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Sky Fibra

Ecco chi vince e chi perde con l’intesa fra Sky e Mediaset

Chi ha vinto e chi ha perso con l’accordo storico fra Sky e Mediaset? Come cambierà il mercato tv in Italia? E la partita in corso per il controllo di Tim come si inquadra in questi scenari? Sono alcune domande che si pongono addetti ai lavori e non dopo l’intesa a sorpresa fra i due…

Chi ha vinto e chi ha perso con l’accordo storico fra Sky e Mediaset? Come cambierà il mercato tv in Italia? E la partita in corso per il controllo di Tim come si inquadra in questi scenari? Sono alcune domande che si pongono addetti ai lavori e non dopo l’intesa a sorpresa fra i due duellanti Sky e Mediaset (qui l’approfondimento di Start Magazine con i dettagli e gli effetti dell’accordo siglato fra i due gruppi).

A essere di sicuro attapirata è la società cino-spagnola Mediapro. Tanto che Mediapro ha fatto riferimento anche all’intesa a sorpresa tra gli operatori televisivi per rinviare la pubblicazione dei pacchetti con i quali dovrebbe rivendere i diritti sulla serie di calcio del prossimo triennio. La scelta degli spagnoli è quella di mettere in stand by la pubblicazione dei pacchetti, inizialmente attesa entro martedì 3 aprile.

Mediapro deve riuscire a incassare almeno 1,05 miliardi di euro per andare in pareggio: se prima poteva sperare in un’intesa con Mediaset, Tim e Perform per mettere all’angolo Sky, adesso sarà costretta a scendere a patti con la piattaforma satellitare. Insomma, l’atteggiamento baldanzoso tenuto finora dovrà necessariamente cambiare.

Anche per Vivendi non è una buona notizia l’accordo Sky-Mediaset, secondo alcuni osservatori. Specie se si considera la prospettiva di una vittoria del fondo americano Elliott in Tim per scalzare Vivendi.

Il focus nella partita è Premium, che non chiude, ma contenuti e attività operative si avviano verso Sky, in modo che ognuno faccia il proprio lavoro: la pay tv o la televisione generalista. Un business, quest’ultimo, che porta ancora ricavi e utili, con produzioni autonome interessanti sia per il web sia per chi vuole costruire un gruppo media che comprenda Francia, Italia e Spagna. Una sorta di Netflix del Mediterraneo, come agognato da Vivendi di Vincent Bolloré. Ecco perché per alcuni l’antico progetto di accordo vero, anche a livello societario che comprenda le capogruppo, tra il Biscione e i francesi resta ancora valido nei presupposti. Gli avvocati continuano a parlarsi, ma il tempo passa: entro il 18 aprile Vivendi deve affidare a un blind trust quasi il 20% di Mediaset per adempiere alle decisioni dell’Agcom. E se Vivendi sarà più libera da Tim, a prescindere di come andranno le cose con Elliott, un’intesa di compromesso e riparatrice con Mediaset è più facile, secondo alcune fonti. Mentre per altri osservatori l’accordo Sky-Mediaset segna una prospettiva chiara per Premium.

Chi di sicuro vince sono i due gruppi neo alleati. L’intesa tra Sky e Mediaset per lo scambio di piattaforme e l’avvio della cessione di parte delle attività di Premium rafforza infatti entrambi i gruppi.

Vince Mediaset, dunque: per il gruppo guidato da Pier Silvio Berlusconi si tratta di una svolta che produrrà risultati notevoli. “La cifra non è stata resa nota ma si parla di decine di milioni di euro l’anno di maggiori ricavi — qualcuno parla addirittura di 80-100 milioni l’anno per i prossimi 3-5 anni — tra affitto della banda sul multiplex del digitale terrestre (Dtt) gestiti dalla controllata Mediaset, Ei Towers, e maggiori ricavi pubblicitari derivanti dalla più ampia audience che i canali generalisti Canale 5, Italia 1 e Rete4 avranno riaffacciandosi sul satellite dopo un’assenza durata quasi tre anni”, ha scritto Fabrizio Massaro del Corsera.

Ma vince anche e soprattutto Sky. Per Marco Mele, esperto di media, “con l’intesa, Sky può puntare a raggiungere finalmente la soglia dei cinque milioni di abbonati e crescere ulteriormente”, ha scritto sul suo blog: “La visione industriale dei vertici di Sky, che ha avuto diverse tappe, dall’hd al mysky, dalla chiavetta per il terrestre al nuovo decoder skyq – sui contenuti si pensi a skyarte – trova ora conferma nell’essere riusciti a diventare la vera pay tv unica nazionale, avendo raggiunto un’intesa con quello che appare come il suo concorrente più pericoloso, Netflix, i cui contenuti dal 2019 saranno disponibili su skyq”. Conclusione di Mele: “Nella competizione sulla pay tv c’è, per ora, un solo vincitore: Sky”.

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