati prima altro non sono che l’effetto esterno del cosiddetto refarming della banda 700. Gli operatori televisivi sono infatti chiamati a rilasciare per gradi le proprie frequenze (quelli locali possono accedere alla rottamazione con indennizzo, persino in anticipo) e a occuparne di nuove. Il cambiamento di codifica e tecnologia trasmissiva servirà a rendere possibile tutto ciò senza perdere canali.

In realtà molto si vedrà in corso d’opera: già si prevede che gli operatori di rete nazionali possano anticipare la codifica Dvb-t/Mpeg-4 o lo standard Dvb-t2 prima delle scadenze previste. Dopodiché ci potrà essere spazio anche per successive modifiche, ferma restando la data del giugno 2022 imposta dall’Europa in cui la banda 700 dovrà andare alle tlc.

I passaggi sono sicuramente un po’ difficili da capire per il telespettatore, a cui però basterà sapere questo: l’intero processo richiederà in molti casi l’acquisto di un decoder o tv. Secondo le stime sono 17,8 milioni le famiglie che hanno televisori Dvb-t, per un totale di 35 milioni di apparecchi. Di questi, 13,3 milioni non supportano nemmeno la codifica Mpeg4 e dovranno essere adeguati già a settembre 2021. Oltre a questo i telespettatori dovranno risintonizzare più volte i ricevitori per non perdersi i canali per strada.

In soccorso dei redditi più bassi arriveranno però gli incentivi statali: la legge di bilancio 2019 ha stanziato 151 milioni di euro e l’incentivo previsto per le famiglie il cui Isee rientra nella prima e seconda fascia è di 50 euro, ovvero uno sconto o l’intero ammontare per l’acquisto di tv o decoder Dvb-t2 Hevc. Nei tavoli tecnici è emerso che il governo confida di cominciare a distribuire gli incentivi già a novembre, fra tre mesi o poco più, perché la norma dovrebbe passare indenne l’analisi sugli aiuti statali a cui è sottoposta in Commissione Europea.

Insieme con la roadmap il ministero ha rilasciato anche le linee guida per la transizione delle tv locali con maggiori tutele per queste ultime (dove non è stato possibile pianificare reti di secondo livello). «Con la pubblicazione della nuova road map e delle linee guida per il comparto televisivo locale, si è aggiunto un altro importante tassello al processo di transizione alla nuova tecnologia Dvb-t2 delle reti televisive», ha commentato Marco Bellezza, consigliere giuridico del ministro per le comunicazioni e coordinatore del Tavolo Tv 4.0. «Come sostenuto dal ministro Luigi Di Maio, occorre accompagnare, con il coinvolgimento di tutti i soggetti pubblici e privati interessati, il processo di transizione alla tecnologia Dbv-t2, per assicurare che il percorso di trasformazione del sistema radiotelevisivo e il trasferimento delle frequenze avvengano senza ritardi rispetto alle scadenze stabilite».

 

Articolo pubblicato su ItaliaOggi

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