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Tim Brasil, Sparkle, Persidera, Inwit. Ecco consigli e critiche dei piccoli azionisti Telecom Italia

Consigli, auspici, aspettative e critiche nella lettera aperta di Asati, l'associazione che riunisce i piccoli azionisti di Tim

Persidera? Si venda. Inwit? Meglio non dismetterla. Tim Brasil? Urge chiarezza. Società della rete con Cdp? Avanti tutta. Sparkle? Bene soluzione Cdp. Sono alcune delle indicazioni che arrivano dall’associazione dei piccoli azionisti di Tim, Asati.

Le indicazioni sono contenute in una sorta di lettera aperta firmata dal presidente di Asati, Franco Lombardi, che affronta tutti i principali dossier in ballo in casa dell’ex Telecom Italia e in particolare tra gli azionisti di Tim, ovvero il fondo Elliott, il gruppo Vivendi e la Cassa depositi e prestiti (controllata dal ministero dell’Economia e partecipata dalle fondazioni bancarie).

Ecco di seguito i brani essenziali della lettera aperta diffusa da Asati.

DOSSIER PERSIDERA

L’azienda ha di recente annunciato che intende affrontare in maniera decisa all’analisi dell’opportunità di mantenere gli investimenti in partecipazioni societarie marginali e, in particolare, di valutare la convenienza di dismettere alcune attività no core. Asati ritiene che occorre superare con determinazione questa situazione di stallo, evitando di ritardare ulteriormente decisioni, come la vendita di Persidera, che consentirebbero di ottenere introiti alla nostra Società, utili per ridurne, sia pur limitatamente, la situazione debitoria.

CAPITOLO INWIT

Dopo le risultanze dell’asta 5G, ASATI ritiene che non vadano prese decisioni affrettate sul nostro Tower Operator che ha saputo primeggiare nel comparto in cui opera. È pertanto auspicabile un maggiore e tempestivo approfondimento sul futuro di Inwit, mirato a individuare strategie, sviluppi e i recenti scenari di business che ora si vengono configurando con l’aggiudicazione delle frequenze nell’asta del 5G e, più in particolare, di verificarne il piano di sviluppo prima di procedere alla vendita di un’ulteriore quota azionaria della Società.

TIM BRASIL

Sull’evoluzione di questa nostra presenza in Brasile già a luglio di quest’anno, avevamo rilevato positivamente, come Asati, l’avvio di accordi sulla “banda larga” con altri operatori locali. Dobbiamo tuttavia purtroppo manifestare più di qualche perplessità per la recente sostituzione di tutti i manager italiani presenti che con la loro presenza avevano contributo non marginale alla crescita di TIM Brasil. Solleciterò quindi il Top Management della Società per rendere note strategie e prospettive perseguite per il futuro di Tim Brasile prese in accordo con i maggiori azionisti (Vivendi, Elliott e CDP).

SOCIETA’ DELLA RETE (NETCO)

Su questi temi ci siamo ampiamente espressi in numerose occasioni negli anni passati. Il nostro primo intervento risale alla lontana assemblea della società del 2007, quando la rete di accesso di Telecom valeva circa 25 Mil.di di euro. E questa nostra attenzione è proseguita svolgendo anche attività di consulenza nell’ambito di alcuni “tavoli di lavoro”. Abbiamo continuato a sottolineare che le competenze e le professionalità che operano in Telecom sono imprescindibili.

SPARKLE

L’indirizzo di Asati è inequivocabile: puntare alla Società della rete con CDP che può certamente proseguire nel mirare ai propri obiettivi primari, anche attraverso l’acquisizione di Sparkle. Dopo la creazione di una nuova società, Netco, nella quale far confluire l’intera rete di accesso, posseduta interamente da Tim, potrebbe esserne messa in borsa una parte e al tempo stesso avviare un “tavolo di lavoro” a cui partecipino primariamente Enel, Open Fiber e CDP e che miri a pervenire a una rete di accesso unica nel Paese.

RAGIONI SISTEMICHE

Si verificherebbe, altrimenti, uno spreco di ingenti risorse del Paese, E al tempo stesso non si ottimizzerebbero le possibilità che possono essere ottenute dalla rete mista oggi esistente gestita da Tim con rame e fibra (con la tecnologia VDSL2 e ancor più con quella EVDSL) con la quale si è coperto l’80% delle famiglie Italiane e che costituisce un bene prezioso del Paese da non dissipare con decisioni improvvide o affrettate. Occorre, infatti, guidare la realizzazione della nuova rete di accesso per evitare, o almeno contenere, le rilevanti diseconomie oggi attuate indipendentemente da lavori eseguiti nei grandi centri urbani, nelle aree periferiche o in quelle rurali.

RETE IN RAME E IN FIBRA OTTICA

Osservo poi che finora non si è posta attenzione al fatto che una rete completamente in fibra (FTTH) come è oggi realizzata o una FTTC con tecnologie VDSL2 consentono di offrire nelle ore diurne un servizio con pressoché la stessa velocità o in molti casi meno favorevole nel caso di una rete tutta ottica. La rete in rame è quindi non da rottamare subito ma conserva tuttora, e, presumo, avrà ancora per una decina di anni, un valore da non sottovalutare.

CONVERSIONE DELLE AZIONI DI RISPARMIO IN ORDINARIE

L’andamento del titolo dà oggi un’indicazione chiara: non sembra opportuno fare questa operazione che andrà comunque sottoposta all’assemblea dei soci. Mi sembrerebbe conveniente riesaminare la conversione solo quando il titolo azionario avrà nuovamente superata la soglia di 0,7€

Piano di azionariato dei dipendenti (PAD)

Nnon vi sfuggirà di certo quanto Asati si è battuta in passato per ottenere piani di crescita dell’azionariato con titoli destinati al proprio personale. Sono stati lanciati, ricordo, due piani per un totale di circa 80 Mn.i di azioni, il primo nel 2010 con 27 Mn.i di azioni e il secondo nel 2014 con 54 Mn.i di azioni e un valore medio di carico di circa 0,63 euro. Queste scelte, come abbiamo più volte rimarcato, mirano naturalmente a legare e motivare maggiormente i dipendenti verso la crescita di valore della Società. Oggi TIM è in ultima posizione come partecipazione azionaria del personale dipendente dei maggiori operatori dei Paesi europei: il personale di Telecom possiede solo lo 0,6% delle azioni della Società contro un 2-3 per cento di Orange, Deutsche Telekom, BT. Sembrerebbe opportuno suggerire in questo momento non facile che attraversa TIM chiedere un ulteriore sforzo (un sacrificio) anche economico alle proprie persone. Abbiamo di recente richiesto un nuovo PAD in occasione delle ultime assemblee. È questa una questione alla quale, auspico, aderiscano in maniera significativa anche i manager più rappresentativi di Telecom. Se pensate, per ipotesi potenziale,che qualora 60.000 dipendenti di TIM investissero 1.000 euro per acquistare il Titolo Tim al valore di oggi, i dipendenti e i dirigenti avrebbero quasi sicuramente un rappresentante nel CdA e allora la privatizzazione della SIP, l’era Colaninno, Pirelli, Telco, la svendita del più grosso patrimonio immobiliare e di numerose partecipate estere e quindi l’acquisto della società a debito della stessa, la diminuzione della capitalizzazione e il passaggio da un debito trascurabile a anche 40 miliardi di euro, con rappresentanti dei dipendenti in CdA non si sarebbero realizzati molto facilmente.

Fulvio Conti e Amos Genish:

Riconosco che entrambi questi nostri Amministratori abbiano operato finora con equilibrio e grandi capacità manageriali in un periodo burrascoso per la nostra Società. In più le esperienze precedenti lavorative dell’attuale AD sono state uno degli elementi di rilievo nella guida di TIM. Un giudizio più completo potremo esprimerlo come Asati quando saranno noti i dati di bilancio del 2018 e quando saranno date risposte alle nostre proposte, in parte condensate in questo documento. Continuiamo invece ad essere sordi e poco interessati a quanto quasi nel quotidiano viene riportato dalla stampa su un nuovo possibile avvicendamento nei Vertici della Società che ci auguriamo fermamente non avvenga.

(qui la versione integrale della lettera aperta)

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