Nei primi sei mesi del 2017 sono stati investiti solo 75,3 milioni per le startup
L’Italia non crede nelle startup. O almeno non ci crede abbastanza da investire (bene). Nei primi sei mesi del 2017 sono stati investiti solo 75,3 milioni per le startup, il 13% in meno di quanto investito nello scorso anno (86,2milioni ), secondo i dati registrati da Agi. Ma andiamo per gradi.
Cosa è una startup Innovativa
La start up innovativa e’ un’ impresa che occupa meno di 250 persone, il cui fatturato annuo non supera i 50 milioni di euro (oppure il totale di bilancio annuo non supera i 43 milioni di euro) e rispetta almeno due criteri sui tre elencati: volume di spesa in ricerca, sviluppo e innovazione in misura uguale o superiore al 3% della maggiore entità tra costo e valore totale della produzione delle Pmi innovative; personale formato per almeno un quinto da dottori di ricerca, dottorandi o ricercatori con tre anni di esperienza oppure per un terzo da dipendenti con laurea magistrale; essere detentrice licenziatarie o depositarie di un brevetto o di un software registrato alla Siae.
L’Italia investe sempre meno nelle startup
In Italia le idee ci sarebbero. E a volte sarebbero anche molto buone. Quello che manca è la fiducia e il denaro. Meglio, manca il coraggio di investire. Secondo i dati di Agi, infatti, nei primi sei mesi del 2017 sono stati investiti solo 75,3 milioni per le startup, il 13% in meno di quanto investito nello scorso anno (86,2milioni). Spiccano cinque round oltre il milione. Bene Satispay, con 14 milioni raccolti. Gli altri round milionari sono di Codemotion, GreenBone Ortho, Wise e Borsadelcredito.
E’ la prima volta che accade dal 2012, eccezion fatta per il 2014, quando, dopo l’esaurirsi dell’effetto fondo Ht per il Mezzogiorno, che aveva fatto decollare il mercato nel biennio 2011-2013, si era comunque registrato un calo.
Negli scorsi anni, infatti, si era sempre assistito ad una netta crescita degli investimenti in Start Up. Entrando nello specifico il numero delle operazioni è rimasto stabile mentre si è ridotto il taglio medio delle investimenti ( da 2,4 a 1,9 milioni). E mentre all’inizio dell’anno gli investimenti continuavano a viaggiare intorno ai 38,7 milioni, i mesi più neri sono stati quelli tra aprile e giugno, quando il dato si è fermato a 36,5 milioni.
Meglio le startup italiane con sede all’estero
Se facessimo rientrare nei dati anche le startup italiane con sede all’estero, le cose migliorerebbero. Soldo, Multiply Labs, Mogees e Oval insieme hanno raccolto 15milioni. Un dato su tutti: Soldo ha ottenuto 11 milioni di dollari, poco meno di tutti gli investimenti delle startup italiane nell’intero mese di giugno.
Cosa non va?

Dove trovare i finanziamenti
Qualche passo, a favore delle startup, è stato fatto: finanziamentistartup.eu ed è il portale voluto da Startup Italia per raccogliere, in un unico luogo, tutti i finanziamenti dedicati alle imprese innovative, permettendo agli imprenditori di avere una visione di insieme e scegliere, in base a categoria e regione quale sia il finanziamento più adatto alla sua idea.
Le imprese, così, potranno sfruttare a pieno gli aiuti promossi da Regioni, Stato e altri enti pubblici.
Le startup più finanziate. E fallite
Ricevere il finanziamento iniziale non basta, dobbiamo pure ammetterlo. A ricordarlo è Techcrunch, che ha stilato la classifica delle imprese innovative più finanziate chiuse nel 2017. Gli investitori avevano immaginato un futuro brillante e creduto nelle loro idee, ma il business plan, l’organizzazione o forse l’inesperienza hanno giocato un brutto scherzo.
A chiudere i battenti nei primi sette mesi del 2017 sono stat: Jawbone, Quixey, Beepi, Juicero, Auctionata, Yik Yak, Sping, Pearl, Hello e HomeHero.
L’arrivo di Euronetx,
Euronext è una Borsa internazionale costituita nel settembre 2000 per fusione delle società di ParisBourseSBF SA, della Bourse de Bruxelles e dell’Amsterdam Exchange (AEX) mediante conferimento nella Euronext NV, società di diritto olandese. Un Nasdaq europeo, per intenderci. Ad oggi, Euronext NV è una holding da cui dipendono le società Euronext Paris, Euronext Brussels, Euronext Amsterdam, Euronext Lisbon, Euronext Liffe. Tratta prodotti per contanti, strumenti derivati (futures e opzioni) e commodities.
Ha una capitalizzazione di 3.500 miliardi di euro e 5.500 titoli quotati, 1.300 emittenti di cui 740 Pmi e di queste 330 nel settore tecnologico. Numeri, quelle delle tech companies quotate, che la fanno seconda solo al Nasdaq nel comparto del biotech su scala mondiale.
Già presente a Bruxelles, Parigi, Lisbona, Amsterdam e Londra, la Borsa arriva anche in Italia, dove le Pmi stentano a crescere con il venture capital per disintermediare il settore bancario, il prestito, il debito.

Euronext intende aiutare le imprese tecnologiche a trovare il denaro e i finanziamenti che servono a sopravvivere nei primi anni di vita, anni in cui il fatturato non è mai così alto ( e le spese sono troppe). Il capitale azionario, si sa, è il motore di una start-up tecnologica. Capitale che per un’impresa di dimensioni medio-piccole, che ambisce a espandersi e a valicare i confini nazionali, potrebbe essere cercato anche sui listini internazionali (ed Europei, in particolare).
Dunque, Euronetx incentiva le imprese italiane (e non) a crescere: se è vero che la quotazione sui listini domestici è un importante passo per una società, è anche vero che questo dovrebbe essere solo un punto di partenza, dal momento che l’internazionalizzazione è fondamentale per potersi rivolgere alla più ampia platea possibile di investitori specializzati.






