skip to Main Content

Smartphone sovranisti: la Cina snobba Apple e preferisce i cinesi Vivo e Huawei

Apple perde la testa nella classifica di vendita di smartphone in Cina: volano i campioni nazionali di Huawei e Vivo. Fatti, dati e approfondimenti

Crollano le vendite di Apple sul mercato cinese. Counterpoint Research, una società di ricerche di mercato in campo tecnologico, ha registrato che le vendite di iPhone sul mercato cinese sono diminuite del 24% nelle prime sei settimane dell’anno. La quota di mercato della Apple è calata dal 19% al 15,7%. Un risultato che dipende, in parte, dalla contrazione del mercato interno del Dragone.

LE RIPERCUSSIONI SULLA APPLE DEL RALLENTAMENTO DELL’ECONOMIA DELLA CINA

Come riportato dall’ISPI, la Cina nel 2022 è cresciuta a un ritmo del 3%, il valore più basso se si esclude il 2020, l’anno della pandemia. Nel 2023, invece, la crescita è stata del 5,3%, leggermente sopra le stime ufficiali ma comunque deludente rispetto alle aspettative degli analisti, che si aspettano una ripresa più robusta dalla crisi del coronavirus. Per il 2024 le autorità cinesi hanno annunciato un obiettivo di crescita del 5% circa, uno dei più modesti da decenni e lontanissimo dalle doppie cifre degli anni Novanta e Duemila.

Nonostante la fiacchezza economica complessiva – sul paese grava la crisi immobiliare e l’elevata disoccupazione giovanile -, Pechino prevede comunque di spendere quest’anno 1665,5 miliardi di yuan (circa 231 miliardi di dollari) nella difesa, un aumento del 7,2%.

APPLE QUARTA NEL MERCATO DEGLI SMARTPHONE IN CINA, PRIMA VIVO E HUAWEI

Apple perde il titolo di primo posto in classifica e finisce al quarto posto tra le aziende che commercializzano smartphone in Cina. Prima della casa di Cupertino c’è Vivo, un player locale con sede a Dongguan, forte del successo ottenuto nel parziale riposizionamento verso il segmento budget. Sia Vivo che Apple, però, hanno registrato un calo delle vendite, che deriva dalle difficoltà del mercato cinese, che ha registrato una contrazione del 7%. Molto meglio è andata Huawei: il gruppo di Shenzhen è balzato al secondo posto nelle vendite con un aumento del 64% sostenuta dall’impulso dei suoi dispositivi Mate 60 Pro di produzione nazionale e da un’ondata di acquisti patriottici, ha aumentato la sua quota di mercato al 16,5% dal 9,4%. A crescere anche Honor Device, che si è separata da Huawei nel 2020, e ha chiuso con un incremento del +2%.

CINA: SVANITI I SOGNI DI SUPERARE L’ECONOMIA USA

L’economia cinese sembra essere entrata in una fase di rallentamento che farà svanire i sogni di Pechino di superare gli Stati Uniti nella corsa delle super potenze economiche globali. E le cose potrebbero peggiorare nel caso di un ritorno alla Casa Bianca di Donald Trump: con lui prese avvio il peggioramento del clima internazionale nei confronti della Cina, consolidatosi con l’amministrazione Biden. Anche per questo la Cina sta cercando di dare nuovo impulso alla capacità di innovazione e alla sua politica industriale nei settori avanzati “per essere meno esposta alle decisioni geopolitiche dell’Occidente”. E sul fronte della politica interna “dovrà superare le resistenze politiche per avviare riforme che diano risorse e fiducia ai consumatori, sui quali intende costruire la crescita del futuro”.

APPLE: LA MULTA DELL’ANTITRUST EUROPEO DA 1,8 MILIARDI DI EURO

La notizia arriva all’indomani della comunicazione di una multa da parte dell’Antitrust Ue che ha deciso di comminare una sanzione da 1,8 miliardi di euro ad Apple per violazioni alle regole sulla concorrenza con i servizi di streaming musicale. Il gigante di Cupertino avrebbe bloccato agli sviluppatori di app di streaming musicale la possibilità di informare gli utenti con iPhone e iPad dei servizi di streaming musicale alternativi e più economici ai suoi. L’indagine è partita su reclamo di Spotify. “Per un decennio, Apple ha abusato della propria posizione dominante nel mercato dello streaming musicale attraverso l’App Store”, ha affermato la vicepresidente della Commissione europea Margrethe Vestager -. Lo ha fatto impedendo agli sviluppatori di informare i consumatori sui servizi musicali alternativi e più economici disponibili al di fuori dell’ecosistema Apple. Questo è illegale in base alle norme Antitrust dell’Ue”.

Back To Top