skip to Main Content

Bolloré

Tim, l’attivismo di Elliott, gli sbuffi di Vivendi e i risolini di Mediaset

Che cosa succede in Tim? Ovvero: perché il fondo Elliott vuole mettere i bastoni fra le ruote ai francesi di Vivendi? E’ una mossa gradita Mediaset, alle prese con un contenzioso legale non da poco con il gruppo di Vincent Bolloré? E che ruolo potrebbe aver avuto Paolo Scaroni, buon conoscente delle mosse del fondo…

Che cosa succede in Tim? Ovvero: perché il fondo Elliott vuole mettere i bastoni fra le ruote ai francesi di Vivendi? E’ una mossa gradita Mediaset, alle prese con un contenzioso legale non da poco con il gruppo di Vincent Bolloré? E che ruolo potrebbe aver avuto Paolo Scaroni, buon conoscente delle mosse del fondo americano? Sono alcune delle domande che si stanno ponendo in Borsa gli investitori dopo le notizie sull’iniziativa del fondo attivista. Ecco fatti, numeri, indiscrezioni e approfondimenti. Mentre in casa Mediaset si gongola: “Il fondo Elliott muove su Tim e Vivendi ora ha un rivale interno molto forte”, ha scritto su Twitter il giornalista di economia e finanza Giuseppe De Filippi, caporedattore del Tg5 e volto del telegiornale di Mediaset.

EFFETTO BORSA

Oggi  Tim è volata in Borsa guadagnando fino al 6% a 0,77 euro, dopo le indiscrezioni secondo le quali il fondo Elliott Management del finanziere Paul Singer ha acquistato il 6% di azioni di Tim, con l’obiettivo di contrastare la gestione di Vivendi e presentare un proprio piano industriale. Stamane era in programma a Milano il cda di Tim per l’approvazione dei conti 2017 e del piano 2018-2020 predisposto dall’amministratore delegato Amos Genish.

LE NOVITA’

Il fondo Elliott Management del finanziere Singer starebbe accumulando azioni di Tim per contrastare la gestione di Vivendi, secondo quanto ha svelato l’agenzia Bloomberg, citando alcune fonti vicine al dossier. L’obiettivo sarebbe quello di arrivare a una quota di titoli sufficiente per permettere la nomina di consiglieri d’amministrazione e impostare una differente condotta del gruppo telefonico. L’hedge fund attivista sarebbe preoccupato per il calo delle azioni di Tim e le sue business performance da quando Vivendi ha preso il controllo della maggioranza del consiglio di amministrazione della società nel 2016. Le indiscrezioni non sono state commentate dai responsabili delle tre aziende coinvolte.

IL COMMENTO

“Silvio Berlusconi potrebbe essere sollevato vedendo che Elliott interviene contro Bollore”, ha detto in un’intervista a Bloomberg Francesco Galietti, capo della società di consulenza politica Policy Sonar, con sede a Roma. “Ma siamo onesti: l’assicurazione più potente di Berlusconi è sempre stata la sua influenza politica. Cosa ne è rimasto dopo le elezioni del 4 marzo, dove Berlusconi è emerso come un grande perdente?”.

IL CDA

L’assemblea annuale di Tim è in calendario il prossimo 24 aprile e in quell’occasione Elliott potrebbe presentare i suoi candidati al cda. Il fondo è diventato uno dei più importanti azionisti attivi sul mercato, spingendo per cambiamenti in almeno 25 società. Tra i suoi obiettivi sono finite, tra le altre, il gigante delle risorse naturali Bhp Billiton e Nxp Semiconductors. Elliott management, tra l’altro, ha finanziato gli acquirenti cinesi del Milan, investendo 303 milioni di euro.

I PRECEDENTI

Il fondo ha avuto anche un ruolo della recente compravendita della squadra di calcio del Milan con al centro l’uomo d’affari cinese Yonghong Li, proprio nel corso delle trattative per rilevare il controllo del Milan dal gruppo Fininvest. Rimasto a corto di finanziatori, ha ottenuto da Ellliott un prestito da 303 milioni, Per chiudere l’operazione all’agevole tasso del 9 cento da restituire nel giro di 18 mesi, dando in pegno tutte le azioni del club rossonero. Se Li dovesse fallire, Elliott sarebbe il nuovo proprietario del Milan, da mettere poi all’asta.

LE PAROLE DI SCARONI

Perché si è mosso Elliott? Ecco quello che ha detto lo scorso gennaio Paolo Scaroni: “Sinceramente non penso che Gordon Singer sia interessato a fare il presidente del Milan. Il prestito che Elliott ha fatto al Milan ha tutta una serie di garanzie e qualora non dovesse essere rimborsato nelle scadenze, ci sono delle clausole che possono portare alla cessione del Milan in modo tale che Elliott riporti a casa i suoi soldi. Che poi un fondo americano, che possiede soldi di terzi, mi sembra piuttosto inverosimile”, ha detto Scaroni facendo intendere indirettamente agli addetti ai lavori di essere a conoscenza di strategie e tattiche di Elliott. Anche nel caso di Tim? Chissà.

COME SI MUOVE IL FONDO

Ma come si muove Elliott? “Il fondo di investimento fondato da Paul Singer e ora gestito con il figlio Andrew che fa base a Londra – ha scritto Luca Pagni di Repubblica – si muove così: individua situazioni al limite, una azienda in difficoltà, soci che litigano e non si mettono d’accordo, e lavora per trarne il massimo vantaggio economico possibile. Oppure investe in società sottostimate “per estrarne valore”. E’ il caso dell’investimento in Ansaldo Sts: l’allora gruppo Finmeccanica (ora Leonardo) vende la società di segnlaazione ferroviaria ai giapponesi di Hitachi assieeme ad Ansaldo Breda (la fabbrica che produce i treni del Frecciarossa): Eliott sostiene che il prezzo a cui è stata ceduta Ansaldo è sottostimato e sale fino al 24 per cento del capitale per impedirne il delisting. Ovviamente, fino a quando il prezzo non salirà al valore che Elliott ha ritenuto quello giusto”.

Back To Top